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diMaria Teresa Meli 

Resta candidata al Centro e nelle Isole. Bonaccini la difende: non voleva un partito personale

«Il mio nome nel logo divide e non rafforza»: Elly Schlein sceglie la diretta Instagram per chiudere la polemica sull’inserimento del suo nome all’interno del logo del partito per le Europee. «Ringrazio chi ha fatto quella proposta, ma il contributo migliore a questa squadra lo posso dare correndo assieme alla lista».

La leader dem non ha riunito la segreteria prima di prendere la sua decisione, ma si è consultata con i fedelissimi e con alcuni big del partito, quindi ha innescato la retromarcia. A pesare sulla sua scelta anche le perplessità delle «new entry» come Lucia Annunziata che le ha mandato sul cellulare un messaggio di questo tenore: «Sono completamente in disaccordo con te, non puoi trasformare il Pd in un partito personale». Schlein dopo aver letto quelle parole su WhatsApp ha richiamato la giornalista per confrontarsi con lei.
 
Con l’annuncio della marcia indietro in molti hanno tirato un sospiro di sollievo, anche perché la segretaria ha fatto sapere che non correrà come «candidata semplice» nelle altre circoscrizioni. Ipotesi, questa, che era stata ventilata ieri come alternativa e che però non avrebbe migliorato il clima. «Dobbiamo chiuderla qui per evitare che questa storia si trasformi in un boomerang», ha detto la leader ai suoi. «Scelta saggia», hanno dichiarato quasi in coro Pier Lugi Bersani e Andrea Orlando.




















































Stefano Bonaccini, che l’altro ieri aveva avanzato nella riunione l’ipotesi di mettere il nome di Schlein nel logo, intervistato a Otto e mezzo, su La7, ha cercato di minimizzare il suo ruolo in questa vicenda: «Faccio il presidente del Pd ed è mio compito portare in Direzione la proposta uscita in larga maggioranza dalla segreteria. A differenza di molti altri, essendo il Pd un partito abituato a confrontarsi, la proposta è stata liberamente discussa». Quindi il governatore dell’Emilia Romagna ha sottolineato: «Secondo me Elly ha fatto bene a prendere la decisione che ha preso riguardo a un’idea che rischiava di dividere e non essere capita nella sua natura, che non voleva essere fare del Pd un partito personale». «Casomai — ha proseguito — se dobbiamo riconoscere un errore, è stata una proposta portata troppo tardi, bisognava valutare e discutere in più tempo».

E Bonaccini ha smentito che Schlein abbia minacciato di candidarsi in ogni circoscrizione: «Escludo nel modo più assoluto e categorico che lo abbia mai detto o pensato. Non ho dubbi, ci siamo sentiti più volte in questi giorni. Serve che si affronti la campagna elettorale delle Europee parlando dei temi».
Su come si sia giunti all’ipotesi di mettere il nome di Schlein sul simbolo le versioni nel Pd divergono. C’è chi sostiene che questa idea sia il frutto di un accordo costruito nei giorni scorsi tra i fedelissimi della segretaria e i più stretti collaboratori del presidente del partito (al Nazareno circolano i nomi di Igor Taruffi e Davide Baruffi). Un accordo che comprenderebbe anche il nome del candidato dem alla successione di Bonaccini in Emilia Romagna. Cosa che ha fatto infuriare Graziano Delrio che non è stato né consultato né avvertito, nonostante quella sia la sua regione, e che adesso, secondo alcuni, medita di porre sul tavolo la sua candidatura a presidente dell’Emilia Romagna.
 
I sostenitori di Bonaccini, però, negano questa ricostruzione. E fanno altrettanto i fedelissimi della segretaria. Ma la «gentiloniana» Lorenza Bonaccorsi, presidente del primo municipio di Roma non sembra dar credito a questa difesa e osserva: «Tra Schlein e Bonaccini non si sa chi abbia fatto la figura peggiore». E da Fratelli d’Italia ironizzano sui problemi del Partito democratico: «C’è chi va fiero del proprio leader e chi no».
Intanto, rischia di aprirsi un nuovo caso. Pietro Bartolo, candidato nelle Isole, ieri ha rilasciato una dichiarazione per manifestare il proprio «rammarico» per il fatto che il suo «impegno» non abbia avuto «la giusta considerazione da parte del segretario regionale». Perciò, annuncia Bartolo, «nelle prossime ore rifletterò sul da farsi».

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22 aprile 2024 ( modifica il 23 aprile 2024 | 06:51)

 

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