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Banca d’Italia: in Valle l’economia cresce, ma compaiono nubi per il 2025


Pil in aumento, trainato da turismo e servizi, occupazione in crescita (ma cassa integrazione raddoppiata), nuova vivacità del mercato immobiliare e dell’export, ma anche i soliti crucci legati ai trasporti. Il tutto, in controtendenza rispetto al resto d’Italia, ma con un 2025 alle porte che pare portare con sé qualche nube, dovuta alle difficoltà nel reperimento di manodopera e alle incertezze sulla produzione. È questo il succo dell’analisi congiunturale sull’economia della Valle d’Aosta diramato dalla Banca d’Italia.

Banca d’Italia: economia ancora in crescita

Insomma, è il quadro di un 2024 ancora in crescita (contenuta), almeno per i primi 6-9 mesi, quello che emerge dalla sede regionale della Banca d’Italia, come racconta Luciana Aimone, della divisione analisi e ricerca economica della sede di Torino.

«I segnali di crescita sono più contenuti rispetto alle variazioni dell’ultimo biennio» sottolinea Aimone, parlando di un Pil al +0,6% nel primo semestre, a fronte di dati nazionali fermi allo 0,4% (0,3% per il Nord-Ovest).

Questo è influenzato dalla «struttura produttiva» della Valle d’Aosta, trainata dalla sua «vocazione turistica» e dalla forte presenza di servizi.

Vola il turismo

Secondo la Banca d’Italia, infatti, il turismo è andato a gonfie vele nei primi nove mesi del 2024.

«A parità di dati con il 2023, emerge stabilità – racconta ancora Luciana Aimone -, ma se si considerano gli alloggi a uso turistico, le presenze aumentano dell’8%».

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Escludendo l’alluvione di luglio, che ha portato un -12% di presenze, il dato «reale» parla di un +3% sull’anno precedente.

«Il turismo straniero continua a crescere, anche durante la stagione estiva – evidenzia Aimone -. Quello nazionale si è invece ridimensionato nel corso di tutto l’anno».

Trasporti, cruccio continuo

Particolare il dato legato ai trasporti, cruccio continuo della Valle.

La crescita dei passaggi, nei primi nove mesi, è stata contenuta, con un +3,6% per i veicoli leggeri e un -7,8% per quelli pesanti, che pagano la chiusura del Tunnel del Monte Bianco, ma anche, probabilmente, i problemi legati alla bretella di Santhià, visto che «la frenata è iniziata già dal mese di marzo».

Comparto industriale: calo tra fine 2024 e inizio 2025

Dati in chiaroscuro per il comparto industriale, a seconda «della dimensione, del livello di internazionalizzazione e dei legami con Germania e automotive» analizza ancora Aimone.

Secondo l’esperta di Banca d’Italia, infatti, in Valle si assiste a un «quadro di espansione marginale», con indicatori «positivi per i primi nove mesi», ma un calo di ordini per il periodo successivo e un fatturato comunque stabile.

Sorride, invece, l’export.

Dopo una pesante riduzione (intorno al 10%) subita nel 2023, la corsa è ripresa nel primo semestre (+3,6%, +9,3% in termini reali), grazie al settore Horeca e alla meccanica.

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Questi, in particolare, incidono nel rapporto con gli Usa (+15,8%), mentre con il Regno Unito spicca il +170% della metallurgia, stimolato dalle recenti acquisizioni della Cogne Acciai Speciali.

La crisi dell’automotive,invece, ha fatto registrare un pesante -29,4%, sempre della metallurgia, verso la Germania.

Costruzioni, continua il buon momento

Secondo Banca d’Italia, continua invece il buon momento delle costruzioni.

Esaurito il Superbonus, rimane il sostegno della domanda pubblica legata al Pnrr, che dovrebbe trainare fino al 2026.

In materia di Pnrr, l’88% delle gare (superiore alla media nazionale) è stato assegnato, con il 70% dei bandi diramato dai Comuni (50% inferiori ai 500 mila euro) e un 20% a livello regionale (2/3 delle gare superiori al milione di euro). Questo fa sì che il 75% delle aziende dichiarino una «liquidità sufficiente o abbondante».

