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Elezioni, affluenza a picco: a Piacenza vota il 33%, a Travo la partecipazione più alta


Affluenza in picchiata sia a livello locale che regionale. Nel Piacentino il primo giorno di voto si è chiuso con una partecipazione pari al 31,56%.

Alle 23 confermata la tendenza emersa a mezzogiorno e durante i dati delle 19. Le urne riaprono domani, lunedì 18 novembre, alle 7 e resteranno aperte fino alle 15.

Travo il comune dove si vota di più

Travo è il comune dove la partecipazione al voto raggiunge livelli più alti superando la soglia del 37%. A Ottone, complice la presenza di residenti che però vivono in altre province o all’estero, i numeri più bassi: alle23 di stasera infatti neanche il 10% degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne.

A Piacenza l’affluenza si attesta sul 33%, sotto la media regionale. Su Eligendo i dati riguardanti l’affluenza in tutti i comuni del territorio piacentino.

I seggi sono aperti domenica 17 novembre, dalle 7 alle 23, e lunedì 18, dalle 7 alle 15. Immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di voto inizierà lo scrutinio.

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Il voto in tutte le province

Alle ore 23 l’affluenza alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna è stata del 35,76%. Solo Rimini presenta un’affluenza alle urne inferiore a quella di Piacenza. A Bologna la percentuale più alta.

Nello specifico l’affluenza è così suddivisa per provincia: Piacenza 31,56%, Parma 32,21%, Reggio Emilia 35,25%, Modena 36,60%, Bologna 40,56%, Ferrara 32,90%, Ravenna 38,52%, Forlì-Cesena 34,64%, Rimini 30,17%.

Nella scorsa tornata elettorale le elezioni regionali si svolsero in una sola giornata e pertanto risulta difficile fare un raffronto.

I candidati alla presidenza della regione

Sono quattro, una donna e tre uomini, i candidati alla presidenza della giunta della Regione (tre in meno della precedente tornata) sostenuti da 11 liste (6 in meno rispetto al 2020).

Nell’ordine di come compariranno sulla scheda elettorale (di colore verde) e sui manifesti, i candidati alla carica di presidente della Giunta Regionale sono: Michele de Pascale, nato a Cesena (Fc) il 20 gennaio 1985; Elena Ugolini nata a Rimini il 9 giugno del 1959; Luca Teodori nato a Baden (Svizzera) il 10 novembre 1968; Federico Serra nato a Trento il 18 maggio del 1991.

Cinque le liste a sostegno di de Pascale, quattro a sostegno di Ugolini e una per Serra e Teodori (non è presente la lista a sostegno nelle circoscrizioni di Piacenza e Ravenna).

LA FOTO GALLERY DI MAURO DEL PAPA

I CANDIDATI ALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

Sono 547 i candidati (in calo rispetto al 2020 quando furono 739) in corsa per uno dei 50 posti nell’Assemblea legislativa (di questi, due seggi sono riservati al presidente eletto e al candidato presidente secondo classificato).

Sono uomini il 51% dei candidati consigliere (281), mentre le donne candidate sono 266. Tra tutti i candidati l’età media è di 50,6 anni (in crescita rispetto a cinque anni fa, quand’era di 46,9 anni).

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La fascia d’età, con 237 candidati, maggiormente rappresentata è quella che va dai 45 ai 59 anni (125 donne e 112 uomini).

Il candidato più giovane è una diciannovenne e quello più anziano ha 77 anni.

Oltre sei candidati su dieci (347, il 63%, 181 maschi e 166 femmine) sono nati nella stessa circoscrizione in cui si presentano; il 13% in un’altra circoscrizione (provincia) dell’Emilia-Romagna. Il 21% proviene da un’altra regione d’Italia (114, di cui 59 maschi e 55 femmine), mentre solo il 3% di essi è nato all’estero.

LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO

Governatori a parte, la partita più sentita a livello locale riguarda senz’altro la corsa al seggio di consigliere regionale. A Piacenza sono in 39 a contendersi tre seggi (quattro se si è particolarmente fortunati). Sale, dunque, la febbre in vista dello scrutinio di lunedì dopo che per settimane gli aspiranti hanno battuto il territorio in lungo e in largo.

Ma se per quanto riguarda la carica di governatore la legge emiliano- romagnola è semplicissima (viene eletto presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti, anche solo uno in più del secondo), decisamente più complicato è il meccanismo che regola la composizione del consiglio regionale, formato da 50 consiglieri.

Di questi 50, 40 sono eletti con metodo proporzionale in base ai risultati di ciascun collegio provinciale, 9 sono invece quelli eletti in base al premio di maggioranza (variabile), mentre un seggio spetta al candidato presidente vincitore. La regione è stata suddivisa in nove collegi, ciascuno corrispondente ad una provincia. Ciascun collegio elegge un numero preciso di consiglieri che formeranno i 40 eletti con il metodo proporzionale. A Bologna 9, a Modena spettano 6 consiglieri, a Reggio Emilia 5, Parma 4, Forlì-Cesena 4, Ferrara 3, Ravenna 3, Piacenza 3 e Rimini 3.

In sostanza, i seggi di ogni collegio vengono ripartiti fra le liste proporzionalmente ai volti ricevuti, ma questo avviene attraverso un calcolo tutt’altro che semplice. Un complicato calcolo matematico su due livelli. Il primo serve a determinare il cosiddetto quoziente elettorale di circoscrizione, che attribuisce i seggi pieni ad ogni lista nella rispettiva circoscrizione, ma genera anche dei resti.

Per attribuire quindi i seggi restanti, il calcolo viene eseguito a livello di collegio unico regionale: questa formula matematica definisce a quali liste e in quale circoscrizione provinciale attribuire i seggi. Alla ripartizione dei seggi non partecipano tutte le liste, ma solo quelle che hanno superato la soglia di sbarramento, cioè quelle che hanno ottenuto almeno del 3% dei voti validi o il cui candidato presidente collegato ha ottenuto almeno il 5% dei voti nella relativa elezione.





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