Urne aperte questa mattina dalle 7 alle 23 in Emilia-Romagna e Umbria per l’elezione dei nuovi governatori regionali e delle rispettive assemblee legislative. Domani poi seconda giornata, con i seggi aperti dalle 7 alle 15. Quindi lo spoglio immediato, con sullo sfondo l’incognita astensionismo. Si tratta dell’ultima tornata delle elezioni regionali 2024 dopo il voto nei mesi scorsi in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Liguria. Nel 2025 toccherà poi a Campania, Veneto, Marche, Puglia e Valle d’Aosta.
LE DUE REGIONI
In Emilia Romagna sono chiamati al voto circa 3,6 milioni di cittadini per eleggere il successore del dem Stefano Bonaccini, governatore dal 2014 al 2024, dimessosi in estate dopo l’elezione al parlamento europeo. Quattro i candidati: Michele de Pascale per il centrosinistra, Elena Ugolini per il centrodestra, Luca Teodori della lista civica e Federico Serra per l’estrema sinistra. Concesso il voto disgiunto, ovvero l’espressione della preferenza per un candidato presidente e una lista che non fa parte della sua coalizione. In Umbria si elegge invece il post-Donatella Tesei, la governatrice leghista che nel 2019 interruppe una lunga sfilza di successi rossi in regione e ora cerca il bis, ancora come candidata per il centrodestra. Circa 700mila gli umbri chiamati al voto (520mila a Perugia, 180mila a Terni) e nove i candidati alla presidenza. Il testa a testa è però tra la presidente uscente Tesei e Stefania Proietti, appoggiata dal centrosinistra. Chiudono il lotto Martina Leonardi (Insieme per l’Umbria resistente), Marco Rizzo (Democrazia sovrana popolare e Alternativa riformista), Moreno Pasquinelli (Fronte del dissenso), Fabrizio Pignalberi (Più Italia sovrana e Quinto polo per l’Italia), Elia Francesco Fiorini (Alternativa per l’Umbria), Giuseppe Paolone (Forza del popolo) e Giuseppe Tritto (Umani insieme liberi). Qui il voto non potrà essere disgiunto.
Non si tratta però solo di semplici elezioni regionali, dall’esito del voto dipenderanno infatti i futuri equilibri politici anche a livello nazionale. Specialmente nel Pd, dove il ruolo della segretaria Elly Schlein potrebbe essere messo in discussione in caso di disfatta. Finora non è stato un 2024 semplice per il centrosinistra, che governa solo cinque regioni italiane ed è stato sconfitto già quattro volte su cinque nelle altre regioni andate al voto: conquistata solo la Sardegna grazie ad Alessandra Todde, esponente del M5S, poi cocenti sconfitte in Abruzzo, Basilicata e Piemonte fino all’ultimo patatrac ligure di fine ottobre.
In Emilia Romagna, regione rossa per eccellenza, si prevede un duello De Pascale-Ugolini, con il primo favorito. Ex presidente e sindaco della Provincia di Ravenna dal 2021, De Pascale ha il supporto del centrosinistra (Pd, Iv, Avs, M5s, repubblicani, socialisti). Mentre Ugolini, sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti, è supportata dal centrodestra unito e punta a crescere nel consenso dopo le polemiche per la gestione delle alluvioni del mese scorso che hanno colpito la regione e, per la prima volta, anche Bologna. Più incerto il voto in Umbria, con il testa a testa Tesei-Proietti che vede favorita la presidente uscente sostenuta dal centrodestra. Nel 2019 vinse con oltre 255mila voti, il 57,55%. Proietti ha invece il sostegno di Pd, M5s, IV, Azione e Avs.
LE INCOGNITE
Sul voto pesa però l’incognita dell’astensionismo, specialmente dopo quanto accaduto in Liguria con le urne riempite solo dal 45,97% degli aventi diritto e tassi di partecipazione molto bassi nella fascia d’eta 18-34 e tra le persone in condizioni economiche difficili. Se il trend fosse confermato anche oggi e domani, allora anche l’esito del voto in Emilia Romagna e Umbria rischia di essere incerto. Di norma, la bassa affluenza favorisce le coalizioni che possono contare su un elettorato più radicato sul territorio. In questo caso, centrosinistra in Emilia Romagna e centrodestra in Umbria. Per il Bonaccini-bis, nel gennaio 2020, l’affluenza in Emilia Romagna si attestò al 67,67%, in aumento rispetto al dato del 2014 (37,71%). Mentre nelle ultime elezioni umbre dell’ottobre 2019 che portarono all’elezione della Tesei, l’affluenza fu del 64,69%, più del 2015 quando votò il 55,43%. I dati sull’affluenza alle regionali 2024 però dicono che le percentuali stanno crollando ovunque, a dimostrazione della crisi della partecipazione politica: 49,81% Basilicata, 52,19% Abruzzo, 52,4% Sardegna, 55,3% Piemonte. E molto basso fu anche il dato delle europee dell’8-9 giugno (48,31%).
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