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Con la nuova direttiva Case green, nei prossimi anni molti edifici potrebbero essere costretti a fare dei lavori di efficientamento energetico. Per questo il governo Meloni, dopo aver combattuto il superbonus, si ritroverà a varare nuove agevolazioni edilizie: ecco quali sono le idee al momento.

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La direttiva Case green traccia il percorso verso le emissioni zero degli edifici in Europa nel 2050. Nei prossimi anni, ciascuno Stato dovrà elaborare un piano per raggiungere quell’obiettivo, con tappe intermedie nel 2030 e nel 2033. La direttiva dopo aver ricevuto l’approvazione finale venerdì scorso sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale, e venti giorni dopo entrerà in vigore; dopodiché, ogni Paese avrà due anni per recepirla. Per come è scritto il testo al momento è inevitabile che anche in Italia molti edifici dovranno fare dei lavori di efficientamento energetico, per ridurre i propri consumi. Così, il governo Meloni potrebbe varare delle nuove agevolazioni edilizie, dopo aver attaccato duramente il superbonus 110%.

Che fine farà il Superbonus dopo il 2025

Il superbonus, infatti, era nato proprio con l’idea di agevolare chi faceva dei lavori tali da effettuare un doppio salto di classe energetica (dalla C alla A, oppure dalla G alla E, per esempio). Circa 500mila case hanno utilizzato il bonus (494mila secondo gli ultimi dati Enea), che ora è nella sua fase conclusiva: l’agevolazione vale il 70% nel 2024, scenderà al 65% nel 2025 e poi finirà. Il numero di edifici coinvolti è stato piuttosto alto, ma quello toccato dalla direttiva Case green potrebbe essere molto maggiore.

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dal Corriere, ha definito “impossibili” gli obiettivi della direttiva per il 2030 e il 2033, cioè la riduzione dei consumi medi degli edifici residenziali del 16% e poi del 20-22% rispetto al 2020. Questo andrebbe raggiunto non solo tramite la ristrutturazione delle case esistenti, ma in parte anche con questo strumento. Il governo, ha detto Pichetto, sta già lavorando per capire chi esattamente dovrà fare dei lavori. Bisogna ricordare infatti che la direttiva prevede molte eccezioni: non saranno toccate le seconde case, gli edifici agricoli, i palazzi storici, gli immobili militari, quelli al di sotto dei 50 metri quadri.

Quali sono i nuovi bonus allo studio del governo

Ecco quindi l’apertura a nuovi bonus: “Faremo quello che sarà possibile e compatibile con la finanza pubblica”, ha affermato il ministro. Le agevolazioni potrebbero essere di due tipi. Da una parte, per chi ha “redditi elevati”, potrebbero esserci bonus “fiscali”, su un modello simile a quello del Superbonus. “Una detrazione con aliquota da definire”, che presumibilmente sarà più bassa del 110%, ma permetterà di detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi una parte della spesa effettuata.

Per chi invece ha redditi bassi dovrebbe partire un sistema diverso, ancora da definire. Pichetto non ha escluso “un contributo diretto dello Stato“. L’obiettivo comunque è evitare di ricreare un sistema di crediti fiscali, come avvenuto con il superbonus.

Quali lavori potrebbero essere coperti dalle agevolazioni

C’è poi la questione di quali lavori saranno coperti da questi nuovi bonus. Come detto, al momento si parla di ipotesi. Il ministro comunque ha detto che la priorità va data agli interventi “che servono” per ridurre i consumi energetici: “Pompe di calore, cappotti, doppi vetri. E al fotovoltaico, che comunque produce risparmi importanti”. Chiaramente, si tratta solo di un primo elenco provvisorio, ma sembra che il governo sia intenzionato a varare bonus più specifici rispetto a quanto avvenuto in passato.

Un rapporto di Enea pubblicato a fine 2023 ha fatto il punto su tutti gli interventi coperti nel 2022 dal superbonus e dalle altre agevolazioni edilizie, evidenziando quanto sono costati in media, anche in rapporto a quanta energia hanno fatto risparmiare. Risulta così che tra quelli con il miglior rapporto risparmio/prezzo ci sono effettivamente gli impianti di riscaldamento ibridi e le pompe di calore a condensazione, oltre al cappotto termico: si aggirano tra i tre e i cinque euro per ogni chilowattora risparmiato all’anno. Costa di più invece sostituire gli infissi (10,98 euro al kWh/anno) e molto di più un intervento per le tende, schermature solari o veneziane (18,59 euro).



 

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