Una fiumana che con fatica è riuscita a entrare all’interno di Piazza Castello. 20mila partecipanti, circa 70 pullman organizzati da tutto il Piemonte. Sono i numeri forniti dagli organizzatori, Cgil e Uil, che unitariamente hanno indetto lo sciopero generale.
Grande partecipazione
Una sorprendente partecipazione che ha visto diverse anime del lavoro, ma anche della società civile e della politica. Tutte le forze di opposizione: da Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Pd, oltre alle forze extraparlamentari Pci e Rinascita Comunista. A tenere lo striscione in apertura anche i consiglieri della Città di Torino Lorenza Petrarca e Tony Ledda, ma PURe l’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli.
Matteo Salvini è stato il più contestato, dopo la precettazione che ha visto la riduzione a 4 ore di sciopero per la categoria dei trasporti. Un manichino caricaturizzato con un naso da maiale e una mazza da primate ha al collo la scritta “Decido io come e quando potete scioperare”, un’altra figura mostra la premier Meloni con la lingua di serpente: “Condoni agli evasori, soldi per le armi, tagli alla sanità”.
I leader sindacali
Tra fumogeni rossi e blu, fischietti, tamburi e striscioni il lungo corteo comincia ad assembrarsi sotto il palco quando sono circa le 10,30. Il primo a parlare è Sergio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, a chiudere gli interventi la segretaria nazionale della Uil Vera Buonomo. In mezzo i delegati del mondo della Gdo, della Gtt, del mondo della sanità e della Diageo, la vertenza più “fresca”, con la multinazionale che ha comunicato nei giorni scorsi la chiusura dello stabilimento di Cinzano, circa 400 lavoratori coinvolti.
“Una grande giornata di sciopero, abbiamo risultati molto positivi dai luoghi di lavoro – ha commentato Giorgio Airaudo – Torino e il Piemonte non accettano che il governo cancelli il lavoro, non accettano che si continui solo con il lavoro precario. Vogliamo gli aumenti salariali per i lavoratori: ne hanno diritto visto che pagano il 90% dell’Irpef insieme ai pensionati. Le iniziative continueranno, ora rinnoviamo i contratti e contrastiamo la precarietà, anche con i referendum che ci saranno”.
“Lo sciopero di oggi ha l’obiettivo di cambiare la manovra di bilancio che non ci soddisfa – è il commento del segretario Uil Piemonte Gianni Cortese – Servono risposte in ordine all’aumento dei salari, con un’inflazione che in due anni e mezzo ha raggiunto il 17%. Serve un intervento sulle pensioni e non i miseri 3 euro che rappresentano un oltraggio alla categoria, c’è da finanziare la sanità con percentuali superiori al 6,2% del Pil, ben lontane dal 10% investito in media dagli altri paesi europei. C’è bisogno di potenziare l’istruzione mentre nella legge di bilancio si tagliano 7 mila posti tra insegnanti e personale Ata. Manca completamente una strategia per quanto riguarda le politiche industriali in una situazione di pesanti transizioni che mettono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. C’è anche da contrastare la precarietà che è in costante aumento: l’80% dei contratti di lavoro vengono rinnovati a tempo determinato”.
“Abbiamo deciso di programmare lo sciopero di 8 ore a livello nazionale in cinquanta piazze perché la manovra non parla al Paese reale – ha detto Vera Buonomo – Abbiamo bisogno di buone politiche industriali, servono maggiori investimenti nella sanità che è prossima al collasso e bisogna realizzare una riforma delle pensioni. Abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, perché i salari in questo paese sono fermi da vent’anni e maggiori assunzioni nel pubblico impiego. Le risposte del Governo sono state tutte negative, quindi abbiamo deciso di mobilitarci e le iniziative continueranno fino a quando non avremo delle risposte certe. Dobbiamo contrastare la precarietà che mette a rischio il futuro delle nuove generazioni e non solo”.
Studenti, precari e universitari
Quando a parlare sul palco è la segretaria nazionale un gruppo di studenti, precari e universitari, non appartenenti alle sigle sindacali, chiedono di poter parlare: “Sindacati, fateci salire” è il coro che si staglia sul lato sinistro. Dopo un tentativo di forzare le transenne e qualche tensione con gli addetti alla sicurezza dei sindacati sono poi riusciti a raggiungere il palco qualche decina di manifestanti e a portare le loro istanze davanti agli ultimi lavoratori di Cgil e Uil rimasti in Piazza. Qualcuno ha applaudito e sostenuto le parole sul coro “Contro i tagli alla precarietà, noi blocchiamo tutta la Città”.
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