Palazzi color crema che si stagliano eleganti sotto il sole, preziosi rosoni che adornano le facciate di chiese e cattedrali con la loro ricercata complessità, e le testimonianze di un passato glorioso che affondano le radici nell’antica Lupiae: una terra di sorprendente e multiforme bellezza che merita di essere inserita nella lista dei siti patrimonio Unesco. È l’iniziativa lanciata dai componenti in Consiglio comunale del Partito democratico di Lecce (Paolo Foresio, Antonio Rotundo, Sergio Signore e Loredana Di Cuonzo), inviando nelle scorse ore un’interpellanza urgente al presidente dell’assise, Bernando Monticelli Cuggiò, e al sindaco Adriana Poli Bortone.
La proposta
L’iniziativa si pone l’obiettivo di valorizzare il ricco patrimonio artistico, storico e archeologico della città, una vera e propria culla di civiltà che ha saputo conservare nei secoli la memoria del suo passato. «Lecce – si legge nel documento presentato dai consiglieri – vanta una storia millenaria che testimonia l’importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale, essendo stata un naturale ponte tra Oriente e Occidente e un importante presidio della civiltà romana».
Il riconoscimento da parte dell’Unesco, sottolineano i promotori, non sarebbe solo una medaglia al valore storico e culturale della città, ma rappresenterebbe anche un volano per lo sviluppo sostenibile, il turismo culturale e la tutela ambientale.
Una simile certificazione, infatti, offrirebbe nuove opportunità di crescita economica e una visibilità globale che potrebbero rafforzare il posizionamento di Lecce tra le mete di eccellenza del panorama internazionale. L’Anfiteatro della centralissima piazza Sant’Oronzo – per il quale il sindaco Poli Bortone ha ottenuto un finanziamento da parte del ministero della Cultura per riportare alla luce una parte ancora nascosta dell’arena –, il Teatro romano, sempre nel cuore della città. Gli importanti ritrovamenti dell’insediamento archeologico di Rudiae, poco fuori il centro, parco all’interno del quale sono stati rivenuti un Anfiteatro, una necropoli e due cinte murarie in blocchi di pietra calcarenitica. E indagini recentissime, invece, hanno individuato il quarto teatro romano. Poi, San Cataldo. È lì che nel II secolo dopo Cristo fu realizzato uno dei porti più importanti del Mediterraneo, meta di traffici marittimi, arrivi e partenze: Porto Adriano, citato dallo storico e viaggiatore greco Pausania nei suoi scritti, in cui specifica anche che il porto deve il suo nome proprio all’imperatore Adriano che ne volle l’edificazione. E ancora, il barocco. Lecce è universalmente nota come la capitale del barocco grazie a un patrimonio architettonico straordinario che abbellisce il centro storico. Tra le opere più celebri spicca la Basilica di Santa Croce, capolavoro assoluto dello stile barocco, caratterizzata da una facciata riccamente decorata con sculture, cherubini e il celebre rosone centrale. A pochi passi si trova piazza Duomo, una delle piazze più scenografiche d’Italia, che accoglie il duomo di Lecce con la sua facciata imponente, il campanile e il raffinato palazzo vescovile. Tra le testimonianze barocche laiche spiccano palazzo Celestini, oggi sede istituzionale, e altre residenze nobiliari disseminate nel centro storico. Non si può dimenticare Porta Napoli, antica porta d’accesso alla città, che incarna il passaggio tra il passato medievale e la nuova visione artistica del Seicento. Insomma, ogni angolo di Lecce racconta il barocco nella sua forma più raffinata e unica.
«Il patrimonio archeologico e architettonico di Lecce ha un valore universale che merita di essere tutelato, preservato e condiviso con il mondo intero, in quanto esempio di grande importanza storica, culturale e artistica», si legge ancora nel documento, pertanto, «la città ha già intrapreso azioni significative nel tempo e a cura delle amministrazioni diverse che negli anni si sono succedute anche di parti politiche diverse, che hanno portato alla valorizzazione e la conservazione del proprio patrimonio, ed è impegnata in progetti di sensibilizzazione e promozione a livello locale, nazionale e internazionale». Con l’aggiunta che: «È un importante riconoscimento la promessa di fondi da destinare al recupero e disvelamento di altre parti di questo patrimonio da parte del ministero della Cultura fatta alla stessa Prima cittadina». L’auspicio, insomma, è che questa iniziativa trovi il supporto necessario per trasformarsi in realtà, regalando a Lecce e ai suoi abitanti un riconoscimento che rispecchi pienamente il valore inestimabile della loro terra. Per questo il gruppo consiliare del Pd a Palazzo Carafa chiede al sindaco quali iniziative intenda adottare al fine di «avviare il percorso di ufficiale richiesta al ministero della Cultura e alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco di procedere alla candidatura di Lecce come sito patrimonio dell’umanità, includendo sia i suoi straordinari ritrovamenti archeologici romani, che il suo valore barocco».
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