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Finalmente il decreto Ecobonus per l’auto è stato firmato. Ora, però, occorre attendere il controllo della Corte dei Conti. Per l’effettività degli incentivi si dovrà quindi aspettare la prima o la seconda settimana di maggio.

Gli incentivi per l’acquisto di auto quest’anno saranno disponibili per tutti i contratti stipulati dal 1º gennaio al 31 dicembre 2024. Per accedervi, è necessario firmare il contratto di acquisto del veicolo entro il periodo indicato e mantenere la proprietà dell’auto per almeno 12 mesi. La richiesta del contributo sarà gestita direttamente dai concessionari, i quali dovranno registrarsi e prenotare l’incentivo sull’apposita piattaforma on line. Dopo aver applicato lo sconto al cliente, il concessionario dovrà confermare l’operazione con l’immatricolazione del veicolo entro 180 giorni dalla prenotazione.

Per le concessionarie è una boccata d’ossigeno, dato che anche a marzo hanno visto le vendite in frenata. A Bergamo le immatricolazioni sono scese del 6,3% rispetto allo stesso mese del 2023 e la flessione per le elettriche sfiora addirittura il 55%. Battuta d’arresto anche a livello nazionale (meno 3,7%), con le auto a corrente ferme a quota 3,3%. L’elettrico soffre non solo in Italia, ma anche in Europa, Germania in testa, che ha abolito gli incentivi. Perfino Elon Musk, patron della Tesla, è in difficoltà: annunciato il licenziamento di 15mila addetti nelle varie fabbriche del marchio americano.

«Aumentati gli sconti»

«A marzo il mercato è rimasto bloccato in attesa degli incentivi statali – afferma Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group –: non è possibile annunciare dei nuovi ecobonus a gennaio e poi farli uscire a maggio. Si sono persi mesi di vendite. Le case automobilistiche in parte hanno fatto ricorso all’aumento degli sconti per tamponare la situazione. Sconti che ora, con l’attivazione degli incentivi, taglieranno».

Sull’elettrico, poi, Ghinzani ricorda che «Stellantis a Pomigliano d’Arco ha attivato due mesi di cassa integrazione sulla produzione delle vetture a corrente. Continuo a pensare che l’elettrico non sia la soluzione a tutti i problemi. Basterebbe rinnovare il parco auto vetusto italiano per ridurre l’inquinamento. Vi sono in circolazione mezzi pesanti che consumano un litro per chilometro, senza contare le tonnellate di combustibile che impiegano navi e aerei». «Bisogna aprire gli occhi sulla realtà. La bolla elettrica scoppierà, la gente non vuole questo tipo di vetture per le caratteristiche non garantite di mobilità, l’autonomia, il costo della ricarica, che può superare un pieno di carburante».

«Anche l’usato ha risentito del ritardo nell’uscita dei nuovi incentivi – osserva Loreno Epis, presidente della categoria Autosalonisti di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima rivendita di auto di Scanzorosciate – perché la gente, in attesa degli ecobonus, ha rinviato l’acquisto. Poi sulle immatricolazioni del nuovo c’è da considerare che il 50% delle targature è avvenuto negli ultimi tre giorni del mese, con un’alta percentuale delle chilometro zero (le vetture autoimmatricolate dai concessionari per rispettare i budget di vendita, ndr). È un brutto segnale».

Gli incentivi riguardano soprattutto la rottamazione delle auto (a benzina o diesel) dalla categoria euro 0 alla euro 4 – comprese le euro 5, in caso di acquisto di auto elettriche o ibride plug-in – per nuclei familiari con un Isee inferiore ai 30mila euro. I fondi a disposizione sono di 240 milioni per l’acquisto di auto elettriche con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 20 g/km, 150 milioni per le ibride plug-in con emissioni tra 21 e 60 g/km, e 403 milioni per le vetture con emissioni tra 61 e 135 g/km. Da questa cifra vanno dedotti i 120 milioni già impegnati, riducendo il totale a 283 milioni. Gli incentivi disponibili vanno da 6mila euro (senza rottamazione) a 13.750 euro per rottamazione euro 0,1, e 2 con Isee fino 30mila euro per le elettriche, da 4mila a 10mila per le plug-in e da 1.500 a 3mila per le termiche.

 

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