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Turismo del disastro: Torre Archirafi invasa da curiosi a caccia di trofei da social


Dopo l’alluvione

In una domenica in cui si continua a togliere fango da case e locali sotterranei, diversi gitanti si sono recati nelle zone devastate dal maltempo

Di Giovanni Finocchiaro |

A distanza di giorni, con i riflettori che si sono quasi spenti sull’alluvione che ha colpito la zona acese,  quella giarrese e Riposto, in particolare la frazione ripostese di Torre Archirafi, ecco che subentra il fastidiosissimo turismo nelle zone delle catastrofi. In una domenica in cui si continua a togliere fango da case e locali sotterranei, i curiosi hanno invaso soprattutto la zona marinara di Torre.

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File interminabili fin dal mattino per fotografare e farsi immortalare accanto alle due auto precipitate in mare per poi rilanciare tutto suoi social. C’era anche un drone che riprendeva lo spettacolo di devastazione in tutta la zona, un privato che ha poi candidamente confessato di voler mettere tutto su una piattaforma così per… passatempo.

Pulizia in corso

Intanto la zona di via lungomare Pantano resta polverosa e aperta al traffico causando aria irrespirabile e intralcio per chi  stava continuando il lavoro di pulizia nelle proprie abitazioni e sui marciapiedi all’esterno. Nelle prossime ore il Comune dovrebbe continuare l’opera di pulizia cominciata quasi subito, quando nella zona in cui sono precipitate le auto in mare, causa dello straripamento del torrente Babbo, è stato tolto un cumulo di terra e di detriti di notevoli proporzioni. Ma la strada, via Lungomare Pantano, ieri, doveva essere interdetta al traffico permettendo solo accesso nei locali della farmacia del paese. Invece i curiosi hanno continuato a fotografare e a fotografarsi accanto ai simboli del disastro, auto e moto hanno sgommato (spesso) sulla strada ancora piena di terra e fango.  Nelle strade interne della frazione i segni del disastro sono ancora visibili anche se l’opera di Protezione Civile e Vigili del Fuoco continua.

A Giarre ci sono strade impraticabili o al limite della praticabilità, basti pensare a via Settembrini, ma non solo. Ci sono quartieri al limite dell’isolamento per i collegamenti stradali a dir poco precari. E intanto c’è chi passeggia per il gusto di conquistare like sui social.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA






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