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l’Italia è il terzo mercato dell’Ue, in arrivo macro investimenti sui data center


L’Italia si conferma il terzo mercato dell’Unione europea nel settore della cybersicurezza, dopo Germania e Francia, con un valore stimato di 2,15 miliardi di euro. Il dato, insieme alle prospettive di crescita e all’importanza della collaborazione pubblico-privata, è emerso oggi al Tavolo di coordinamento per l’internazionalizzazione delle imprese cyber. L’evento, trasmesso in diretta sul canale YouTube dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), è stato organizzato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci), in collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Acn e Ice-Agenzia. Michele Giacomelli, inviato speciale del Maeci per la cybersicurezza, ha individuato i mercati prioritari: Nord Africa, Medio Oriente, Africa subsahariana, America Latina e Balcani. “Queste regioni rappresentano le priorità strategiche su cui concentrare la nostra attenzione e i nostri sforzi”, ha dichiarato Giacomelli, sottolineando come un database dedicato alle imprese e all’ecosistema cyber italiano stia già facilitando l’incontro tra domanda e offerta.

L’ambasciatore Riccardo Guariglia, segretario generale della Farnesina, ha evidenziato il ruolo della cybersicurezza nelle dinamiche geopolitiche. “La cybersicurezza e l’intelligenza artificiale hanno acquisito un peso determinante. Non sarà possibile garantire lo sviluppo economico futuro senza una solida capacità di sicurezza cyber delle infrastrutture critiche”, ha dichiarato. “L’internazionalizzazione delle imprese cyber non è solo un volano di crescita economica, ma contribuisce anche al rafforzamento della sovranità digitale europea, elemento cruciale per garantire maggiore sicurezza per tutti i paesi europei, Italia inclusa”.

Secondo i dati presentati, tra il 2023 e il 2027 il tasso di crescita annuo composto dell’Italia nei servizi di sicurezza, il segmento di mercato più grande a livello globale, è il terzo più alto rispetto a un campione di paesi di riferimento (tra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Israele). Anche nei segmenti di sicurezza applicativa e software per la sicurezza dei consumatori, l’Italia registra performance significative, posizionandosi sopra la media di diversi paesi europei e globali. “Vuol dire che il tipo di tecnologia e il tipo di richiesta che viene fatta in Italia è di qualità e di livello rispetto al resto del mondo. Se riuscissimo ad agganciare questo trend di mercato e a sbloccare la produzione di tecnologia in Europa ci sono tutti i presupposti per una storia di successo”, ha detto Luca Nicoletti, capo servizio programmi industriali tecnologici e di ricerca dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza.

Bruno Frattasi, direttore generale dell’Acn, ha confermato che l’Italia ha colmato parte del gap competitivo rispetto a Stati Uniti, Israele e altre nazioni europee. “Negli ultimi mesi, l’Italia ha conquistato posizioni di prestigio e oggi è il terzo Paese per investimenti nel settore”, ha detto Frattasi. Peraltro, è stata annunciata la partecipazione dell’Italia al Rsa Conference di San Francisco nel 2025, con una collettiva di start-up e un programma di accesso al mercato Usa. Massimo Marotti (Acn) ha sottolineato l’importanza della valorizzazione delle capacità nazionali all’estero, ricordando che questo tema è stato al centro dei lavori della prima Conferenza nazionale sulla Cyber Capacity Building, ospitata dalla Farnesina lo scorso luglio. “In questa direzione, è stato istituito un tavolo di coordinamento per affrontare in modo strutturato ed efficace le sfide del settore, facilitando la cooperazione tra istituzioni, imprese e partner internazionali”, ha spiegato.

L’Italia, inoltre, si prepara ad attrarre importanti investimenti nei data center, con un progetto già in pipeline da 4,2 miliardi di Microsoft e potenziali investimenti aggiuntivi per 20-30 miliardi. Secondo Giovanni Savini, direttore generale dell’Unità di missione attrazione e sblocco investimenti del ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’articolo 13 del decreto 104/2023, che consente al Consiglio dei ministri di dichiarare di interesse strategico investimenti superiori a un miliardo di euro, con la nomina di un commissario straordinario per accelerare i processi, è stato un “game changer”.

“Questa leva normativa ha già portato alla prima dichiarazione di interesse strategico per un’importante struttura di realizzazione di microchip a Novara”, ha detto ancora Savini. E’ noto, inoltre, che Microsoft ha annunciato un investimento di 4,2 miliardi di euro in Italia per data center e intelligenza artificiale. A questo potrebbe aggiungere anche un macro-investimento di 20-30 miliardi per data center strategici. “Se riuscissimo a portarlo anche sotto il Po non sarebbe male anche per rafforzare le sinergie con il Piano Mattei e con l’Africa settentrionale”, ha concluso.

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