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La stagione sciistica è alle porte e le prima neve ha già imbiancato le vette più alte delle Dolomiti.
Fra meno di un mese le piste brulicheranno di turisti e atleti, dando il via alla stagione invernale.
Per immergerci in questa atmosfera, abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro e Camilla Berlanda, fratello e sorella trentini entrambi maestri di sci che da anni prestano servizio fra il Bondone e la Val Gardena.
Alessandro, Camilla, quando avete iniziato a sciare e soprattutto, come siete diventati maestri di sci?
Alessandro: “Ho iniziato a sciare all’età di quattro anni sulle piste del Bondone, la mia seconda casa. Ho praticato questo sport a livello agonistico fino all’età di 14 anni, quando mi sono appassionato al fuori pista e al free-style.
Su consiglio dei miei genitori nel 2015 ho partecipato alle selezioni per accedere al corso e diventare maestro di sci in Alto Adige e dopo due anni e mezzo di formazione, eccomi operativo. Vista la mia vocazione per il fuori pista, sono poi diventato allenatore di free-ski.”
Camilla: “Stando ai racconti di mia mamma, ho indossato gli sci all’età di due anni dopo aver fatto non so quanti capricci perché vedevo Alessandro muovere i suoi primi passi sulle piste. L’idea dei miei genitori era quella di farmi provare, così poi cadevo, prendevo paura e la smettevo di frignare. Quel giorno però non è andata così.
Crescendo mi sono buttata poi sull’agonismo e ho gareggiato fino alla quinta superiore. Non essendo la carriera sportiva il mio sogno nel cassetto, per coronare il mio percorso sciistico mi sono infine iscritta al corso per diventare maestra. Ho partecipato alle selezioni nello stesso anno di Alessandro, ma a differenza sua, il percorso lo ho fatto in Trentino.”
Come si diventa maestri di sci?
Camilla: “Il corso, organizzato a livello nazionale viene attivato in ciascun collegio. Solitamente i collegi corrispondono alle regioni, fatta eccezione per il Trentino Alto-Adige che ne ha due, uno per provincia.
Per accedervi sono previste delle selezioni della durata di tre giorni, volte a valutare lo sciatore nella maniera più completa possibile. Nel 2015 i candidati in Trentino erano oltre 100 e ne hanno ammessi soltanto 35.”
Alessandro: “Il corso è suddiviso in diversi moduli, alcuni teorici che spaziano dalla storia del territorio alla normativa e altri invece più pratici, dove si affrontano assieme agli istruttori i diversi passi del testo tecnico, un documento nel quale è racchiusa la tecnica sciistica.”
Perché secondo voi è importante imparare a sciare affiancati da un maestro?
Camilla: “In primis, imparare con un maestro qualificato è questione di sicurezza. Questa figura infatti ti insegna ad affrontare gradualmente qualsiasi tipo di pista. Quando parlo di sicurezza, non parlo solo della propria, ma anche di quella delle altre persone presenti sulla pista.”
Alessandro: “Un maestro è sicuramente in grado di trasmettere la passione per la disciplina che sta insegnando. Negli anni ho notato una cosa molto strana e curiosa: molti hanno quasi paura a rivolgersi ad un maestro perché pensano si aspetti già delle prestazioni. La maggior parte delle volte però la prima lezione inizia spiegando come si mettono gli scarponi e incoraggiando l’allievo a prenderci confidenza.
Credo inoltre che al giorno d’oggi imparare con un maestro sia fondamentale perché con i nuovi materiali di cui sono fatti gli sci, si riesce a prendere velocità molto facilmente anche su discese non troppo ripide.
L’allievo deve essere sempre confidente e deve affrontare le difficoltà passo dopo passo. Se una persona provasse a sciare su un pendio di pochissimi gradi più inclinato di quelle che sono le sue capacità, rischierebbe soltanto di prendere paura abbandonando definitivamente gli sci.”
