Presente anche la Fisac Cgil nazionale e dei territori interessati
Non è il Ponte sullo stretto l’opera necessaria per rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e del Mezzogiorno. È l’incipit del documento presentato in occasione della conferenza per dire No alla costruzione del ponte tra Calabria e Sicilia e nel quale si ribadiscono i motivi per i quali l’opera è ritenuta “un’opera inutile, dannosa e costosa”, e si rendono note le prossime tappe della mobilitazione, che porterà a più appuntamenti in Calabria e Sicilia e ad una manifestazione nazionale a Roma. Conferenza stampa, che si è tenuta a Roma il 15 novembre e promossa da Anpi, Arci, Cgil Messina, Cgil Reggio Calabria, Cgil Calabria, Cgil nazionale, Cgil Sicilia, Greenpeace, Invece del Ponte, Italia Nostra Messina, Legambiente, Libera, Movimento 5 Stelle, No Ponte-Capo Peloro, Partito Democratico, Rete degli studenti medi, Sbilanciamoci, Sinistra Italiana, Titengostretto, Verdi, UDU, UISP e WWF. Presente anche la Fisac Cgil con la segretaria nazionale Bruna Belmonte, la segretaria generale della Fisac di Messina, Marcella Magistro, e il segretario Sante Anastasi.
Il dipartimento Mezzogiorno della Fisac Cgil Nazionale, con le regioni e le aree metropolitane direttamente interessate, esprime considerazioni critiche rispetto al progetto del Ponte. “Il costo preventivato del Ponte sullo Stretto – scrive il Dipartimento Mezzogiorno della Fisac – è già passato dagli 8,5 miliardi del 2012 a 14,5 miliardi, cifra comprensiva delle opere di collegamento. L’impatto dell’incertezza geopolitica, dei problemi di approvvigionamento sul mercato internazionale dei materiali ferrosi riscontrati a partire dal 2021 e che tutt’ora sussistono e la quasi certezza di dover modificare in corso d’opera l’esecuzione dei lavori a partire da un progetto che si sta redigendo in tutta fretta potrebbero far lievitare i costi complessivi intorno ai 25 miliardi di euro, ovvero oltre due volte in più di quanto preventivato in passato. Si sta ragionando sull’ipotesi, con un emendamento alla manovra, di sottrarre 5,5 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione – destinato a tutte le regioni meridionali – per allocarlo sul progetto del Ponte e sopperire così ai maggiori costi rispetto a quelli preventivati. Inoltre, come evidenziato anche dal Servizio Bilancio del Senato la verifica circa la congruità delle risorse stanziate e da stanziare per il ponte non può che essere «demandata al futuro piano economico-finanziario della concessione”.
Anche in materia d’impatto sull’economia locale, sottolinea sempre il dipartimento Mezzogiorno della categoria della Cgil, “permangono forti dubbi rispetto a quanto dichiarato dal Governo. I 100 mila posti di lavoro attivabili tra occupazione diretta ed indotto dichiarati dal general contractor WeBuild rappresentano un dato palesemente gonfiato. Basti pensare che la costruzione del Ponte di Oresund tra Svezia e Danimarca alla fine degli anni Novanta ha visto coinvolte nel periodo di picco delle lavorazioni non più di 5 mila maestranze, per una struttura lunga più del doppio del Ponte sullo Stretto e comprendente anche un’isola artificiale ed un tunnel stradale e ferroviario di 3 chilometri. Inoltre, la valutazione dell’impatto dichiarato sul PIL ad opera aperta (2,9 miliardi di euro ovvero lo 0,17% del PIL italiano) appare un puro esercizio di stile in assenza di una valutazione costi-benefici che tenga conto anche del costo di gestione, il quale si tramuterà certamente in un pedaggio molto salato che potrebbe addirittura rappresentare un freno al pieno utilizzo dell’infrastruttura”.
Anche le strutture della Fisac della Sicilia, e in particolare Messina, e Calabria, con Reggio Calabria, hanno espresso posizioni critiche attraverso due documenti.
FISAC SICILIA/MESSINA
⇒ Documento curato da Marcella Magistro per la Fisac Cgil Messina e Sicilia
FISAC REGGIO/CALABRIA
⇒ Documento curato da Dario De Santis per la Fisac Cgil Reggio Calabria e Calabria
DOCUMENTO CONCLUSIVO
⇒ Non è il ponte sullo Stretto l’opera necessaria per rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e del Mezzogiorno
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