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Dopo la pubblicazione dell’aggiornamento dei dati Istat sul
deficit 2023, la strada per il risanamento
dei conti pubblici
sembra essere sempre più in salita e
quella del Superbonus sempre più stretta e inaccessibile.

Deficit in rialzo: pesano Superbonus e bonus edilizi

Secondo le rilevazioni dell’Istituto, il debito pubblico sale a
7,4% (+0,2% rispetto a quanto indicato a inizio aprile), con un
aumento di 4,5 miliardi di euro su cui pesano proprio i bonus
edilizi e che, secondo il Ministro dell’Economia e delle Finanze
Giancarlo Giorgetti, sebbene non inciderà sulle previsioni del
Def, sarà necessario monitorare, pensando a nuove
misure finalizzate a ridurre il rapporto
debito/PIL
.

Considerato che i crediti di imposta incideranno
significativamente sulla dinamica del debito pubblico
fino al 2026,
una soluzione potrebbe essere
l’estensione da 4 a 10 anni del periodo nel quale usufruire delle
compensazioni (c.c. “spalmacrediti”); nel frattempo ci si
aspetta la mazzata finale sul Superbonus 110%, che Giorgetti
definisce come “una macchina da guerra infernale, un mostro
nato male”
che avrebbe creato una moneta fiscale parallela a
quella legale.

Superbonus sul banco degli imputati anche per Bankitalia, che ha
pure visto al ribasso le stime di crescita del PIL nel 2024 dello
0,6%, a fronte dell’1% del Governo. Come riportato dal Capo
del Dipartimento Economia e Statistica
della Banca
d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari,
  l’ammontare dei
crediti Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023
a inizio aprile equivaleva a 77 miliardi di euro (quasi 3,7 punti
percentuali del PIL), 5 volte di più di quanto aveva previsto il
DEF 2023.

77 miliardi a cui si devono peraltro aggiungere i 4,5
indicati adesso da ISTAT, e nel futuro ulteriori 5 o
6, tenendo conto che, secondo il Tesoro, solo nel 2023
sarebbero state concesse detrazioni al 110% sui lavori edilizi per
86 miliardi di euro.

I dati mancanti e le incertezze del Governo

Molte critiche però e poche certezze su come intenda agire
l’esecutivo per scaricare questi maggior oneri nel prossimo
triennio. Un dubbio posto anche dall’Ufficio Parlamentare
di Bilancio
, secondo cui il DEF, non contiene
sufficienti informazioni in relazione al Superbonus 110%
sull’entità degli importi considerati nei dati di consuntivo dei
documenti pubblicati dall’Istat e in quelli del Mef, e che
potrebbero rappresenre informazioni importanti anche se
provvisorie.

Allo stesso modo, importanti indicazioni potrebbero venire dalle
stime sull’impatto del superbonus e dei bonus
edilizi
, integrando i dati del mese di aprile di ENEA e
quelli sulle comunicazioni pervenute all’Agenzia delle Entrate
sull’uso delle opzioni alternative alle detrazioni dirette (sconto
in fattura e cessione del credito).



 

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