«Restituire alla cittadinanza le aree urbane del centro storico» e «la disciplina del suolo pubblico è posta anche a presidio della sicurezza pubblica, sia sotto il profilo della circolazione pedonale che veicolare». Oltre a «la concessione del suolo pubblico esige sempre e comunque una decisione ponderata in ordine al bilanciamento dell’interesse pubblico con quello privato» fino a, dulcis in fundo, «l’amministrazione comunale ritiene preponderante l’interesse al godimento del bene pubblico in favore della collettività in particolar modo nel centro storico, diretto alla salvaguardia e tutela dei beni architettonici e più in generale del patrimonio monumentale della città».
Il rigetto di una richiesta
Di cosa si tratta? Di parte del contenuto della determina con cui si rigetta l’istanza di ampliamento del suolo pubblico chiesta da una attività nella piazza Federico di Svevia, diventata ormai area pedonale. Non è il primo rigetto attuato, intendiamoci, anche in altre zone, ma è notevole la differenza rispetto alle delibere finora lette. È infatti la prima determina nel suo genere che contiene parole come «sicurezza e interesse pubblico» oltre a «salvaguardia del patrimonio monumentale della città», finora mai inserite in modo così esplicito.Cosa sta succedendo? «Ogni amministrazione comunale si distingue per i cambiamenti che apporta – risponde Giuseppe Gelsomino, assessore alle Attività produttive a La Sicilia – e noi abbiamo deciso di iniziare il nostro, di cambiamento. Questa, in particolare, è l’indicazione che ho dato agli uffici, e come avete notato è già stata attuata. Si parla certamente di un processo graduale e si spera, man mano, di correggere tutto quello che di non coerente si è fatto negli anni scorsi».
La “rivoluzione” silenziosa
Il riferimento fa pensare, inevitabilmente, alla serie di concessioni che sulla scorta dell’istituzione delle “Zone di rilevanza storico ambientale ai fini del rilascio del suolo pubblico” di novembre 2018, cioè da quando, con assessore Ludovico Balsamo, si erano visti spuntare dehors come funghi e non certo in nome di «sicurezza» e «tutela». Insomma, si tratta di una rivoluzione silenziosa che sta iniziando, a partire dalla valutazione puntuale delle richieste di ampliamento dei suoli pubblici? «Non si intende stravolgere l’esistente in un attimo – precisa l’assessore – né revocare le concessioni date. Diciamo che sono cambiati i criteri, abbiamo dato le direttrici che stiamo seguendo e continueremo a seguire anche nel momento in cui scadranno tutte le concessioni (dicembre 2024) e all’atto dei rinnovi o delle nuove richieste».Cosa dire delle insegne di alcuni locali, fatte certo per attirare, ma che stridono con il contesto in cui sono inseriti? Alcuni esempi li abbiamo spesso riportati su queste pagine, in qualche caso c’era stato un intervento riparatorio, ma non certo definitivo, tanto che alcune sono ancora lì. «Come detto il processo deve essere per forza graduale – precisa Gelsomino – questo argomento, ma non è il solo, è inserito nel “regolamento Dehors” che a breve verrà portato in aula all’approvazione del consiglio comunale. Regole a cui ci si dovrà adeguare e che non prescindono da uniformità e decoro».
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