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  • Il recente Consiglio dei Ministri ha approvato una serie di misure in linea con la riforma fiscale prospettata dal governo, intervenendo sulla tassazione sui redditi di diverso tipo.
  • Il Decreto Coesione ha l’obiettivo di colmare alcuni divari territoriali del paese, in termini di infrastrutture, risorse, trasporti, energia, attrattività delle imprese e così via.
  • Insieme al decreto arriva anche una revisione delle imposte Irpef e Ires, con alcune novità per le società tra professionisti.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito il giorno 30 aprile 20241 per intervenire con alcune misure urgenti a tema coesione. Viene redatto quindi un Decreto Coesione il cui obiettivo è ridurre le differenze territoriali su diversi aspetti che coinvolgono il paese.

Secondo quanto deciso anche dal PNRR, gli interventi prevedono un finanziamento con 42 miliardi di euro europei e 32 miliardi di euro di risorse italiane per gli anni 2021-2027, promuovendo un’azione sinergica tra le Regioni e lo Stato per diminuire le differenze sul territorio italiano.

Insieme a questo decreto vengono date disposizioni precise, in linea con la riforma fiscale, sulle modifiche all’attuale sistema di tassazione italiano, ovvero intervenendo su Irpef e Ires, introducendo alcune novità per le società tra professionisti e modificando le regole sul reddito agrario.

Decreto Coesione: disposizioni in linea con il PNRR

Le disposizioni del Decreto Coesione seguono le linee di azione del PNRR, intervenendo per garantire maggiore coordinamento tra le singole Regioni e lo Stato per progetti in diverse direzioni.

La priorità viene data a misure che riguardano le risorse idriche, le infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente, tematiche ad oggi importanti e attuali su cui è necessario intervenire anche alla luce degli ultimi avvenimenti climatici.

Segue l’attenzione verso la gestione dei rifiuti, la mobilità sostenibile e per l’energia. Non meno importante si prevede un intervento per favorire l’imprenditorialità e l’attrattività delle attività sul suolo nazionale, con attenzione particolare alla transizione green, a quella digitale e alle problematiche economiche del Sud Italia.

Il decreto pone l’attenzione quindi anche sull’utilizzo delle tecnologie più moderne, come l’intelligenza artificiale e le biotecnologie. Promuove poi l’efficienza di intervento delle singole amministrazioni, garantendo maggiori incentivi a chi raggiunge gli obiettivi previsti.

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Interventi per il lavoro nel Decreto Coesione

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Questo decreto in linea con la delega fiscale è anche noto come “Decreto Primo Maggio” perché coincide con la festività dedicata ai lavoratori. Prevede infatti uno sgravio del costo del lavoro del 120% che può salire al 130% per lavoratori assunti a tempo indeterminato in particolari situazioni di svantaggio.

Il Decreto Coesione chiarisce alcune misure dedicate ai lavoratori:

  • bonus giovani: i datori di lavoro sono esonerati dal versamento dei contributi previdenziali, al 100%, per assumere giovani dotto i 35 anni di età e donne. Il limite massimo dell’esonero è di 500 euro al mese per un periodo di 2 anni;
  • bonus donne: i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato lavoratrici donne possono accedere ad un esonero contributivo del 100% per 2 anni con limite massimo di 650 euro al mese. Sono coinvolte le lavoratrici di ogni età con priorità a coloro che si trovano nella ZES;
  • bonus ZES: per la Zona Economica Speciale al Sud Italia, si prevede per over 35 disoccupati da oltre 24 mesi un esonero dei contributi a carico del datore di lavoro al 100% per due anni. Inoltre per i titolari che hanno fino a 15 lavoratori dipendenti è possibile accedere ad uno sgravio contributivo del 100% per 24 mesi, con limite massimo di 650 euro al mese, per ogni nuovo assunto.

Revisione della tassazione sui redditi con il Decreto Coesione

Il Decreto Coesione interviene anche con una revisione della tassazione presente in Italia su diversi tipi di redditi, agendo direttamente sull’Irpef e sull’Ires. Le misure sono decise in linea con la riforma fiscale e mirano in un primo momento a stabilizzare il nuovo sistema Irpef a tre aliquote, che secondo questo decreto viene confermato ancora per il 2025.

Stando a quanto previsto nelle scorse settimane, le risorse per confermare questo e altri interventi potrebbero arrivare dalle somme ricavate da una maggiore trasparenza tra imprese e contribuenti e fisco, tramite lo strumento del concordato preventivo biennale.

