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Scuola, bonus di 1.500 euro per gli studenti delle scuole paritarie con ISEE basso: i dettagli della proposta che divide


Nelle ultime settimane, il Governo è alle prese con l’approvazione della nuova Legge di Bilancio, per la quale sono stati presentanti ben 4562 emendamenti che potrebbero incidere significativamente sul contenuto della Manovra. Tra questi, uno in particolare sta suscitando alcune polemiche, ovvero l’introduzione di un voucher fino a 1.500 euro per gli studenti delle scuole paritarie, destinato alle famiglie con un Isee inferiore a 40.000 euro.
La proposta proviene da Fratelli d’Italia e prevede, per il 2025, un finanziamento iniziale di 16,25 milioni, che salirà a 65 milioni annui a partire dal 2026. Si tratta di una proposta che solleva parecchi dubbi riguardo al futuro della scuola pubblica.

Il provvedimento, infatti, si rivolge esclusivamente agli istituti privati paritari, spesso percepiti come un’alternativa economicamente inaccessibile per molte famiglie. Il voucher, che può raggiungere i 1.500 euro, è modulato in base al reddito: minore è l’Isee, maggiore sarà il contributo concesso. L’obiettivo è agevolare le spese legate alla frequenza nelle scuole primarie, nelle secondarie di primo grado e nei primi due anni delle superiori.
Nel testo dell’emendamento si legge testualmente: “A partire dall’esercizio finanziario 2025, alle famiglie con reddito Isee non superiore ad euro 40.000,00 è riconosciuto un voucher, spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria, per un importo annuale massimo pari a euro 1.500 per ogni studente frequentante una scuola paritaria primaria, secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado”.

La proposta ha innescato un vivace dibattito, specialmente tra i sostenitori della scuola statale, che temono un ulteriore indebolimento del sistema pubblico. Per i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, questa misura potrebbe aggravare le difficoltà già esistenti, tra cui problemi strutturali, precarietà del personale docente e un incremento del tasso di abbandono scolastico nelle aree più svantaggiate.
Secondo i parlamentari Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato, “l’iniziativa favorisce indirettamente le scuole private a scapito di quelle pubbliche: incentivare l’iscrizione alle scuole paritarie, grazie al supporto economico offerto dal bonus, può contribuire a ‘svuotare’ la scuola pubblica e a diminuire le risorse destinate al suo miglioramento”.
La proposta si inserisce in un quadro più ampio di interventi oggetto di critiche, tra cui i tagli al personale scolastico e l’introduzione di corsi abilitanti a pagamento per i futuri docenti. Decisioni che, secondo alcuni, rischiano di compromettere ulteriormente l’inclusività del sistema educativo italiano. Infatti, è noto che nelle scuole pubbliche sussistano importanti carenze di organico per oltre 100.000 insegnanti. Come se non bastasse, numerosi sono gli edifici scolastici inadeguati, motivo per cui molti ritengono che destinare fondi ai voucher per le scuole paritarie rappresenti una scelta che non rispecchia le reali priorità di un’istruzione equa e accessibile.

Tra le altre proposte avanzate da Fratelli d’Italia, figura un ulteriore emendamento che prevede un contributo di 500 euro annuali per ogni figlio a carico fino ai 14 anni. Questo bonus mira a coprire le spese per attività extrascolastiche, come corsi di lingua, percorsi didattici culturali e turistici, nonché attività di educazione musicale o sportiva. Anche questa misura, sebbene pensata per sostenere le famiglie, prevederà specifici requisiti per accedere ai fondi.

L’emendamento relativo ai voucher per le scuole paritarie, pur mirando a garantire maggiore accessibilità agli istituti paritari attraverso un sostegno economico per le famiglie con reddito medio-basso, solleva questioni critiche dal punto di vista costituzionale e sociale, in particolare alla luce dell’art. 34 Cost.. Tale articolo stabilisce che “la scuola è aperta a tutti” e prevede l’impegno per la Repubblica di garantire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai più alti gradi dell’istruzione, mediante l’erogazione di borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze.
Questa proposta, concentrandosi esclusivamente sugli istituti privati paritari, rischia di entrare in contrasto con i principi di equità e inclusività sanciti dalla Costituzione. La scuola pubblica, già afflitta da carenze strutturali, organico insufficiente e difficoltà nel contrastare l’abbandono scolastico, potrebbe essere ulteriormente penalizzata, in quanto una parte significativa di risorse verrebbe dirottata verso il settore privato. Tale scelta potrebbe portare a un “effetto svuotamento” delle scuole statali, sia in termini di iscrizioni che di risorse, accentuando il divario tra un’istruzione di qualità accessibile a tutti e una riservata a pochi.

In definitiva, l’investimento dovrebbe essere orientato verso un miglioramento generale della scuola pubblica, affinché possa adempiere pienamente al suo ruolo di strumento di uguaglianza sociale, come voluto dal dettato costituzionale. Senza un intervento strategico sul sistema pubblico, il rischio è quello di minare progressivamente uno dei pilastri fondamentali del nostro Stato.

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