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“Aule fredde e poca sicurezza. Sempre più episodi di violenza”


Modena, 16 novembre 2024 – ’Rovesciamo il governo e liberiamo il Paese’ è lo slogan adottato dalla rete degli studenti in occasione dello sciopero nazionale di ieri nelle piazze delle città italiane con tensioni esplose in particolare a Torino. A Modena manifestazione ’blindata’ con una massiccia presenza delle forze dell’ordine nella zona dell’autostazione, tra l’altro già al centro dell’attenzione dopo i recenti pestaggi ai danni di studenti. Voce proprio agli studenti che hanno contestato appunto la sicurezza, ma anche il caro-studio, l’autonomia differenziata alle regioni, e la guerra in Palestina. Al centro delle proteste del corteo, partito da piazzale Primo Maggio, ci sono la difesa dei diritti costituzionali per un’istruzione pubblica a misura di studente, “inclusiva, accessibile a tutti, e libera”. “Sono in quinta al liceo linguistico Muratori-San Carlo e scendiamo in piazza per tanti temi, in primis il diritto allo studio. Per molti studenti è difficile di anno in anno permettersi libri, viaggi di istruzione, materiale scolastico. È assurdo che nella legge di bilancio del 2025 ci sia stato un taglio di 41 milioni alla scuola quando le nostre scuole cadono a pezzi, ci sono aule inagibili, abbiamo freddo e nonostante ciò il governo continua a togliere fondi per l’istruzione. Oltre a questo ci sono altre proposte e manovre come l’autonomia differenziata, crediamo che il governo abbia intenzione di spaccare il Paese e separare gli studenti del sud da quelli del nord, noi non ci stiamo. Inoltre chiediamo lo stop del genocidio in Palestina e a tutti quelli che sono i contatti con le associazioni israeliane”, ha evidenziato la studentessa Frida Fruggeri.

Gli studenti modenesi non ci stanno e urlano a gran voce, all’attuale governo italiano, il loro dissenso su alcune scelte fatte come il taglio ai fondi per l’istruzione e la sicurezza. “Sono qui a manifestare contro un metodo di istruzione sbagliato. I talenti, i sogni e le passioni di molti studenti non vengono considerati e messi in primo piano. È una scuola omologata, pensano che tutti gli studenti siano uguali, dove non ci siano bisogni e metodi di apprendimento diversi dagli altri. Il governo dovrebbe aiutare con più fondi per le scuole, per supportare le diverse iniziative, come ad esempio le uscite didattiche troppo dispendiose. Speriamo che il governo si renda conto e capisca che bisogna salvaguardare il benessere degli studenti”, ha sottolineato Ray Cottafavi, studente del quinto anno del liceo artistico A. Venturi.

Sul tema della sicurezza, tra i giovani presenti allo sciopero, c’è piena concordanza di opinioni sul fatto che alcuni luoghi a Modena “non sono più sicuri”, tra cui la stazione degli autobus. “Prendere l’autobus è una questione molto complicata, sia di sera che di mattina in piena luce, a Modena è gestita ma non come dovrebbe essere. Vedo molti controlli, soprattutto in autostazione, per chi fuma droga ma non a tutela delle ragazze e delle donne che vengono adescate”, ha concluso Ray Cottafavi. In merito al sistema scolastico e la sicurezza, anche il giovane studente Giacomo Guizzardi ha ribadito: “Bisogna rivedere il regolamento, il sistema scolastico italiano è uguale da 150 anni. Le scuole stanno andando male, ci bombardano di novità e di regole che non aiutano noi studenti ma complicano ciò che è già complesso di suo, come la questione dei ritardi, dopo un certo numero di ritardi si rischia la sospensione, senza mai considerare il caso specifico.

Se mi si rompe la catena della bici, oppure c’è traffico, o l’autobus non è puntuale o non passa, inevitabilmente arriverò in ritardo”. “Personalmente l’autobus non lo prendo, molte volte accompagno i miei amici in autostazione e non vedo situazioni sicure. Sento continuamente storie di aggressioni e violenze, avremmo bisogno di più forze dell’ordine a tutelarci”, ha proseguito Giacomo Guizzardi.

Tra le tematiche che fanno arrabbiare gli studenti emerge anche il problema dell’insufficiente investimento per l’edilizia scolastica e la mancata manutenzione. “Sono la rappresentante d’istituto dell’Ipsia Corni e voglio parlare di un problema comune a tutte le scuole d’Italia, il freddo. Il riscaldamento nelle classi non funziona bene, questo crea un disagio e un malessere che non dovrebbe esistere. Se il governo continua a tagliare i fondi non permette di risolvere questo tipo di problema. Aggiungo che per tutto quello che si sente e che sta succedendo sugli autobus non mi sento al sicuro, ho assistito a risse e più in generale a diverse brutte situazioni”, ha affermato la studentessa Salhi Amna.

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