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La startup britannica che combatte l’inquinamento da microplastica Naturbeads chiude round da 9,3 mln euro e avvia i lavori per il primo impianto in Puglia


C’è stata una solida partecipazione di investitori italiani nel nuovo round della startup britannica Naturbeads, che ha sviluppato una tecnologia unica e innovativa che consente di sostituire le microsfere di plastica con prodotti biodegradabili a base di cellulos. Al nuovo round, di Serie A, da 9,3 milioni di euro, che è stato guidato da EOS Advisory, operatore di venture capital a impatto con sede a St. Andrews in Scozia e già precedente investitore, hanno partecipato anche Progress Tech Transfer, il primo fondo di venture capital lanciato da MITO Technology, che a sua volta già era investitore nella startup, insieme al fondo Corporate Partners I gestito da CDP Venture Capital sgr  al suo primo investimento nella società, così come altri nuovi investitori  come  PI-NB e Paragon Capital Management di Singapore attraverso il fondo early-stage Paragon Ventures I  (si vedano qui il comunicato stampa di MITO Technology e qui quello di CDP Venture Capital).

La startup aveva raccolto in precedenza un round da 1,5 milioni di euro nel giugno 2022, che era stato sottoscritto come detto dal fondo Progress Tech Transfer e dall’impact investor scozzese EOS Advisory insieme al gruppo industriale chimico austriaco proionic Gmbh (si veda altro articolo di BeBeez).

La tecnologia di Naturbeads per creare le microsfere di cellulosa è stata sviluppata all’Università di Bath dai professori Janet Scott e Davide Mattia del Center for Sustainable Chemical Technologies nel 2017. I  due professori hanno poi fondato Naturbeads nel 2018 per commercializzare la tecnologia insieme all’imprenditrice Giovanna Laudisio. Nel 2019 Naturbeads è stata la prima società nella quale ha investito il fondo a impatto Sky Ocean Ventures nell’ambito dell’iniziativa lanciata insieme a UK Research and Innovation (UKRI, Innovate UK, l’agenzia governativa britannica per l’innovazione, che allora avevano stanziato con il loro Plastic Research and Innovation Fund, un impegno di 6 milioni di sterline da investire in 10 startup britanniche che hanno identificato soluzioni per risolvere il problema delle plastiche negli oceani. A Naturbeads erano andate 582 mila sterline (si veda qui il comunicato stampa dell’Università di Bath). Successivamente la startup si è assicurata due ulteriori grant da Innovate UK, uno nel 2020 da 47 mila sterline e uno a fine 2021 da 425 mila sterline. Infine anche l’acceleratore svizzero MassChallenge ha investito 65 mila franchi svizzeri nel 2020.

Grazie alle risorse incassate con il nuovo round, Naturbeads costruirà ora il suo primo impianto di produzione in Italia, in Puglia. Il finanziamento consentirà all’azienda di aumentare significativamente la propria capacità produttiva per soddisfare la crescente domanda di ingredienti sostenibili in molti settori industriali, tra cui quello delle microplastiche. Naturbeads sta già collaborando con diversi produttori globali per integrare i suoi ingredienti di microsfere di cellulosa in varie applicazioni industriali, dimostrando che le  microsfere di cellulosa si decompongono naturalmente senza compromettere le prestazioni del prodotto, e prevede di annunciare i suoi primi traguardi commerciali nel corso del 2025.

Le microplastiche, particelle di plastica di dimensioni inferiori a cinque millimetri, persistono nell’ambiente per centinaia di anni, contribuendo all’inquinamento dei corsi d’acqua, degli ecosistemi marini, degli oceani e del suolo. Sono state rilevate in oltre 1.300 specie marine, sono diventate parte della catena alimentare e hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo al loro impatto sugli ecosistemi e sulla salute umana. Stime indicano che oltre 2 milioni di tonnellate di microplastiche vengono aggiunte ogni anno ai prodotti di uso quotidiano dai cosmetici ai detergenti, dagli adesivi alle vernici e molto altro ancora, che continuano a inquinare gli oceani e l’ambiente. Le normative UE per vietare l’uso delle microplastiche sono state pubblicate nell’ottobre 2023, con l’obiettivo di eliminarle gradualmente nei prodotti da risciacquo come shampoo e detergenti per il viso entro il 2027, seguito dall’eliminazione graduale nei prodotti per la cura della persona e per la casa, prodotti per l’agricoltura compresi i fertilizzanti e molti altri.

Giovanna Laudisio, amministratore delegato di Naturbeads, ha spiegato: “Le microplastiche sono state trovate in cima alle montagne artiche e nelle profondità della Fossa delle Marianne, con un recente studio che prevede che l’inquinamento da microplastiche potrebbe più che raddoppiare nel prossimo decennio. Ciò che ci differenzia dalle altre aziende che stanno cercando di risolvere le sfide del packaging in plastica è che siamo una delle poche in tutto il mondo a concentrarci esclusivamente sulla plastica presente nei prodotti quotidiani e a produrre un’alternativa scalabile ed ecologica”.

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Andrew Durkie, partner di EOS Advisory, ha dichiarato: “Giovanna e il suo team stanno affrontando una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo e non vediamo l’ora di supportare Naturbeads nella loro prossima, entusiasmante fase di commercializzazione e crescita”.

Alberto Calvo, managing director MITO Technology, ha aggiunto: “Il team ha ambizioni coraggiose di portare sul mercato una soluzione per affrontare l’inquinamento da microplastica in una varietà di applicazioni, con una tecnologia piattaforma che offre elevate prestazioni tecniche e con un approccio completamente circolare”.

E Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital sgr, ha concluso: “Naturbeads rappresenta un ottimo esempio di come un progetto nato in laboratorio possa evolversi verso una produzione industriale su larga scala, attirando investimenti internazionali. Siamo molto soddisfatti che il team abbia deciso di realizzare il nuovo sito produttivo in Puglia”.

 

MITO Technology, CDP Venture Capital sgr e le loro società partecipate
sono monitorati da BeBeez Private Data,
il database del private capital di BeBeez, supportato dal fondo FSI

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