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Senatore Guido Castelli, partiamo dai fondamentali. Per sua volontà la dicitura esatta della carica che ricopre è stata modificata in commissario straordinario del governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dell’Italia centrale. Ecco, quanto il turismo può contribuire alla ripresa economica dell’Italia centrale?

“Ricostruire non basta. La tragedia del terremoto di quasi otto anni fa è piombata in un territorio reso già fragile dalla crisi demografica. Ricostruire in sicurezza oggi vuol dire offrire nuove ragioni per restare a vivere nei nostri luoghi, belli e ricchi di storia, cultura, arte e buona qualità della vita. Luoghi vocati al turismo, per storia e natura, che rappresenta un volano di attrazione e una leva fondamentale per l’economia locale. Ricostruire in sicurezza nell’area del cratere vuol dire assicurare ripresa economica e sociale. E l’offerta turistica è da sempre un elemento essenziale di questa ripresa. In questo anno e mezzo in cui ho avuto l’onore di svolgere il ruolo di commissario straordinario ho potuto verificare come il tessuto imprenditoriale dei nostri territori sia vivo e propositivo. È una premessa fondamentale per intervenire al fine di valorizzare il potenziale delle aree interne marchigiane. Alle istituzioni spetta proprio questo compito: sostenere e nutrire questa vita che resiste e riparte”.

Next Appennino è il programma per il rilancio economico e sociale delle regioni dell’Italia centrale con una dotazione complessiva di un miliardo e 780 milioni di euro. Quante sono le risorse dedicate al turismo e per quali interventi?

“Il programma Next Appennino, finanziato con il piano nazionale, offre una declinazione territoriale e trasversale all’obiettivo della ripresa socio-economica delle aree colpite dai sismi del 2009 e del 2016. Complessivamente in tutta l’area del cratere sono stati finanziati quasi 1.500 progetti: in questa articolata azione ci sono anche specifiche linee e risorse destinate al comparto turistico, che a oggi ammontano per le Marche a oltre 170 milioni per quasi 180 interventi. Mi riferisco, nel dettaglio, alla sub-Misura b2.1, dedicata a imprese turistiche, culturali e dello sport: nelle Marche finanziamo 55 progetti a cui sono stati destinati 29 milioni. Si tratta principalmente di servizi per l’alloggio e la ristorazione. Sono attività fondamentali per ricreare quel tessuto di accoglienza funzionale a sostenere il crescente afflusso di visitatori nei nostri territori, al quale stiamo lavorando. Sempre nelle Marche, la sub-Misura B2.2, dedicata al ‘Partenariato speciale per la valorizzazione del patrimonio pubblico’, grazie a una dotazione di 33,6 milioni finanzia dodici progetti volti al recupero del patrimonio culturale, ambientale e pubblico per finalità culturali, di innovazione sociale, turistica e ricreativa. Quanto alla macro Misura A di NextAppennino (sub-Misure A2.1, A3.1, A3.3 dedicate a efficientamento energetico, rigenerazione urbana di spazi aperti e messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita), nella nostra regione sono previsti 111 interventi collegati al settore turistico finanziati per 115 milioni, i Comuni sono direttamente i soggetti gestori”.

Dopo lo sblocco di 110 opere pubbliche nelle Marche all’inizio di marzo, nei giorni scorsi sono stati trasferiti ulteriori 9 milioni di euro per altre trenta opere. Qual è la situazione della ricostruzione pubblica e in che modo può incidere anche in chiave turistica?

“Complessivamente ci sono 3.215 interventi di ricostruzione pubblica programmati, per un finanziamento di quasi 4 miliardi. Nelle Marche, attraverso le ordinanze speciali e commissariali, per le opere pubbliche abbiamo finanziato 1.824 interventi, dunque ben più della metà del totale, per 2,15 miliardi. Dopo anni nei quali si sono registrate false partenze, possiamo dire con certezza che abbiamo impresso un cambio di passo. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione dei Comuni, della Regione e all’opera di semplificazione e velocizzazione consentita dal nuovo Codice degli appalti e dal protocollo stipulato con Anac, con cui abbiamo definito una serie di atti-tipo per supportare i Comuni più piccoli nell’iter amministrativo. La ricostruzione pubblica contribuisce certamente a intercettare e sostenere la ripresa turistica ed è per questo che nelle Marche abbiamo finanziato, per più di 60 milioni, 106 interventi destinati a rifugi di montagna, spazi museali oppure palazzi storici. Sono tutte realtà che, una volta recuperate e restaurate, contribuiscono a ricostituire quel tessuto che caratterizza i nostri borghi e ad attrarre così dei nuovi visitatori”.

Da Visso a Camerino, da Arquata ad Acquasanta, cittadine e borghi ricchi di tesori aspettano di rinascere anche in chiave turistica: qual è il quadro delle ordinanze speciali?

“Gli obiettivi che stiamo perseguendo, con la collaborazione di Comuni, ufficio speciale per la ricostruzione e Regione, sono di riportare i cittadini nelle loro case, incentivarli a restare nei territori sostenendo lo sviluppo sostenibile dei borghi dell’Appennino centrale. Le ordinanze speciali rientrano in questa ampia pianificazione, volta ad attrarre investimenti per assicurare un presidio umano attivo e produttivo, anche in chiave turistica. Penso a quella di Camerino, che finalmente ci consente di regolare la cantierizzazione del centro storico, coordinata da un ufficio dedicato a questa delicata funzione. Ad Arquata del Tronto abbiamo raggiunto l’intesa per la ricostruzione in sicurezza del centro storico, attraverso un progetto che prevede opere di stabilizzazione e sostegno all’avanguardia. Infine a Visso, la perla della Valnerina, le demolizioni e i cantieri di ricostruzione sono la testimonianza di un lavoro la cui andatura induce all’ottimismo. Certamente molto resta da fare e non possiamo permetterci rallentamenti. Anzi, questo è il momento di insistere, accelerare ulteriormente”.

Un riferimento di attualità riguarda il sostegno ai Cammini, in vista del Giubileo 2025 e dell’ottavo centenario della morte di San Francesco (2026).

“Aggiungo anche che nel 2028 ricorreranno i cinquecento anni dell’approvazione pontificia dell’Ordine dei Frati Cappuccini. Nelle Marche possiamo e vogliamo cogliere l’occasione di intercettare i crescenti flussi del turismo lento, religioso e non, che saranno determinati dagli eventi di portata mondiale indicati. Proprio a questo scopo, recentemente abbiamo approvato gli interventi in attuazione del programma di sviluppo dei cammini proposti dalle quattro Regioni del cratere per un importo complessivo di 47 milioni, di cui 30 destinati alle Marche. Si tratta di un articolato sistema di interventi per percorsi fruibili in un’ottica di intermodalità con il trasporto pubblico e la bici, per la messa in sicurezza e la manutenzione, ma anche per investimenti per i servizi di alloggio e ristoro destinati a camminatori e pellegrini. I Cammini finanziati sono numerosi e alcuni hanno una rilevanza storica e nazionale di particolare rilievo, come il Cammino francescano della Marca (7 milioni), la Via Lauretana (9 milioni), il Cammino dei Cappuccini (8 milioni) o la ciclovia del fiume Nera. Viviamo in territori bellissimi, che ospitano un patrimonio culturale, storico e religioso che è unico. Questo dei cammini è uno strumento ottimale per fruirli e goderli al meglio”.

 

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