Occhi lucidi, mani in continuo movimento portate per ben due volte al petto, voce alterata dall’ansia. Così il presidente Giorgio Magliocca ha confermato le sue dimissioni ieri pomeriggio alla stampa in una sala al secondo piano della Provincia.
Alla presenza degli addetti ai lavori e di una nutrita schiera di dirigenti e dipendenti dell’Ente, Magliocca si è sfilato la fascia di sindaco di Pignataro Maggiore e ha posto fine al suo mandato di presidente della Provincia di Caserta.
«In questi sette anni ho sempre rivestito un profilo istituzionale, non sono stato un politico che occupava un posto istituzionale. E in questi sette anni ha ribadito Magliocca -, con la mia squadra, sono riuscito a ridare autorevolezza alla Provincia. Non può essere una vicenda personale a far perdere autorevolezza a questo Ente. Giorgio Magliocca non deve creare imbarazzo alla Provincia e alle altre istituzioni che con lei si trovano a collaborare in vari tavoli istituzionali».
Questo il motivo delle dimissioni, insieme alla tutela della propria vita privata: «Devo garantire la tranquillità della mia famiglia ha detto il politico azzurro , questo è un altro aspetto che ho valutato per prendere questa decisione perché sul piano giuridico non sono preoccupato, anzi ha ribadito rivolgendo lo sguardo al suo avvocato Mauro Iodice che gli sedeva accanto non siamo preoccupati».
Le polemiche
Oggi a guidare il Comune di Pignataro Maggiore arriverà un commissario: la prefettura già ieri pomeriggio ha avviato la procedura necessaria per la nomina. Mentre a guidare il Palazzo della Saint Gobain sarà il vicepresidente: non Marcello De Rosa ma Gaetano Di Monaco, consigliere comunale di Santa Maria Capua Vetere.
Sì, all’ex sindaco di Casapesenna è stato revocato l’incarico di vicepresidente che è stato affidato contestualmente al consigliere sammaritano nel tardo pomeriggio di ieri, per «motivi si legge nel decreto del presidente – di discontinuità dell’azione di indirizzo politico-amministrativo dell’ente Provincia».
Ma Magliocca (in carica come presidente fino alla mezzanotte del 14 novembre) aveva accennato in conferenza che probabilmente avrebbe effettuato una sostituzione perché era venuto meno il rapporto di fiducia con De Rosa. «Per me aveva detto Magliocca – De Rosa poteva fare il vicepresidente fino alla fine, però ho notato un atteggiamento che non mi è piaciuto, diciamo di collaboratore: era l’unico che poteva sapere alcune notizie che sono trapelate e che tra l’altro potevano mettermi in difficoltà in questa fase processuale». Parole che non sono piaciute a De Rosa che in una nota ha replicato senza mezzi termini: «Magliocca mi addebita fantomatiche fughe di notizie. Accuse vergognose e totalmente infondate. Il suo atteggiamento non mi sorprende più di tanto. È il suo stile».
E poi ha concluso assicurando che «continuerò a svolgere il mio lavoro di consigliere provinciale nell’esclusivo interesse dei casertani. Come sempre, sarò vigile e attento su ogni atto». Sarà ora compito di Di Monaco occuparsi dell’ordinaria amministrazione della Provincia e di indire entro i prossimi 3 mesi le elezioni del presidente che si dovrebbero tenere, secondo quanto detto da Magliocca, «entro i prossimi 100 giorni al massimo, perché ha spiegato in conferenza il Tuel, norma alla quale la legge Del Rio rimanda per questi aspetti, dice che il vice continuerà per 90 giorni nell’ordinaria amministrazione e dovrà indire in questo tempo le elezioni per il rinnovo del solo presidente e non del Consiglio».
La rottura
Ma anche per Di Monaco la giornata di ieri non è stata una delle migliori. Perché sì ha avuto un incarico importante ma è stato anche espulso dalla Lega: la sua nomina non è piaciuta al partito che in una nota a firma del deputato Gianpiero Zinzi, in qualità di coordinatore regionale, chiarisce: «Chiunque appoggi o anche solo pensi di condividere la gestione Magliocca è fuori dalla Lega. Non possono esserci accordi con chi ha messo in piedi un simile sistema di gestione della Provincia. La decisione di Di Monaco – che non è stato eletto nella lista di riferimento della Lega – risulta pertanto in aperto dissenso rispetto alla linea politica del partito».
E in effetti Di Monaco è stato eletto nella lista “Caserta al Centro” e sponsorizzato dal solo segretario provinciale della Lega Salvatore Mastroianni. Ripercussioni anche Santa Maria Capua Vetere: il sindaco Antonio Mirra, dice di aver appreso solo ieri che Di Monaco era un tesserato della Lega. Ora, quindi, è incompatibile la sua permanenza nella maggioranza di centrosinistra
Lo scenario
Da oggi Giorgio Magliocca sarà «un semplice cittadino. Mi fermo per il tempo necessario alle indagini che sono state prorogate per altri sei mesi. Poi sarò a disposizione del mio partito». Se la vicenda processuale dovesse concludersi in questo lasso di tempo allora Magliocca potrebbe essere un candidato ideale di Fi alle Regionali. Ma per ora meglio concentrarsi sul presente. Un presente che vede Magliocca «amareggiato perché ha detto – non mi aspettavo questa indagine e perché è stato coinvolto mio figlio che tra l’altro non ha mai giocato nel Vitulazio calcio, società che avrei sponsorizzato per farlo giocare di più».
Magliocca ha anche voluto precisare che «come scritto dai carabinieri, non ho mai avuto contatti con imprenditori, mai ho influenzato i dirigenti e non ho alcuna talpa in Procura: a informarmi sulle indagini, di cui si vociferava da più di un anno, sono stati dei “collaboratori” della Procura. Inoltre non sono accusato di turbativa d’asta ma mi sono state contestate interferenze sugli affidamenti, in pratica avrei violato l’articolo 97 della Costituzione».
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