Consolidato il recupero di mobilità in termini di spostamenti registrati rispetto al periodo della pandemia di Covid, in Italia nel 2023 si osserva un lieve miglioramento per il numero delle vittime rispetto all’anno precedente (-3,8%); in controtendenza il numero di incidenti (+0,4%) e quello di feriti (+0,5%), seppur in maniera contenuta. Lo dicono i dati Istat riferiti al 2023.
In Toscana nel 2023 si sono verificati 14.933 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 202 persone e il ferimento di altre 19.099. La Toscana si distingue dalla tendenza nazionale per un calo consistente del numero di morti sia rispetto all’anno precedente (-10,2%) sia rispetto al 2019, anno pre-pandemia (-3,3%). Mentre rispetto al 2010 si ha un -34%. Anche incidenti e feriti sono in leggero calo rispetto sia al 2022 sia al 2019. Il tasso di mortalità per incidente stradale in Toscana è 5,5, leggermente superiore al dato nazionale di 5,2.
Firenze è ancora la ‘maglia nera’ della Toscana per incidenti e numero di vittime. Nel 2023 nel capoluogo si sono reistrati 4.904 incidenti (erano 5.044 nel 2022), con 61 decessi (erano stati 56 l’anno prima) e 6.058 feriti (erano stati 6.135 nel 2022).
Nel periodo 2001-2010 in Toscana le vittime della strada si sono ridotte del 38,9%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2023 si registra una diminuzione nel numero di morti del -34,0%, a livello nazionale -26,1%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale diminuisce da 1,6 a 1,4 deceduti ogni 100 incidenti, in linea con la tendenza nazionale (da 1,9 nel 2010 a 1,8 nel 2023). Nel 2023 diminuisce in Toscana, rispetto al 2010 (50,7%), l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale, attestandosi su un valore inferiore alla media Italia (43,6% contro 47,6%). Guardando invece agli utenti vulnerabili secondo il ruolo che hanno avuto nell’incidente (conducenti o passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), nel 2023 il loro peso relativo sul totale dei deceduti in Toscana si conferma maggiore di quello nazionale (57,9% contro 50%), come nel 2010. Tra il 2010 e il 2023 però l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita dal 20,9% al 16,3%, mentre nel resto del Paese si osserva un aumento da 15,1% a 16%
Nel 2023 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone è stimato in 17 miliardi e 700 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (300 euro pro capite) e per la Toscana in 1,4 miliardi di euro (386 euro pro capite); la regione incide per l’8,0% sul totale nazionale. Il rischio di incidente stradale: tra il 2022 e il 2023 l’indice di lesività (numero di feriti sul numero di incidenti) in Toscana rimane pressoché stabile (127,9 nel 2023), l’indice di gravità, misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti per 100, diminuisce da 1,2 a 1,0, e si riduce leggermente anche l’indice di mortalità da 1,5 decessi ogni 100 incidenti a 1,4
L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: tra le autostrade si registra il maggior numero di incidenti lungo l’A1, con 253 incidenti, 7 morti e 439 feriti e l’A11 con 154 incidenti, 2 morti e 233 feriti. Tra le strade statali, in evidenza le criticità della SS1, lungo la quale si verificano 188 incidenti, 5 morti e 296 feriti. Gli incidenti più gravi si verificano sulla SS63 (11,1 indice di mortalità e 4,8 indice di gravità), sulla SS65 (9,1 e 7,1) e sulla SS439 (7,7 e 4,6). Rispetto al 2022 l’indice di mortalità cresce nelle province di Pisa, MassaCarrara, Livorno e Firenze, diminuisce nelle altre province. Nel 2023 il maggior numero di incidenti, pari a 11.591 (77,6% del totale), si verifica sulle strade urbane, provocando 96 morti (47,5% del totale) e 14.153 feriti (74,1%).
Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano sulle autostrade (+9,4%) e diminuiscono sulle altre categorie di strada (-1,0% sulle strade urbane e -3,9% sulle strade extraurbane). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (3,4 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (2,0 decessi ogni 100 incidenti). In ambito urbano gli incidenti che avvengono lungo un rettilineo rappresentano il 48,4% del totale, percentuale che sale al 53,2% sulle strade extraurbane. Sulle strade urbane il 18,9% dei sinistri stradali si verifica nei pressi di un incrocio, seguono quelli che si verificano nei pressi di un’intersezione (18,1%), di una rotatoria (7,2%) e in curva (6,0%). Lungo le strade extraurbane il 25,3% degli incidenti si verifica in curva, l’8,5% presso un incrocio e il 6,8% nei pressi di un’intersezione
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Toscana 4.357 incidenti (29,2% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 6.884 (il 46,1% di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 8.805 persone (46,1%) e 89 sono decedute (44,1%). I mesi più critici sono stati luglio e giugno, con rispettivamente il 10,3% e il 9,5% degli incidenti. A giugno, inoltre, si è registrato l’11,9% delle vittime della strada
L’ 81,5% degli incidenti ha avuto luogo di giorno tra le 8.00 e le 21.00, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nelle fasce orarie tra la mezzanotte e l’1.00 (3,5 morti ogni 100 incidenti) e tra le 4.00 e 5.00 e le 5.00 e le 6.00 (3,2 morti ogni 100 incidenti), valori superiori alla media giornaliera (1,4 morti ogni 100 incidenti). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 41,0% degli incidenti notturni, il 35,7% delle vittime e il 42,2% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 2,6 decessi ogni 100 incidenti.
In Toscana il 54,7% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani; considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva all’83,8% del totale. Nei comuni delle Aree interne, aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), gli incidenti rappresentano il 16,2% del totale regionale. Rispetto al 2022 il numero delle vittime diminuisce nel totale dei Centri (-15,7%) e si mantiene pressoché stabile nelle Aree Interne (1 decesso in più) dove, tuttavia, il calo dei sinistri (-2,3%) risulta maggiore di quello che si registra nei Centri (-1,0%)
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (71,5%). La tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (4.775 casi, 41 vittime e 6.221 feriti) seguita dal tamponamento (2.716 casi, 12 decessi e 3.918 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (4,5 decessi ogni 100 incidenti), seguono l’urto con ostacolo accidentale (3,3 decessi ogni 100 incidenti) e la fuoriuscita (2,8 decessi ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 2,2 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1 decesso ogni 100 incidenti). Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza (14,5%), la guida distratta (12,4%) e il mancato rispetto della distanza di sicurezza (8,7%) sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 35,6% dei casi.
Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide per il 18,9%, seguita dal mancato rispetto della distanza di sicurezza per il 12,8% e dall’elevata velocità per il 9,5%. Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 65 anni e più (7,6 per 100mila abitanti) e per quella di 45-64 anni (6,1 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 74,8% delle vittime e il 73,5% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate l’8,9% dei morti e il 17,3% dei feriti, i pedoni il 16,3% dei deceduti e il 9,2% dei feriti. Il 69,7% dei pedoni deceduti in incidente stradale appartiene alla classe di età 65+, mentre il 62,4% di quelli feriti ha più di 44 anni. Il tasso di lesività standardizzato più elevato è pari a 1.036,5 nella classe di età 15-29 anni e decresce con l’età fino a 325,5 tra gli ultra 64enni.
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