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Reddito energetico: l’incentivo a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici
Fra i tanti incentivi relativi alla transizione energetica, uno dei più recenti è il reddito energetico fotovoltaico, una misura prevista da un decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica pubblicato nei primi giorni del mese di novembre 2023. Si tratta di un incentivo a fondo perduto introdotto per dare la possibilità di accesso alle energie rinnovabili a nuclei familiari a basso reddito; nella fattispecie, il contributo è indirizzato alla realizzazione di un impianto fotovoltaico in assetto di autoconsumo, ovvero senza batteria di accumulo.
Le risorse messe a disposizione non sono illimitate; è stato infatti costituito un fondo nazionale reddito energetico di 200 milioni di euro che sarà equamente suddiviso fra gli anni 2024 e 2025 (100 milioni per anno).
L’80% delle risorse è destinato a diverse regioni italiane fra cui la Campania, mentre il 20% alle Regioni o Province Autonome. Il fondo è gestito dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
Gli obiettivi principali sono due: uno sociale (favorire famiglie a basso reddito) e uno ambientale (favorire la transizione energetica e quindi la sostenibilità ambientale).

Come funziona il contributo a fondo perduto?

Il reddito energetico fotovoltaico 2024-2025 deve essere richiesto al Gestore dei Servizi Energetici; a tale scopo sarà approntata una piattaforma digitale dedicata; non sono ancora disponibili i dettagli, ma il tutto, compresa la documentazione necessaria, dovrebbe essere definito nelle prossime settimane.
L’accesso al contributo sottostà al soddisfacimento di alcuni requisiti; il più importante è quello reddituale; possono infatti fare richiesta soltanto i nuclei familiari con ISEE inferiore ai 15.000 euro oppure quelli con ISEE inferiore ai 30.000 euro con almeno quattro figli a carico.
Vi sono poi diversi altri requisiti previsti relativi alla tipologia di immobile, all’intestazione dell’utenza, alla residenza anagrafica ecc.
Il contributo riguarda impianti fotovoltaici con potenza nominale compresa fra i 2 e i 6 kW. La quota di energia prodotta non consumata non può essere accumulata, bensì ceduta al GSE che provvederà alla sua vendita. Il ricavo ottenuto andrà a incrementare il fondo nazionale che servirà per futuri incentivi energetici.
L’importo sarà erogato non sul conto del richiedente, ma all’azienda che realizzerà l’impianto. Il contributo prevede una quota fissa di 2.000 euro e una quota variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza nominale. Il massimo erogabile per impianto è 11.000 euro (2.000 euro più 9.000 euro per un impianto da 6 kW).

Chi realizza l’impianto fotovoltaico? E quali sono i tempi previsti?

Per la realizzazione dell’impianto il richiedente deve contattare un’azienda del settore energia specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici come per esempio Plenitude
Plenitude assisterà il cliente in tutte le fasi del processo, sia quelle burocratiche, relative alla richiesta del contributo, sia quelle operative relative alla realizzazione vera e propria dell’impianto.
L’installazione non richiede tempi molto lunghi; di solito sono sufficienti pochi giorni; sono però più lunghi i tempi di messa in funzione che sono legati alle pratiche burocratiche e alla connessione alla rete. In linea di massima parliamo di 60-90 giorni.

Vantaggi economici e ambientali del reddito energetico fotovoltaico

I vantaggi economici del reddito energetico sono essenzialmente due. In primo luogo un nucleo familiare a basso reddito ha la possibilità di ottenere un impianto fotovoltaico a costo zero o, comunque, a un prezzo decisamente ridotto.
In secondo luogo, si ha un vantaggio derivante dal risparmio in bolletta che può essere stimato in circa il 50% annuo.
Il vantaggio ambientale è quello relativo alla generazione di energia elettrica tramite una forma di energia da fonte rinnovabile e non inquinante; i pannelli fotovoltaici infatti trasformano l’energia solare in energia elettrica.
Il ricorso su larga scala a impianti fotovoltaici è importante per migliorare la competitività del nostro Paese e per rafforzare la sua indipendenza energetica in modo sostenibile.



 

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