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Elezioni regionali: si vota oggi e domani, oltre 230mila piacentini chiamati alle urne


La campagna elettorale dei candidati si è conclusa e la parola passa agli elettori.
Saranno in totale 231.334, suddivisi tra 113.466 maschi e 117.868 femmine, i piacentini chiamati alle urne per eleggere il o la presidente della Regione Emilia Romagna e i componenti dell’assemblea legislativa.

GLI ORARI DEI SEGGI

I seggi saranno aperti domenica 17, dalle 7 alle 23, e lunedì 18, dalle 7 alle 15. Immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di voto inizierà lo scrutinio.

I CANDIDATI alla presidenza

Sono quattro, una donna e tre uomini, i candidati alla presidenza della giunta della Regione (tre in meno della precedente tornata) sostenuti da 11 liste (6 in meno rispetto al 2020).

Nell’ordine di come compariranno sulla scheda elettorale (di colore verde) e sui manifesti, i candidati alla carica di presidente della Giunta Regionale sono: Michele de Pascale, nato a Cesena (Fc) il 20 gennaio 1985; Elena Ugolini nata a Rimini il 9 giugno del 1959; Luca Teodori nato a Baden (Svizzera) il 10 novembre 1968; Federico Serra nato a Trento il 18 maggio del 1991.

Cinque le liste a sostegno di de Pascale, quattro a sostegno di Ugolini e una per Serra e Teodori (non è presente la lista a sostegno nelle circoscrizioni di Piacenza e Ravenna).

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I CANDIDATI ALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

Sono 547 i candidati (in calo rispetto al 2020 quando furono 739) in corsa per uno dei 50 posti nell’Assemblea legislativa (di questi, due seggi sono riservati al presidente eletto e al candidato presidente secondo classificato).

Sono uomini il 51% dei candidati consigliere (281), mentre le donne candidate sono 266. Tra tutti i candidati l’età media è di 50,6 anni (in crescita rispetto a cinque anni fa, quand’era di 46,9 anni).

La fascia d’età, con 237 candidati, maggiormente rappresentata è quella che va dai 45 ai 59 anni (125 donne e 112 uomini).

Il candidato più giovane è una diciannovenne e quello più anziano ha 77 anni.

Oltre sei candidati su dieci (347, il 63%, 181 maschi e 166 femmine) sono nati nella stessa circoscrizione in cui si presentano; il 13% in un’altra circoscrizione (provincia) dell’Emilia-Romagna. Il 21% proviene da un’altra regione d’Italia (114, di cui 59 maschi e 55 femmine), mentre solo il 3% di essi è nato all’estero.

LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO

Governatori a parte, la partita più sentita a livello locale riguarda senz’altro la corsa al seggio di consigliere regionale. A Piacenza sono in 39 a contendersi tre seggi (quattro se si è particolarmente fortunati). Sale, dunque, la febbre in vista dello scrutinio di lunedì dopo che per settimane gli aspiranti hanno battuto il territorio in lungo e in largo.

Ma se per quanto riguarda la carica di governatore la legge emiliano- romagnola è semplicissima (viene eletto presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti, anche solo uno in più del secondo), decisamente più complicato è il meccanismo che regola la composizione del consiglio regionale, formato da 50 consiglieri.

Di questi 50, 40 sono eletti con metodo proporzionale in base ai risultati di ciascun collegio provinciale, 9 sono invece quelli eletti in base al premio di maggioranza (variabile), mentre un seggio spetta al candidato presidente vincitore. La regione è stata suddivisa in nove collegi, ciascuno corrispondente ad una provincia. Ciascun collegio elegge un numero preciso di consiglieri che formeranno i 40 eletti con il metodo proporzionale. A Bologna 9, a Modena spettano 6 consiglieri, a Reggio Emilia 5, Parma 4, Forlì-Cesena 4, Ferrara 3, Ravenna 3, Piacenza 3 e Rimini 3.

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In sostanza, i seggi di ogni collegio vengono ripartiti fra le liste proporzionalmente ai volti ricevuti, ma questo avviene attraverso un calcolo tutt’altro che semplice. Un complicato calcolo matematico su due livelli. Il primo serve a determinare il cosiddetto quoziente elettorale di circoscrizione, che attribuisce i seggi pieni ad ogni lista nella rispettiva circoscrizione, ma genera anche dei resti.

Per attribuire quindi i seggi restanti, il calcolo viene eseguito a livello di collegio unico regionale: questa formula matematica definisce a quali liste e in quale circoscrizione provinciale attribuire i seggi. Alla ripartizione dei seggi non partecipano tutte le liste, ma solo quelle che hanno superato la soglia di sbarramento, cioè quelle che hanno ottenuto almeno del 3% dei voti validi o il cui candidato presidente collegato ha ottenuto almeno il 5% dei voti nella relativa elezione.





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