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La direttiva europea sulle case green, recentemente approvata, si pone l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050 per il parco immobiliare dell’Unione Europea.

Si prospetta, dunque, un calendario lungo trent’anni, che coinvolgerà l’energia solare, le fonti fossili, il building automation, i sistemi di controllo dell’illuminazione e, ovviamente, la riqualificazione di immobili residenziali e non residenziali.

In Italia il settore edilizio ha un peso rilevante sui consumi nazionali e presenta enormi difficoltà nella riduzione delle emissioni, rappresentando ancora oggi quasi il 20% delle emissioni nazionali di gas serra legate all’energia.

Secondo l’ultimo rapporto ENEA, infatti, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E. Il che vorrebbe quindi dire che più di 2 case su 3 dovrebbero essere ristrutturate.

Viste le premesse, viene da domandarsi: come concretizzare questo percorso così ambizioso per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di riqualificazione?

Innanzitutto, è importante disporre di strumenti finanziari e incentivi per sostenere le famiglie e gli investimenti nel rinnovamento energetico. In particolare, individuare le risorse economiche necessarie per finanziare gli interventi, attraverso la costituzione di un fondo a sostegno della transizione ecologica. Inoltre, andranno valutati strumenti ad hoc come i mutui green e i finanziamenti agevolati. Attualmente manca una chiara presa di posizione da parte del legislatore. Mentre in altri paesi europei gli interventi sono già programmati da diversi anni, l’Italia sembra avere una visione strategica a medio e lungo termine più limitata. Per mettere in atto le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi stabiliti, è invece necessario agire rapidamente, già nei prossimi mesi.

Come riporta uno studio recente di Nomisma, infatti, il costo della direttiva green è pari al 40% in più rispetto al Superbonus, per un totale di 35 miliardi di euro all’anno. Risulta perciò difficile, ad oggi, pensare di raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE senza un sistema di incentivi e di strumenti finanziari efficienti, che possano contribuire alla realizzazione delle opere di efficientamento, che costituisce un costo insostenibile per i proprietari privati. Questi costi rischiano di disincentivare i cittadini, causando un ulteriore ampiamento delle tempistiche per raggiungere gli obiettivi.

Ancora una volta, per affrontare le sfide della transizione energetica e orientare il cambiamento verso una nuova direzione, è cruciale adottare un approccio a lungo termine e integrato rispetto al passato, che consenta una gestione più coerente e sostenibile delle misure e degli incentivi. Ciò implica superare i modelli precedenti caratterizzati da una gestione discontinua, come nel caso del Superbonus, e adottare una prospettiva che miri alla “crescita di sistema” nel tempo.

Le agevolazioni destinate alla riqualificazione degli edifici non dovrebbero essere distribuite in modo indiscriminato, ma piuttosto mirare a un investimento pubblico nei settori strategici che promettano il massimo ritorno sull’investimento. Per garantire l’efficacia, oltre all’efficienza, degli incentivi, il legislatore dovrebbe tenere conto di alcuni fattori fondamentali per stabilire un sistema di incentivazione sostenibile nel tempo, almeno per un periodo di dieci anni o, meglio ancora, fino al 2050.

È indubbio che affrontare il problema degli edifici ad alta intensità energetica rappresenta una delle sfide fondamentali per l’Italia nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e un futuro più sostenibile per le generazioni future. Il nostro Paese dovrebbe giocare da protagonista, facendo il possibile per garantire il successo di queste iniziative, continuando a investire in programmi di incentivi, semplificando le procedure amministrative per accedere ai benefici e promuovere la consapevolezza e l’educazione sui vantaggi delle case green a tutti i cittadini.

La riduzione dei consumi energetici degli edifici, infatti, porta a una diminuzione delle bollette energetiche per gli abitanti, migliorando di conseguenza la sostenibilità economica delle famiglie. Non da ultimo, investire nell’efficienza energetica degli edifici crea opportunità economiche e occupazionali nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni, promuovendo l’innovazione e la crescita nel campo delle tecnologie green.

Fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi è la collaborazione tra settore pubblico e privato, che insieme a un quadro normativo chiaro e stabile, porterà alla trasformazione del settore edilizio verso standard più elevati di sostenibilità ambientale e energetica.

 

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