La rete transeuropea dei trasporti (Ten-T) richiederà investimenti stimati di 845 miliardi di euro entro il 2040
Genova – Il “Rapporto Draghi” potrebbe essere facilmente ascrivibile come una di quelle pietre miliari del processo europeo di cui si parlerà in futuro. Se Bruxelles lo avrà adottato, almeno in parte, o se i suoi stati membri lo avranno solo sbirciato, rischiando poi di ripensarci con amarezza a molti anni da quel momento. A prescindere dalle singole considerazioni, il testo preparato dall’ex presidente della Bce fa ampia luce anche sul mondo della logistica e dei trasporti, mettendo nero su bianco le cifre di un investimento complessivo per dare all’Europa vere leve di competizione con Cina e Stati Uniti. Nello specifico, si evidenzia come la domanda di trasporti aumenterà esponenzialmente nei prossimi anni, il che porterà gli operatori a cercare investimenti per digitalizzare, decarbonizzare e aumentare l’efficienza.Di conseguenza, “i servizi logistici si specializzeranno sempre più, mentre le industrie dei trasporti sfrutteranno le catene di approvvigionamento e i processi esistenti per il riciclaggio e il recupero dei rifiuti”. La rete transeuropea dei trasporti (Ten-T) richiederà investimenti stimati di 845 miliardi di euro entro il 2040 ma ciò “non è accompagnato da un piano globale per garantire i finanziamenti e gli investimenti necessari”, sottolinea lo studio. Che sulle ferrovie afferma: “La gestione della capacità di trasporto non è pianificata o coordinata a livello transfrontaliero, ed esistono ancora circa 800 regolamenti statali per le ferrovie in tutta l’Ue.
Nel corso degli ultimi mesi, però, la sicurezza è arrivata al primo punto delle agende politiche sulle infrastrutture. E non solo per una questione di attacchi informatici, visto che il giorno inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è stato caratterizzato da enormi ritardi sulla rete ferroviaria a causa di un attacco mirato ad alcune centraline. E così la Germania ha dovuto far fronte ad attacchi sia fisici sia informatici, che hanno bloccato per molte ore il traffico in diversi länder.
La NIS2 e la sicurezza cyber
Nel gennaio 2023 entrava in vigore la direttiva NIS2 (Network and Information Security) sulla sicurezza delle reti e delle informazioni. Momento chiave per mettere in sicurezza i sistemi informatici e delle reti di tutta l’Unione, che oggi più che mai rischia di muoversi a due velocità. Da una parte si spinge infatti con vigore sui temi dell’innovazione, della smaterializzazione delle procedure e della burocrazia. Dall’altro, però, la Ue non è stata finora in grado di dare un sistema rigido di controllo alle reti, contribuendo inoltre a una cultura diffusa sulla sicurezza cyber, troppo spesso delegata al singolo o all’azienda. Rischi enormi, se consideriamo l’integrazione vigente tra lo smartphone del privato e infrastrutture digitali altamente sensibili.
L’introduzione dell’e-Cmr porta a un nuovo livello la necessità di sicurezza garantita sul mondo digitale. Tema ripreso anche da FS, che lo scorso giugno ha inaugurato a Milano la FS Security Academy, centro di formazione e sviluppo professionale dedicato al tema della security in ambito ferroviario. Dai corsi di cybersecurity, che affrontano le minacce informatiche più avanzate, alla sicurezza fisica, con moduli specifici su protezione delle infrastrutture critiche e gestione delle emergenze, l’academy sarà il nuovo centro di formazione e addestramento per chi dovrà sostenere una vasta rete di minacce ibride, magari anche duplici.
E così Alstom e Arbus Protect hanno recentemente annunciato una serie di progressi nel campo della cybersecurity del trasporto ferroviario, testando una nuova metodologia di valutazione del rischio per la sicurezza industriale. “Nel contesto dell’aumento dei rischi informatici in tutti i settori, Alstom è impegnata a proteggere gli asset ferroviari dei nostri clienti. La nostra collaborazione con Airbus Protect garantirà il successo continuo della mobilità sostenibile a livello globale”, ha evidenziato Eddy Thesee, vicepresidente della divisione Digital & Cybersecurity di Alstom. Tema al centro delle attenzioni dell’Unione Europea, visto che “Il settore ferroviario sta subendo una profonda trasformazione delle sue operazioni, dei suoi sistemi e delle sue infrastrutture a causa della digitalizzazione dei sistemi e delle infrastrutture OT e IT, dell’automazione dei processi ferroviari, delle problematiche del trasporto di massa e del crescente numero di interconnessioni con sistemi esterni e multimodali”, come recita l’agenzia dedicata alla cybersecurity, Enisa.
Nel suo ultimo report che analizza il biennio 2021-2022, Enisa sottolinea come “La maggior parte degli attacchi osservati ha preso di mira i sistemi IT delle ferrovie e ha causato interruzioni dovute alla mancata disponibilità di questi servizi. Esempi includono gli attacchi ransomware che hanno preso di mira Skånetrafiken (agosto 2021) e Ferrovie dello Stato Italiane (marzo 2022)”, ma prevalentemente per servizi legati ai passeggeri”. L’aumento però dell’automazione in ambito ferroviario è certamente uno degli aspetti più critici, su cui sarà necessario agire di concerto per evitare il blocco di determinate aree o regioni europee.
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