Il governo è pronto a chiarire con l’ambasciata americana e valuta un incontro con Uber dopo le critiche arrivate dall’amministrazione degli Stati Uniti. Nel mirino i limiti imposti al servizio di noleggio con conducente da un decreto del ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, a due mesi dall’inizio del Giubileo. Con la big americana del trasporto che, gettando acqua sul fuoco, fa sapere di essere disposta a un eventuale incontro e a non voler bloccare, ma anzi ad aumentare gli investimenti in Italia. Andando oltre l’attuale gemellaggio con 10 mila tra tassisti e conducenti a noleggio in 15 città del Paese. Sempre, però, che «ce ne siano le condizioni di mercato». Il già approvato provvedimento sul foglio di servizio, con la contestata norma per gli Ncc che prevede un tempo minimo di attesa di venti minuti tra la prenotazione e il servizio, per ora non cambierà, ma si cerca lo sprint sull’aumento delle licenze, che tanto interessa alla categoria.
Si può partire proprio dalla Capitale, dove da mesi si attende il bando per sbloccare duemila nuove autorizzazioni. Come chiarito a Il Messaggero dal viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, il Mit non cambia idea sulle norme approvate (compresa quella sulla registrazione della posizione dei clienti nei sistemi elettronici), ma sollecita Roma Capitale e la struttura per il Giubileo ad «attivarsi, come da loro competenze, per sbloccare l’aumento delle licenze Ncc».
LE CRITICITÀ
«Se ci fanno una richiesta – aggiunge – possiamo cercare insieme deroghe e meccanismi di anticipo in vista del grande evento». Il Comune, nei giorni scorsi, aveva fatto trapelare il motivo dello stallo sul bando: si attendono gli effetti dell’entrata in vigore tra dicembre e gennaio 2025 del decreto ministeriale (uno dei tre per riformare il trasporto non di linea, di cui due già approvati), preceduto da una circolare attuativa. Più nel dettaglio ad oggi a Roma ci sono circa mille Ncc autorizzati, ma almeno altri tremila lavorano nella Capitale se pur con licenza di altri Comuni.
Secondo la consigliera comunale del Pd, Antonella Melito, il nuovo foglio di servizio e la norma dei 20 minuti renderebbero più difficile l’arrivo di altri Ncc da fuori Roma. Il problema riguarderebbe quindi «la quantità di organico necessaria a soddisfare la domanda. Senza sapere a cosa porterà la riforma si rischia di gestire con superficialità un settore importante, decidendo di mettere a bando un numero di autorizzazioni non aderente al fabbisogno».
Il punto di caduta, quindi, potrebbe essere ad esempio l’anticipo su base locale del monitoraggio nazionale avviato con il Registro informatico pubblico nazionale, per capire più esattamente quanti Ncc ci sono in circolazione e dove operano.
Più in generale il Mit è poi disposto a valutare una nuova legge quadro nazionale per riformare l’intero settore del trasporto non di linea, come richiesto dai tassisti e dalle associazioni Ncc (che presenteranno un’apposita proposta nelle prossime settimane). Servirebbe a distinguere meglio i servizi taxi (obbligatori, su piazza e con tariffa amministrata dai Comuni) e quelli Ncc (con prezzi di libero mercato) e potenzialmente semplificare ancora il rilascio di nuove autorizzazioni (dopo le norme del decreto Asset del 2023).
LA MEDIAZIONE
Intanto gli Ncc per protesta hanno già indetto una manifestazione nelle principali città italiane per il prossimo 12 dicembre. «Se si continua a temporeggiare – denuncia il presidente di MuoverSì, federazione Ncc e mobilità – si rischia che le duemila autorizzazioni a Roma arrivino quando il Giubileo è già finito».
In ogni caso però, così come per i taxi, si tratterebbe comunque di un aumento insufficiente. Secondo Andrea Giuricin, docente della Bicocca e tra i massimi esperti in Italia del trasporto aereo e su strada, «la Capitale avrebbe bisogno almeno di 10 mila taxi e 20 mila Ncc». Per il Mit, che proverà a chiarirlo anche all’amministrazione Usa, i decreti «non sono limitanti né per Uber, né per gli altri servizi di noleggio con conducente» e non è comunque previsto il rientro obbligatorio al termine del servizio Ncc. Il tempo minimo di attesa (che non vale con la compilazione dei fogli di servizio partendo dalla rimessa), poi, servirebbe per il ministero solamente a differenziare il servizio da quello dei taxi. Ma è chiaro che dietro la norma c’è anche la mediazione con la categoria dei tassisti, che ha duramente contestato «l’intrusione americana» al grido di «l’Italia è un Paese sovrano».
C’è infine la partita del decreto del Mit, in attesa di via libera da parte dell’Antitrust e del Consiglio di Stato, sulle piattaforme digitali d’intermediazione. Se il testo non venisse modificato rispetto alle bozze circolate nei mesi scorsi, secondo i sindacati dei tassisti, si «aiuterebbero le piattaforme come Uber, non evidenziando le differenze con il radiotaxi e il nostro servizio pubblico, fatto nel rispetto di regole comunali».
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