La Tari è una tassa che spetta a chi occupa un appartamento e non a chi ne detiene la proprietà. Tuttavia quando un appartamento è in affitto o condiviso con persone esterne possono insorgere alcuni problemi soprattutto se un inquilino va via senza cambiare residenza.
Cos’è la Tari e a chi spetta pagarla
La Tari è la Tassa sui rifiuti le cui tariffe variano da Comune a Comune.
Chiunque possiede un appartamento è tenuto a pagare la Tassa sui rifiuti anche se la casa è disabitata, a meno che l’abitazione non sia priva di arredi o utenze dei servizi di rete.
Se la casa è data in affitto per un periodo superiore ai 6 mesi, spetta al conduttore che la occupa fare al Comune una dichiarazione ai fini Tari e sostenere il pagamento della tassa.
Può capitare che un inquilino, pur avendo un regolare contratto e avendo richiesto la residenza, non abbia fatto la dichiarazione Tari al Comune. In quei casi, il Comune potrebbe inviare la richiesta del pagamento della tassa dei rifiuti direttamente al proprietario, il quale però potrà regolarizzare facilmente la situazione, comunicando al Comune tutti i dati contrattuali del suo inquilino.
Il problema si complica quando gli inquilini condividono uno stesso appartamento, siano essi studenti universitari che occupano delle stanze o siano amici o fidanzati che dovrebbero concorrere al pagamento della Tari.
Come si calcola la Tari
La dichiarazione ai fini Tari prevede si forniscano dati sui metri quadri della casa, come da visure catastali, e dati sulle persone che occupano l’immobile.
Il calcolo dell’importo della tassa, infatti, è dato da una quota fissa stabilita dal Comune moltiplicata per il numero dei metri quadri dell’immobile, sommata ad una quota variabile basata sul numero dei componenti che occupano l’abitazione.
Alla somma della quota variabile e della quota fissa viene poi applicato il tributo provinciale che è pari al 5% dell’imponibile.
Si comprende dunque l’importanza di una corretta dichiarazione ai fini Tari del numero delle persone che occupano effettivamente un’immobile.
Cosa fare se l’inquilino va via senza cambiare residenza
Potrebbe accadere che il proprietario di un appartamento condivida delle stanze con degli inquilini che versano un affitto oppure che il proprietario di un immobile affitti l’intera abitazione a dei conduttori che concorrono in solido al pagamento della Tari.
In tutti questi casi può rappresentare un problema se uno degli inquilini va via senza curarsi di dichiarare il proprio trasferimento in Comune.
La Tari infatti, in assenza di diversa dichiarazione, continuerebbe ad arrivare maggiorata rispetto ai componenti che occupano realmente l’appartamento.
In aggiunta, ancora, se un inquilino lascia un appartamento, senza curarsi di comunicare la nuova residenza presso l’Anagrafe del Comune che lo ospita, anche chi subentra successivamente a risiedere nell’immobile, sia esso inquilino o proprietario, avrebbe difficoltà a richiedere la propria residenza e potrebbe ricevere comunque una Tari maggiorata.
Qualora un inquilino lasci dunque un appartamento locato o in comodato d’uso trascurando di comunicare al Comune la propria nuova residenza e senza rilasciare una nuova dichiarazione ai fini Tari, il proprietario dovrà informarne prima possibile l’Ufficio Anagrafe del Comune di pertinenza dell’immobile rilasciando la sua dichiarazione a riguardo.
L’Ufficio Anagrafe, a quel punto, disporrà delle indagini per verificare la nuova residenza dell’inquilino interpellando le persone interessate o consultandosi con altri uffici.
Se l’inquilino non ha nel frattempo dichiarato nessun’altra residenza, i tempi di indagine si allungheranno e il proprietario vedrà comunque risolto il caso, ma solo trascorso un anno dalla propria dichiarazione.
Tari cosa fare se l’ex co-inquilino non cambia residenza: foto e immagini
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