Il 20 settembre 2023 la Camera ha approvato all’unanimità la modifica all’art. 33 della Costi-tuzione introducendo il nuovo comma «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Un risultato storico «la prima tappa – come lo ha definito il Ministro dello Sport Andrea Abodi – di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle in-dispensabili ‘difese immunitari e sociali’ e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità». eppure ancora c’è tanto da fare soprattutto per i giovani. Secondo un’indagine pubblicata da Openpolis «la pratica spor-tiva tra bambini e ragazzi ha su-bito un vero e proprio crollo durante la pandemia, che non ha riscontro nelle altre fasce d’età.Infatti, tra 2019 e 2021 la quota di sedentari nella popolazione è rimasta piuttosto stabile, pas-sando dal 35,6% al 33,7%. Al contrario, l’incidenza dei minori che non fanno sport è cresciuta dal 18,5% al 24,9% tra i 6 e i 10anni e dal 15,7% al 21,3% tra 11e 14 anni.
Più stabile tra i 15-17enni, dove è comunque cresciuta dal18,8% al 19,9%.Con la fine dell’emergenza, la quota di sedentari tra i minori si è avviata verso una fisiologica flessione, individuabile nei dati del 2022. Con l’eccezione dei bambini tra 3 e 5 anni, che in un caso su due non praticano sport, il calo è visibile in tutte le altre fasce d’età. I sedentari scen-dono al 21,7% tra 6 e 10 anni, al 17,2% tra 11 e 14, al 19,3%tra 15 e 17. Tuttavia, anche dopo la fine della pandemia, la quota di bambini e ragazzi che non fanno sport resta vicina a un caso su cinque». Il motivo? Conta molto, purtroppo, il fattore economico. «Anche nel 2022 – si legge nella nota di Openpolis -, il rischio di povertà o esclusione sociale ha colpito i minori molto più della media della popolazione. Chi nasce in una famiglia a rischio esclusione si trova molto più spesso a dover rinunciare alle attività pomeridiane tipiche di bambini e adolescenti. Il mancato accesso alle attività sportive per cause economiche pone la questione di come rendere più equa la possibilità di fare sport. Da questo punto di vista, le palestre scolastiche rappresentano uno strumento prezioso nella promozione dello sport tra i minori, a scuola e non solo». Purtroppo però anche in questo caso troppo spesso non si riesce a ga-rantire lo spazio idoneo. A Crotone, ad esempio, su 54 edifici scolastici complessivi 17 hanno la palestra mentre nella provincia sono 10 i comuni che non possono garantire ai piccoli studenti l’attività motoria nelle palestre.
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