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Confcommercio: idee-proposte contro il “declino” delle imprese giovanili #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

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(AGENPARL) – Roma, 24 Ottobre 2024

(AGENPARL) – gio 24 ottobre 2024 Confcommercio: idee-proposte contro il “declino” delle imprese giovanili
A fare impresa in Italia sono sempre meno giovani. Ancora meno se donne,
ancora meno se al Sud. Nel 2011 le imprese giovanili erano quasi il 12% del
totale, nel 2019 erano il 9,5%, nel 2023 l’8,8%. Una tendenza che si
registra “marcata” anche in Basilicata con il tasso di imprenditorialità di
poco superiore all’8% e un calo di 1,5% in un anno per un ammontare di
5.100 imprese under40. Fenomeni che si sono manifestati in maniera
esasperata in tutto il Sud dove tra il 2011 e il 2023 si è concentrata la
perdita di popolazione (1 milione in meno di abitanti) e il progressivo
invecchiamento con ben 1,9 milioni di giovani. Peggiori condizioni
economiche comprimono, infatti, la demografia e senza demografia non c’è
crescita.
Il risultato è che negli ultimi dodici anni sono sparite 180mila imprese
giovani di cui più del 40% nel Mezzogiorno (oltre 78mila). E il tasso di
imprenditoria giovanile, cioè la quota di imprese giovani sul totale, si è
ridotto di ben 3,1 punti percentuali, passando dall’11,9% all’8,8%. Senza
questa perdita, e quindi con un tasso costante pari a quello del 2011, oggi
avremmo tra i 47 e i 63 miliardi di euro in più di Pil.
Questi in sintesi i principali risultati dell’analisi dell’Ufficio Studi
Confcommercio “L’importanza dell’imprenditoria giovanile per la crescita
economica” presentata in occasione del XV Forum nazionale dei Giovani
Imprenditori di Confcommercio.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli nel suo intervento ha messo
l’accento sul rischio che i giovani italiani smettano di avere la voglia e
la possibilità di creare impresa. “L’impresa è insomma un orizzonte che le
nuove generazioni scelgono sempre meno. Tuttavia, fare impresa è una delle
decisioni a più alto impatto personale e sociale che possano esserci.”. Lo
studio di Confcommercio prova a spiegare il perché di questa
disaffezione analizzando due indicatori: il debito pubblico e la pressione
fiscale. Quarant’anni fa un giovane imprenditore doveva sopportare un
debito annuale di 295 euro contro gli oltre 910 euro di oggi. E ancora, nel
1982 lo stesso giovane entrava con una pressione fiscale media sotto il 32%
mentre oggi patisce il 41,5%. Mettendo insieme debito pro capite attuale e
prospettico e pressione fiscale si comprende come si sia instaurato un
circolo vizioso che deprime l’autoimprenditorialità: un giovane ha debiti
contratti da altri che deve ripagare attraverso un fisco più gravoso.
Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, Matteo Musacci ha
parlato del ruolo fondamentale dell’imprenditoria giovanile nella crescita
del Paese. “Abbiamo voluto dedicare questo XV Forum Nazionale al tema della
crescita perché è il momento che ogni giovane imprenditore – di prima
generazione, ma non solo – si trova ad affrontare, spesso con un senso di
solitudine. Ma i dati dimostrano anche che senza imprenditoria giovanile lo
sviluppo, del Paese procede con il freno a mano tirato. Da un punto di
vista innanzitutto quantitativo ma anche qualitativo: le imprese giovanili
portano nel mercato energie, prospettive e competenze che rappresentano un
irrinunciabile canale di innovazione e creatività”.
Il declino secondo Confcommercio può essere contrastato solo incrementando
il tasso di imprenditoria giovanile soprattutto nel terziario di mercato
che negli ultimi trent’anni è il settore che ha generato crescita economica
ed occupazione L’imprenditoria giovane può dare impulso alla crescita
complessiva del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno che ha sempre
trovato nell’autoimprenditorialità un’ ancora di salvezza contro la ridotta
presenza di grandi imprese che generano lavoro dipendente. Occorre
migliorare il contesto socio-economico e la demografia, incentivando la
partecipazione femminile al lavoro per invertire la tendenza demografica a
lungo termine; incentivare l‘imprenditorialità, promuovendo
l’auto-imprenditorialità attraverso agevolazioni fiscali, semplificazione
burocratica e contesto più favorevole; agevolare l’accesso al credito per
le imprese giovanili.



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