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Secondo le stime del Global Wind Energy Council, nei prossimi dieci anni verranno installati 380 GW da eolico offshore: un mercato enorme, in cui il nostro Paese sta entrando utilizzando spesso tecnologie molto innovative. E anche quando si guarda all’eolico più tradizione, quello a terra, il nostro paese può vantare diversi casi virtuosi, in cui l’energia dal vento ha contribuito a rivitalizzare piccole comunità e a creare nuovi posti di lavoro

Le rinnovabili, oltre ai benefici per l’ambiente e all’azione di contrasto ai cambiamenti climatici, hanno un altro vantaggio rispetto alle fonti fossili: creano posti di lavoro distribuiti sui territori, a cui restituiscono una parte non trascurabile della ricchezza che generano.

Per rendere più concreta questa argomentazione, si può citare il caso di San Marco dei Cavoti, Foiano di Val Fortore, Molinara e Baselice, quattro comuni della provincia di Benevento in cui negli anni sono stati installati impianti eolici.

In tutti e quattro i casi, la dinamica è stata molto simile: a una fase iniziale di diffidenza, se non di aperta ostilità, è seguito l’entusiasmo per le ricadute sull’occupazione e per i vantaggi economici per le popolazioni locali.

Partiamo da San Marco dei Cavoti, un comune di 3.000 ab’itanti in cui l’eolico rappresenta la più grande azienda del territorio: attraverso le convenzioni stipulate con i gestori degli impianti, il Comune riesce a provvedere al rifacimento delle strade, ai trasporti scolastici e ad altri servizi per i cittadini.

A Foiano, gli impianti danno lavoro a una cinquantina di persone che si occupano della manutenzione e delle operazioni di gestione: numeri non trascurabili in un comune che ha meno di 1.400 abitanti e che possono contribuire ad arrestare lo spopolamento e il calo demografico dell’area.

A Molinara e a Baselice, dove si sono registrate le proteste più accese al momento dell’annuncio della costruzione degli impianti, ora si registra un vero e proprio boom di corsi di formazione legati al settore delle rinnovabili, boom che si accompagna alla consapevolezza, sempre più diffusa tra gli operatori, che è necessario comunicare i vantaggi delle fonti di energia pulite alla popolazione interessata.

Inoltre, con i ricavi che arrivano dagli impianti le amministrazioni comunali riescono a erogare i servizi per gli anziani e a mantenere il verde pubblico.

Pur tra difficoltà e intralci, cresce l’eolico in Italia

Nonostante le difficoltà e gli intralci (a oggi sono tredici le regioni che hanno individuato aree non idonee per la creazione di parchi eolici, e il 79,3% dei progetti presentati nel 2019 è fermo, percentuale che sale al 90% per quelli presentati nel 2020 e al 99,9% per i progetti presentati nel 2021), gli obiettivi di sviluppo del settore sono importanti.

Se oggi si producono circa 12 GW di elettricità sfruttando il vento, al 2030 si punta ad arrivare a oltre 28 GW: ecco allora che si moltiplicano le proposte e le innovazioni per far crescere questo settore della transizione green.

Molto promettente è l’eolico off-shore, che oltre a non consumare suolo può beneficiare anche di venti più sostenuti e costanti, garantendo così una produzione più continua.

Di recente, SolarDuck, Green Arrow Capital e New Developments hanno firmato un accordo per la realizzazione di un progetto ibrido eolico-solare flottante offshore nel golfo di Taranto, al largo della costa di Corigliano-Rossano in Calabria.

L’impianto ibrido eolico-solare flottante offshore sarà composto da 28 turbine eoliche galleggianti, con una potenza eolica di 420 MWp e da una centrale fotovoltaica galleggiante di 120 MWp, per una potenza totale complessiva di 540 MW.

La parte fotovoltaica, una delle prime strutture galleggianti di questo tipo a essere installata nel nostro paese, è gestita dall’olandese SolarDuck e garantisce un impatto ambientale minimo, con elevate condizioni di sicurezza in esercizio e durante le operazioni di manutenzione.

Che l’eolico offshore susciti grande interesse è confermato anche dal workshop conclusivo del progetto Floatech che si è svolto a Berlino e che ha chiamato a raccolta i principali operatori del settore in Europa.

Floatech, un progetto Horizon 2020, aveva due obiettivi: da un lato, lo sviluppo di nuove tecnologie per il controllo delle turbine eoliche galleggianti, che combinano la previsione del moto ondoso e l’anticipazione dei movimenti indotti della piattaforma, con l’obiettivo di aumentare la produzione energetica annuale del parco.

Dall’altro, lo sviluppo di Qblade-Ocean, un codice di modellizzazione open source per l’analisi del comportamento delle turbine galleggianti che consente di considerare, in maniera integrata, la risposta dei diversi elementi (aerogeneratore, controllo, piattaforma, ormeggi, strutture) che compongono la turbina eolica galleggiante.

Nel progetto è coinvolto anche un centro di ricerca italiano, Seapower, che ha gestito una delle attività conclusive del progetto, connessa con la valutazione tecno-economica delle tecnologie di controllo sviluppate, e ha realizzato un modello di stima del Levelized Cost Of Energy (Lcoe), parametro che rappresenta il costo unitario di produzione dell’energia per MWh generato.

Crediti immagine: Depositphotos



 

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