Si può imparare a sciare anche da adulti e soprattutto, è possibile in questi casi vincere la paura?
Camilla: “Si può imparare a sciare a qualsiasi età. Da maestra posso dire che è molto importante il modo in cui ci si pone con l’allievo. È necessario infatti creare un rapporto empatico e di fiducia, all’interno del quale il cliente sia in grado di comunicare le proprie paure e le proprie perplessità.
Spesso gli uomini, che di natura sono più orgogliosi e spavaldi fanno più fatica ad esprimere le proprie sensazioni e per un maestro aiutarli a progredire diventa quindi più difficile.”
Veniamo ora al tema della sicurezza sulle piste, sempre al centro dell’attenzione durante qualsiasi stagione invernale. Ve la sentireste di dare qualche suggerimento agli sciatori?
Alessandro: “Non fidatevi degli amici che si ritengono esperti e soprattutto, ascoltate i suggerimenti del vostro maestro, in particolare quando vi consiglia le piste che in quel momento potrebbero essere alla vostra portata. I resort sono in grado di accogliere tutti i tipi di clienti, dai principianti ai professionisti. Vi sono piste per qualsiasi livello e non è detto che le nere siano sempre quelle più belle.
Vorrei inoltre fare un appello sull’importanza del casco indossato nella maniera corretta. Il casco infatti è un dispositivo di protezione che per funzionare deve aderire perfettamente alla testa. Bisognerebbe quindi evitare di indossarci sotto un berretto. In caso di caduta, si rischia un trauma cranico.”
Camilla: “Mi riallaccio al tema del casco, indumento che ritengo dovrebbe essere imposto a tutti come obbligatorio. In particolare, i primi a doverlo indossare dovrebbero essere i maestri, indipendentemente dalla lezione che stanno svolgendo. Il buon esempio dovrebbe infatti partire dalle scuole.
Vorrei inoltre raccomandare a tutti gli sciatori di farsi un bel bagno di umiltà prima di mettere piede in pista. Una delle prime cause di pericolo sono infatti coloro che si lanciano lungo una discesa senza avere il minimo controllo dell’attrezzo. Essere un bravo sciatore non significa soltanto andare veloce, ma anche essere in grado di prendere decisioni immediate e di frenare o cambiare direzione piuttosto rapidamente. A proposito della velocità di reazione, ci tengo a precisare poi che questa viene molto rallentata dopo il consumo di bevande alcoliche e in un ambiente come le piste da sci occorrono invece vigilanza e reattività.”
Qual è l’aspetto che più vi piace della vostra professione?
Camilla: “Questo lavoro mi permette di stare all’aria aperta e di essere sempre circondata dalle mie montagne. Lo sci è inoltre uno sport completo che mi offre l’opportunità di frequentare posti meravigliosi con panorami mozzafiato.
Insegnare a sciare è sempre una sfida, indipendentemente dal livello dell’allievo, ma i miei clienti preferiti sono quelli che pur sapendosi già muovere sulla neve, hanno l’umiltà e la voglia di migliorare ulteriormente la propria tecnica.”
Alessandro: “Insegnare a persone che hanno già un buon livello è divertente perché si affrontano insieme piste impegnative. Di contro però è sempre meraviglioso mettere qualcuno sugli sci, facendogli scoprire tanta bellezza e tanto divertimento.”
Perché sciare in Trentino Alto-Adige?
Camilla: “Sciare è un bel modo per vivere il territorio, valorizzando e portando avanti uno sport che per questa regione è diventato una tradizione. I nostri paesaggi, incorniciati dalle Dolomiti, sono un qualcosa di unico e a parer mio questa meraviglia la si apprezza ancora di più durante la prima e l’ultima risalita.”
Alessandro: “Spesso non ci rendiamo conto di avere un territorio così speciale e così ben servito a livello di strutture. Con gli sconti per i residenti inoltre, sciare diventa davvero alla portata di tutti.”
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