Il governo ha quindi stabilito delle linee di azione precise per la determinazione del reddito e l’imposizione fiscale di diversi tipi di guadagni: dai redditi da terreni a quelli percepiti dai lavoratori dipendenti e gli autonomi, fino a quelli delle imprese.

1. Redditi dei terreni

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Viene modificata dal decreto la determinazione del reddito agrario, estendendo questo concetto anche alle colture fuori suolo, includendo le attività svolte presso immobili di specifiche categorie catastali.

Sono incluse quindi anche le produzioni di beni immateriali tramite coltivazione, allevamento o silvicoltura o operazioni che hanno l’obiettivo di tutelare l’ambiente.

2. Reddito di lavoro dipendente

Il decreto interviene sulla determinazione del reddito da lavoro dipendente. Vengono esclusi i premi e i contributi a favore dei familiari a carico del lavoratore, in caso di non autosufficienza o rischio di gravi patologie. Una novità interessante riguarda anche la misura sulle tredicesime mensilità garantite ai dipendenti.

Viene istituito un bonus tredicesima, applicato a gennaio 2025, che garantisce un’indennità di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito inferiore a 28.000 euro e in caso di figli a carico.

3. Reddito di lavoro autonomo

Sul reddito da lavoro autonomo il decreto interviene introducendo il principio di onnicomprensività, per cui, allo stesso modo dei lavoratori autonomi, si prende in riferimento il reddito dato dalla differenza tra tutte le somme in genere, percepite a qualsiasi titolo nel periodo di riferimento e le spese sostenute nello svolgimento dell’attività.

Vengono esclusi dal reddito di lavoro autonomo i contributi per previdenza e assistenza, i rimborsi spese per svolgere degli incarichi e gli immobili usati per l’attività, anche in modo promiscuo.

Novità interessanti arrivano per le società tra professionisti, per cui viene garantita la neutralità fiscale su operazioni straordinarie come:

  • conferimenti;
  • trasformazioni;
  • fusioni;
  • scissioni.

4. Redditi diversi

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Viene decisa una disciplina specifica anche sui redditi diversi, in particolare per ciò che riguarda i terreni con finalità edificatoria derivati da una donazione: in questi casi il reddito è stabilito dal prezzo di acquisto sostenuto dal donante, più le imposte associate.

Si somma anche l’imposta sulle donazioni nel caso in cui l’immobile derivi da una cessione avvenuta da non più di 5 anni, alla pari di come accade per i terreni.

5. Redditi di impresa

Il Decreto Coesione va ad allineare i criteri fiscali a quelli contabili per ciò che riguarda l’individuazione del reddito di impresa. La modifica sostanzialmente va a stabilire come decidere la base imponibile su cui applicare le diverse imposte, per società ed enti commerciali residenti.

I proventi derivati da liberalità o contributi faranno reddito solo per l’anno di esercizio in cui vengono effettivamente incassati. Si andrà a modificare quindi anche il sistema fiscale che riguarda le rimanenze di opere, forniture e servizi e le differenze sui cambi.

Infine viene stabilita un’imposta sostitutiva che riguarda i conferimenti di azienda sui maggiori valori in bilancio su immobilizzazioni materiali e immateriali dell’azienda ricevuta.

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Altre misure con il Decreto Coesione

Il decreto va anche a finanziare interventi specifici in alcune zone d’Italia: dalla bonifica dell’area Bagnoli-Coroglio al sostegno a realtà e imprese situate in piccoli Comuni per garantire diverse infrastrutture per i cittadini.

In generale questo decreto pone molta attenzione alla ZES, ovvero alle zone più svantaggiate a livello economico e per cui sono maggiormente presenti differenze a livello territoriale.

A questo proposito, oltre agli interventi per favorire le assunzioni, vengono date disposizioni per estendere le agevolazioni fiscali alle ZLS, Zone Logistiche Semplificate, ovvero tutte quelle aree portuali, anche di tipo produttivo.

In materia di istruzione viene posto il rinnovo fino al 15 giugno dei 6.147 collaboratori scolastici che si occupano di portare avanti progetti in linea con il PNRR per il Sud Italia, con 18,5 milioni di euro appositi. Il decreto pone attenzione anche verso investimenti in ambito sicurezza e cultura.

Infine per le zone colpite da eventi metereologici vengono stanziati ulteriori 88.500.000 euro per il Fondo emergenze nazionali, prorogando lo stato di emergenza in alcune zone d’Italia (provincia di Crotone, province di Catanzaro e Cosenza e del Comune di San Lucido in provincia di Cosenza).

 

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