Il 94enne oracolo di Omaha ha appena ceduto una parte delle sue azioni Apple, Bank of America e di altri titoli, generando 97 miliardi di dollari di guadagni per la sua Berkshire Hathaway. Vuole partire all’assalto di nuovi colossi? Preferisce avere liquidità in vista dell’ennesima imminente crisi? O si sta riorganizzando per la successione? Gli scenari.
Warren Buffett, detto l’oracolo di Omaha, è un’icona. Se fa una mossa, qualunque essa sia, non è mai un caso. E per questo non passa inosservata. Le sue strategie di investimento hanno fatto scuola, segnato un’epoca e, a 94 anni, lui continua a tenere alta l’attenzione. Cosa ha fatto Warren? Perché lo ha fatto? Cosa sa che noi non sappiamo? È appena accaduto di nuovo, quando con la sua società, la Berkshire Hathaway, ha concluso l’operazione più redditizia della sua storia. Una storia fatta di tori, orsi ed elefanti. In senso figurato, perché nel linguaggio finanziario sono animali usati rispettivamente per riferirsi a chi compra titoli in attesa di un aumento dei prezzi, chi viceversa vende aspettandosi un calo e chi è un grande investitore istituzionale.
Nelle casse a un livello record di 325 miliardi di dollari
Cominciamo dalla fine, gli elefanti. Buffett ha venduto una parte importante delle sue azioni Apple, Bank of America e di altri titoli nel terzo trimestre, generando 97 miliardi di dollari di guadagni per Berkshire Hathaway. Questa mossa ha portato la liquidità nelle casse a un livello record di 325 miliardi di dollari, pari al 28 per cento del valore patrimoniale della società, cioè il livello più alto almeno dal 1990, lasciando gli investitori a interrogarsi sul perché. E soprattutto cosa se ne fa di una simile montagna di soldi? Andrà a caccia di grandi aziende, gli elefanti appunto? Forse però c’è troppa concorrenza per pensare di potersi comprare un colosso da solo, con l’illusione che gli altri lo lascino fare.
Ribasso dei mercati in vista? Si spiegherebbe la cautela
E poi ci sono gli orsi: ossia Buffett potrebbe prevedere un ribasso dei mercati, insomma si tratterebbe di cautela di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche, ai rischi inflazionistici e a quelli recessivi in molte economie del mondo. Inoltre l’indice S&P 500, che rappresenta le 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione di mercato e viene considerato il benchmark principale per il mercato azionario americano, ha raggiunto livelli record. L’indicatore Shiller P/E – che dovrebbe misurare la bontà del prezzo dei titoli, cioè in sostanza se sono troppo cari o giustamente prezzati – a oltre 37 punti, ben al di sopra della media storica di 18-20, suggerisce che le azioni potrebbero essere sopravvalutate rispetto ai loro utili reali, aggiustati per l’inflazione.
Di crescite all’orizzonte non se ne vedono, e anche nel 2018…
Insomma, i segnali stavano facendo capire che era il momento di uscire. Ma se guardiamo indietro di qualche anno, nel 2018, Buffett decise di fermare il suo acquisto di azioni, accumulando liquidità, prima della crisi economica scatenata dal rialzo dei tassi di interesse, e quindi del costo del denaro, da parte della Federal reserve, la banca centrale degli Stati Uniti che controlla la politica monetaria del Paese. Vendere quindi potrebbe essere un modo di proteggersi, perché di tori all’orizzonte, e quindi di un mercato in crescita, non se ne vedono.
C’entrano i 94 anni? Potrebbe essere pronto a passare la mano
O più semplicemente c’entra l’età? Vendere i gioielli di famiglia forse significa mettere nelle mani della nuova generazione di investitori, Greg Abel in testa, gli strumenti per andare avanti senza di lui, come farebbe un buon padre di famiglia. La verità la sapremo solo tra tre mesi. Il tempo di scrivere la lettera annuale prevista per febbraio 2025.
Anche BlackRock si tutela: nuova grossa crisi in arrivo?
Per provare però a sciogliere l’arcano potrebbe essere utile guardare a come altri giganti del mondo degli investimenti si stanno muovendo. Per esempio BlackRock ha creato un fondo per fronteggiare una potenziale crisi del mercato immobiliare. Ricorda qualcosa? La crisi dei mutui subprime del 2008? Fatto sta che una cosa è certa: in momenti di incertezza è meglio restare agili e liquidi per fronteggiare meglio gli imprevisti. E questa prospettiva ben si sposa con quella di un investitore che ha fatto di disciplina, pazienza e attenzione al valore nel lungo termine il suo marchio di fabbrica.
La mossa ci dice qualcosa anche sul futuro di Apple
La mossa di Buffett solleva però interrogativi anche sul futuro di Apple, una delle aziende più valutate al mondo. Nonostante la vendita, Berkshire mantiene ancora una significativa posizione nel gigante tecnologico, dimostrando come questi continui a credere nel valore a lungo termine dell’azienda. Tuttavia, la riduzione della partecipazione potrebbe indicare preoccupazioni sulla capacità di Cupertino di poter continuare a crescere ai ritmi cui ci ha abituati, soprattutto in un contesto di sempre più agguerrita concorrenza nel settore tecnologico e di possibili cambiamenti normativi. Insomma, Buffett sembra prepararsi a ogni possibile evenienza, segno dei tempi che corrono. Che si tratti di una correzione del mercato, di nuove opportunità di investimento o semplicemente di una riorganizzazione del portafoglio in vista del passaggio generazionale, l’oracolo di Omaha dimostra ancora una volta grande abilità nel fiutare il mercato. Per questo ha fatto scuola.
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