“CONTI INSOSTENIBILI SENZA LE INIEZIONI DI KRAUSE” » Stadio Ennio Tardini Parma #finsubitoagevolazioni

(Riccardo Schiroli) – A prendere in mano il conto economico del Parma calcio, mi verrebbe da mettermi le mani nei capelli, se li avessi. Propenderò per un “grazie, Mr Krause”. Perché senza lui e il suo gruppo, tutto questo non esisterebbe. Krause ha infatti iniettato nei conti della società qualcosa come 371.4 milioni di euro tramite la Krause Group Italia. Si tratta di “finanziamenti infruttiferi postergati”, che significa che non rendono al Krause Group nulla e, in caso di problemi aziendali, diventano esigibili solo dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori.

Non è tutto. La maggior parte di questo credito (299.8 milioni) è stato convertito in capitale della società. Significa che Krause quei soldi non li potrà mai chiedere indietro. Il risultato per il Parma è che il patrimonio netto è positivo e pari a 19.7 milioni.

Questo fatto mi ricorda un’amena discussione che ebbe in quel di Graz in Austria con un dirigente del settore finanziario del Parma targato Tanzi e Parmalat. Alla mia dichiarazione (un po’ forte, lo riconosco, ma non credo che sia stata smentita dai fatti) che il progetto non era sostenibile, il dirigente in questione oppose la potenza di fuoco del gruppo Parmalat. Quando gli feci notare che lo stato patrimoniale del Parma non rifletteva per nulla quella potenza economica del socio e che, anzi, non era plausibile che sostenesse il livello di indebitamento della società, mi rispose “per questo non ho risposta”.

Nel frattempo, si erano allontanati tutti dalla discussione e il convivio stava volgendo al termine. Il dirigente mi salutò con cordialità. Ma al mio ritorno nella redazione di Teleducato trovai una serie di facce da funerale ad accompagnare un messaggio che mi invitava a contattare immediatamente l’amministratore dell’azienda Pier Gaiti. Mi venne fatto notare che non era il caso di farmi coinvolgere in queste discussioni e che io ero al seguito del Parma per raccontare la partita.

Tornando al bilancio del Parma di oggi, lo stato patrimoniale è invece esemplare. I debiti verso terzi, incluse le banche, sono ridotti al minimo. La maggior posizione debitoria a medio e lungo termine è quella nei confronti della società controllante. Non sono tanto d’accordo con la relazione al bilancio, che definisce i finanziamenti dei soci “risorse proprie”, ma si tratta di una questione tecnica. Il Krause Group garantisce la continuità aziendale e lo ha messo nero su bianco con una “support letter” datata 25 marzo 2024.

Krause, per dirlo con termini spicci, continua a metterci soldi. E se da un lato questo tranquillizza, dall’altro invita a leggere con attenzione il conto economico che, come affermavo in abbrivio, mi farebbe mettere le mani nei capelli, qualora li avessi.

E’ (barbara) abitudine della stampa sportiva italiana valutare la condizione dei conti di una società di calcio dai saldi di mercato, come se stessimo a parlare di una municipalizzata anni 70 che era chiamata a varare un bilancio preventivo, un consuntivo e poi passare all’incasso per pareggiare i conti. Andrebbe invece analizzato il conto economico, per valutare come se la cava la società a gestire la sua attività.

Il Parma, lo diciamo con chiarezza, non se la cava bene. L’ultimo bilancio ha fatto registrare una perdita di oltre 80 milioni. Per ricavare 28.9 milioni il Parma ne spende più di 109, inclusi gli ammortamenti.
Il dato emblematico è quello che riguarda salari e stipendi, pari a 38.8 milioni. E’ superiore al valore della produzione. Si tratta di una cifra onestamente abnorme per la B. Il monte stipendi del Parma è superiore a quello di diverse società di Serie A.

Non è che il conto economico garibaldino sia una novità per il Parma. Delle gestioni Tanzi e Ghirardi sappiamo tutto. Krause ha ereditato i conti in rosso della stagione 2020 (peraltro con pari sconto, da parte dei venditori, sul prezzo di vendita). Con le perdite del 2021 e 2022, fa un totale di 200 milioni. Il decreto legge del 2020 emanato per contenere i danni dell’emergenza COVID consente di rinviare queste perdite agli esercizi 2025, 2026 e 2027. Ma prima o poi, il Krause Group dovrà mettere di nuovo mano al portafogli.

Nessuno è in grado di perdere 80 milioni all’anno per molto tempo. Il Parma deve necessariamente trovare il modo di aumentare il fatturato. Dal piano industriale del Krause Group si respira molto ottimismo per il contributo che il nuovo Tardini darà a questa causa. Io ritengo che gli introiti da “stadio di proprietà” creino sempre aspettative esagerate. Per il momento, comunque, è tutta teoria. Aspetto (e spero…) di vedere il nuovo stadio e il suo concreto contributo ai conti, prima di dire la mia.

Realisticamente, per portare il Parma a introitare 100 o più milioni all’anno servirebbe partecipare a una Coppa Europea. Nel frattempo, amico Krause, mano al portafogli… Riccardo Schiroli

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