Prestiti delle imprese in calo

Alla luce di tutto questo, calano, nei primi sei mesi, i prestiti richiesti dalle imprese (-4,1%), con la metallurgia e la manifattura e rendere meno marcata una flessione, più pesante tra le realtà più piccole.

E questo, nonostante tassi di interesse finalmente in calo e pur a fronte di una qualità del credito «rimasta elevata e un deterioramento limitato al 2,1%».

Segnali di peggioramento, però, «arrivano per il 2025 – annota Aimone -, anche se le difficoltà di pagamento sono a ora limitate allo 0,6%».

Mercato del lavoro: sale l’occupazione, ma raddoppia la Cig

In materia di mercato del lavoro, i dati sono confortanti, pur se viziati dal pesante ricorso alla stagionalità del comparto turistico.

Gli occupati, nei primi nove mesi dell’anno, secondo Banca d’Italia, sono cresciuti dell’1,2%, «trainati dai servizi».

Il tasso di occupazione è ora al 71,6% (+0.5%), il tasso di attività al 74,6% (+0,4% sulla rilevazione precedente) e la disoccupazione è ridotta al 4%.

Nei primi nove mesi dell’anno, a causa principalmente del reparto metallurgico nel primo periodo del 2024, sono raddoppiate le ore di cassa integrazione richieste, lievitate a 396.000.

«Anche se spesso non sono poi state fatte – continua Luciana Aimone -; le prospettive, spesso, non si realizzano».

Le famiglie

Notizie tutto sommato positive arrivano per le famiglie valdostane.

Secondo Banca d’Italia, infatti, complice un’inflazione finalmente in calo (-0.3% sullo scorso anno), il reddito in termini reali dei nuclei è cresciuto del +3,1%, grazie ancora al rinnovo dei contratti del pubblico e del settore servizi.

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Di conseguenza, si registra un aumento «moderato» dei consumi (+0,9%, contro lo 0,1% e lo 0,3% di Italia e Nord-Ovest).

«Il dato, che riguarda i consumi sul territorio, è ovviamente influenzato dalla grande presenza turistica – ci tiene a sottolineare Aimone -. La spesa per beni durevoli è aumentata dello 0,9%, +11,7%, nei primi nove mesi, invece, per le immatricolazioni di autovetture da parte dei privati. Dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia, stimolato probabilmente dagli incentivi regionali».

Se i prestiti sono calati ancora del -1,4%, i mutui sono hanno subito un ulteriore rallentamento (-3,8%), pur con una ripresa a partire da agosto.

Il mercato dell’auto, invece, ha trascinato al rialzo il credito al consumo, con un +5,4% trainato, appunto, dai finanziamenti.

Si sono erosi anche i depositi delle famiglie (-1,5%), ma questo, secondo Banca d’Italia, è dovuto principalmente «allo spostamento verso formule più redditizie – ricorda Aimone -, come testimoniato dal -5,4% dei conti correnti e del +13,4% degli investimenti».

Bilancio in chiaroscuro

In attesa di capire se il possibile ritorno dei dazi con la nuova presidenza Trump inciderà sull’economia rossonera, il vice direttore della sezione valdostana di Banca d’Italia, Paolo Emilio Mistrulli, traccia un quadro «in chiaroscuro, con aspetti molto positivi e altri molto meno – analizza -. A lungo termine, sicuramente, potrà incidere la difficoltà nel reperire manodopera, mentre può aiutare la discesa di tassi e prezzi, che finora hanno frenato i consumi».

Non si sbilancia, invece, il direttore Simone D’Inverno.

«Non me la sento di sbilanciarmi, perché la Valle deve sempre guardare il cielo, dipende troppo, vista la propensione turistica, dal meteo – conclude -. La Regione sconta una certa fragilità dal punto di vista idrogeologico e questo lascia dei dubbi».

Poi, un’annotazione sui trasporti.

«Le criticità sono note da tempo – aggiunge -. Viviamo un momento particolare, poi da gennaio, parlando degli Usa, vedremo altre novità. Importante è, però, l’importante attrattività all’estero della Regione».

(alessandro bianchet)



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