Un rapporto recente ha evidenziato le carenze dell’Italia nella corsa contro il cambiamento climatico, mostrando come il paese ancora fatichi a tenere il passo con gli impegni ambientali globali.
Il Climate Change Performance Index (CCPI) 2025, una collaborazione tra Germanwatch, Climate Action Network (CAN) e NewClimate Institute con il supporto di Legambiente, ci racchiude una verità scomoda: l’Italia arranca nella sua lotta contro il cambiamento climatico. Nonostante un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, il paese è fermo al 43° posto tra 63 nazioni considerate. L’analisi ci invita a riflettere: quali sono le carenze che ci trattengono e cosa si può fare per progredire?
Un Passo in Avanti, Due Indietro: La Posizione dell’Italia nel CCPI
Nel report di quest’anno, l’Italia ha salito una sola posizione rispetto al 2024, segnandosi al 43° posto. Eppure, la leggera avanzata potrebbe essere più illusoria che reale. Solo dodici mesi prima, il paese aveva subito una caduta di quindici posizioni rispetto al 2022, segnale preoccupante di un percorso ancora lungo e complesso. È chiaro che una momentanea risalita non è motivo di celebrazione; piuttosto, richiede una riflessione più profonda.
Due fattori critici penalizzano la performance italiana: l’inadeguatezza delle politiche climatiche e il ritmo lento nella riduzione delle emissioni climalteranti. L’Italia si colloca al 38° posto per il taglio delle emissioni e al 55° per le politiche climatiche, sotto la media di molti paesi industrializzati. L’attuale Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) è considerato da molti ambienti insufficientemente ambizioso per affrontare con efficacia l’emergenza climatica.
La Prospettiva di Legambiente e le Critiche al Governo
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, non risparmia critiche pesanti al governo italiano. Ciafani sottolinea un “approccio miope” nella gestione energetica del paese, che non solo aumenta la dipendenza energetica dall’estero, ma non riesce nemmeno a ridurre significativamente il peso delle bollette per famiglie e imprese.
Il nostro Paese sul fronte energetico continua ad avere una visione miope che non riduce le bollette pagate da famiglie e imprese, e che crea anche nuove dipendenze energetiche dall’estero, da Paesi sempre più instabili politicamente.
Il leader ambientalista accusa i nostri ministri di rifugiarsi dietro a scelte apparentemente pragmatiche e neutrali, promuovendo soluzioni che potrebbero risultare controproducenti. Tecnologie come la cattura e stoccaggio del carbonio e l’energia nucleare, secondo Ciafani, rappresentano tentativi di sviare l’attenzione dalle vere priorità, rischiando inoltre di compromettere la competitività italiana a livello mondiale.
Nascondersi dietro il dito del pragmatismo e della neutralità tecnologica ricorrendo ancora una volta a false soluzioni… faranno solo perdere tempo e risorse al nostro Paese.
Classifica 2024: il Caso Cinese
Al vertice della classifica, nessuna nazione è riuscita ad aggiudicarsi le posizioni di primato assoluto. Infatti, le prime tre posizioni restano vacanti, sottolineando che il cammino verso la sostenibilità è tutt’altro che compiuto. Tuttavia, la Danimarca emerge come leader, al quarto posto, grazie a tagli significativi delle emissioni e un forte impulso verso le energie rinnovabili. A seguirla, si posizionano Paesi Bassi e Regno Unito, che confermano il loro impegno ambientale concreto.
Di particolare interesse è la situazione della Cina, ora al 55º posto, con un calo di quattro posizioni rispetto al passato anno. Malgrado gli sforzi per incrementare le fonti di energia rinnovabile, le elevate emissioni di carbonio alimentate dall’uso continuo del carbone continuano a impattare pesantemente sul clima globale. Questo a testimonianza delle complesse sfide che il gigante asiatico deve ancora affrontare.
Nel complesso, il CCPI 2025 rappresenta un invito all’azione per l’Italia e per il mondo, un promemoria che senza sforzi concreti e coesi, il tempo potrebbe non essere dalla nostra parte. La strada verso un futuro sostenibile, sebbene in salita, è ancora accessibile per chiunque sia disposto ad affrontare la sfida.
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