La crescita dei prezzi nei supermercati e nei negozi specializzati è una realtà con cui ormai le famiglie italiane si confrontano quotidianamente. Da diversi anni, infatti, il costo dei beni di consumo è aumentato, e questo non sembra destinato a cambiare nel breve periodo. Per far fronte a questa situazione, le famiglie hanno dovuto adottare diverse strategie di risparmio, ma sempre più spesso sono costrette a fare sacrifici, anche sulle voci essenziali come il cibo, per arrivare a fine mese.
Secondo l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la riduzione del consumo di carne e pesce è uno degli indicatori più chiari di questa crisi: una diminuzione pari al 16,9%, che si traduce in una preferenza crescente per tagli di carne meno costosi e pesce di qualità inferiore. Inoltre, i consumatori si sono adattati cercando offerte, sconti e approfittando di prodotti in scadenza, un’abitudine che oggi coinvolge quasi il 50% dei cittadini. Anche l’aumento degli acquisti presso i discount, con una crescita del 11,9%, riflette questa tendenza a cercare soluzioni più economiche. Un altro dato preoccupante riguarda la rinuncia alle cure: secondo uno studio della Fondazione Gimbe, sono ben 4,5 milioni gli italiani che, per motivi economici, rinunciano a trattamenti sanitari, con una fetta significativa di questi (circa 2,5 milioni) costretti a farlo proprio per difficoltà finanziarie.
Il panorama che emerge è desolante, e mette in evidenza come le difficoltà economiche stiano colpendo in modo sempre più significativo le famiglie italiane, con ricadute dirette sul loro benessere quotidiano. Eppure, l’attuale manovra economica non sembra aver fornito risposte adeguate a queste problematiche. In particolare, mancano interventi mirati per abbattere l’aliquota IVA sui generi di prima necessità, o la creazione di fondi strutturali per contrastare la povertà alimentare e energetica, tematiche che necessitano di un’attenzione urgente.
Se, da una parte, l’aumento dei prezzi è una realtà ormai consolidata, dall’altra ci sono alcuni prodotti che stanno seguendo un trend opposto, con una riduzione dei prezzi. Un esempio sono i cereali da colazione, i biscotti senza lattosio e il pane in cassetta, che hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 29%, 26% e 20%. Questi segnali, seppur limitati, possono rappresentare una piccola boccata di ossigeno per le famiglie, ma non sono sufficienti a compensare l’impatto complessivo degli aumenti sui prodotti di uso quotidiano.
Un altro dato interessante riguarda la relazione tra l’aumento dei prezzi e l’inflazione generale, come indicato dall’Osservatorio. In particolare, si nota che la dinamica dei prezzi di alcuni prodotti alimentari di base ha visto un incremento più rapido rispetto all’andamento generale dell’inflazione. Negli ultimi 10 anni, infatti, alcuni degli alimenti più consumati, come pasta, olio, fette biscottate, riso e farina, hanno visto aumenti vertiginosi: rispettivamente +84% per la pasta, +81% per l’olio extra vergine di oliva e +64% per le fette biscottate. Questo aumento non ha solo inciso sul bilancio delle famiglie, ma ha anche acuito le disuguaglianze sociali, con un impatto decisivo sulle fasce di popolazione a reddito medio-basso.
La “top ten” dei prodotti alimentari che hanno visto i maggiori aumenti negli ultimi 10 anni mette in luce alcuni degli alimenti che sono diventati simboli della dieta mediterranea, come la pasta e l’olio. Ma non è solo l’alimentazione a risentire di questi aumenti: anche i costi legati alla vita quotidiana, come il caffè al bar, hanno registrato un incremento del 20%, sebbene siano aumenti meno evidenti rispetto a quelli di altri prodotti.
La top ten dei prodotti che hanno registrato i maggiori aumenti in 10 anni
Prodotto |
2014 |
2024 |
Var.% |
---|---|---|---|
Pasta 1 kg |
1,55 € |
2,85 € |
+84% |
Olio extra vergine 1 l |
6,64 € |
11,99 € |
+81% |
Fette biscottate 1 confezione |
1,70 € |
2,79 € |
+64% |
Riso 1 kg |
2,79 € |
4,25 € |
+52% |
Farina 1 kg |
0,96 € |
1,45 € |
+51% |
Tonno in scatola 1 kg |
13,50 € |
20,30 € |
+50% |
Passata di pomodoro in bottiglia 1 l |
1,33 € |
1,99 € |
+50% |
Zucchero 1 kg |
1,29 € |
1,79 € |
+39% |
Pane 1 kg |
3,30 € |
4,38 € |
+33% |
Caffè al bar |
0,98 € |
1,18 € |
+20% |
Non solo aumenti, però. Ci sono anche alcuni prodotti che hanno visto una discesa dei prezzi, seppur limitata. Tra questi spiccano i cereali da colazione, i biscotti senza lattosio e il pane in cassetta, che registrano diminuzioni rispettivamente del 29%, 26% e 20%.
Non solo aumenti…
Prodotto |
2014 |
2024 |
Var.% |
---|---|---|---|
Cereali da colazione |
3,29 € |
2,35 € |
-29% |
Biscotti senza lattosio |
3,52 € |
2,59 € |
-26% |
Pane in cassetta |
1,62 € |
1,29 € |
-20% |
Questi dati, provenienti dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, evidenziano l’andamento preoccupante dei prezzi nel corso degli anni, ma anche la difficoltà delle famiglie italiane nel sostenere l’incremento dei costi, nonostante le piccole riduzioni su alcuni prodotti. La sfida rimane quella di trovare soluzioni politiche che possano alleggerire l’impatto di queste dinamiche sui cittadini, in particolare sulle fasce sociali più vulnerabili.
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