Il Dl n. 39/2024 (decreto superbonus, anche denominato decreto Blocca agevolazioni) in GU n. 75 del 29 marzo 2024, dispone una stretta generale ai crediti d’imposta. Sono colpiti anche i crediti per piano Transizione 4.0 (in vigore fino al 31/12/2025), quello per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione e l’Ace, dove si può cedere solo una volta il credito.
Per tutti dovrà essere fatta comunicazione preventiva dell’ammontare degli investimenti che si intendono fare per l’anno in corso, la ripartizione temporale e le modalità presunte di utilizzo.
Bonus 4.0 come si utilizza il credito
Dal 2024 le imprese potranno utilizzare il credito d’imposta riguardo agli investimenti in beni materiali e immateriali dell’Industria 4.0. Gli incentivi sono rivolti a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente da natura giuridica, settore economico, dimensione, regime contabile e sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
La misura si pone l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, Design e ideazione estetica.
Per quanto riguarda i nuovi beni materiali dell’Industria 4.0, il credito d’imposta è pari al:
- 20% per investimenti fino a 500.000 di euro
- 10% per investimenti fino a 10.000.000 di euro
- 5% per investimenti fino a 20.000.000 di euro
Per quanto riguarda beni immateriali nuovi “Industria 4.0” il credito d’imposta per gli investimenti realizzati nel 2024 è pari al: 15% del costo.
Il credito d’imposta può essere utilizzato solo in compensazione con il mod. F24 in 3 rate uguali a partire dall’anno di interconnessione.
Come richiedere il bonus 4.0
Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, le imprese sono tenute a comunicare in formato elettronico al MISE l’importo complessivo degli investimenti che intendono effettuare nell’anno in corso, a partire dal 30/03/2024.
Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.
Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica asseverata delle attività ammissibili svolte in ciascun periodo d’imposta.
Comunicazione per investimenti nell’anno 2023
La comunicazione del “consuntivo” è richiesta anche per gli investimenti effettuati nel 2023 e la risarcibilità dei crediti maturati e non ancora utilizzati è subordinata all’invio della comunicazione stessa. Oggi è ancora in attesa che venga aggiornato il modello di comunicazione, quindi tali quote di credito restano bloccate.
Il collegamento tra risarcibilità dei crediti e presentazione della comunicazione, attualmente previsto solo per le spese sostenute nel 2023, quindi resta operativo per le sole spese sostenute negli anni successivi sia in fase contabile che in fase di valutazione finale.
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