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Arrivano gli sgravi per chi assume e un bonus per i dipendenti da 100 euro (il cosiddetto «bonus tredicesima», anche se è previsto per gennaio 2025, di cui si era parlato nelle ultime settimane tra accelerazioni e smentite). Sono due delle misure annunciate dalla premier, Giorgia Meloni, nel suo intervento al tavolo con i sindacati di lunedì 29 aprile.  «Martedì porteremo in Consiglio dei ministri – ha detto durante l’incontro – nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, un decreto legislativo che ci permetterà di erogare, nel mese di gennaio 2025, un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico». 

Meloni, sgravi di due anni per assumere giovani e donne

Assieme al bonus tredicesima, Meloni ha annunciato – in vista del decreto di riforma delle politiche di coesione che approda martedì 30 aprile in Consiglio dei ministri dm e reca specifiche disposizioni in materia di lavoro – sgravi per consentire nuove assunzioni, soprattutto di donne e giovani: «Le misure – ha detto Meloni – servono a sostenere l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Tali misure prevedono la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni».  

Quanto valgono gli sgravi

Sull’entità dello sgravio la premier non si è sbilanciata, anche se nei giorni scorsi si è parlato di un «superbonus» per le assunzioni che potrebbe arrivare fino al 130% del costo del lavoro.  Secondo le ultime indiscrezioni il bonus sarà del 100% dei contributi Inps per chi assume, ma con alcuni paletti. Lo sgravio sui giovani prevede che i datori di lavoro privati che dal primo luglio 2024 al 31 dicembre 2025 assumono under 35 a tempo indeterminato siano esonerati per due anni dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico fino a un massimo di 500 euro al mese. Lo sconto sale a 650 al mese per le assunzioni, sempre nello stesso periodo, nelle regioni del Sud e per quelle riguardanti le donne disoccupate da almeno 24 mesi su tutto il territorio nazionale (nella Zes bastano 6 mesi). L’azienda ha diritto a questi sgravi se le assunzioni comportano un aumento netto dell’occupazione. E ci sarà una misura di esonero dai contributi anche sulle assunzioni di lavoratori di grandi aziende (oltre mille dipendenti) in crisi.

Chi c’era all’incontro governo-sindacati 

Oltre al premier Giorgia Meloni, all’incontro con i sindacati hanno partecipato, per il governo, anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, e i ministri Raffaele Fitto, Giancarlo Giorgetti (video collegamento), Marina Calderone, Adolfo Urso, il viceministro Maurizio Leo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Per le organizzazioni sindacali presenti Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cida, Cisal, Confintesa, Confsal e Usb.

Gli interventi per le aziende in crisi

Nel decreto saranno poi incluse misure  per riqualificare lavoratori di aziende in crisi che affiancano quelle di sostegno all’occupazione e si concentrano soprattutto sui lavoratori di grandi imprese «per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro». Nello specifico – ha aggiunto Meloni – sosteniamo «la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord attraverso una misura dedicata ai soggetti attualmente disoccupati. L’obiettivo è quello di continuare a sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi. La nostra linea di azione è chiara: sosteniamo chi cerca un lavoro, chi assume e chi intende mettersi in proprio partendo dalle categorie che oggi più difficilmente trovano lavoro». Si tratta, in pratica, di due sostegni all’auto imprenditorialità. Il primo, denominato «Resto al Sud 2.0», prevede un voucher a fondo perduto fino a 40 mila euro per l’acquisto di beni e servizi per l’avvio di un’impresa. Il voucher sale a 50 mila euro per investimenti tecnologici,e digitali e per la sostenibilità. È previsto inoltre un contributo a fondo perduto fino al 75% per programmi di spesa fino a 120 mila euro e fino al 70% per quelli dai 120 mila ai 200 mila. Il secondo incentivo è rivolto a giovani under 35, disoccupati e persone in stato di vulnerabilità: se apriranno una partita Iva potranno avere anche loro un voucher di 30-40 mila euro e la compartecipazione all’investimento iniziale. 

La riforma dei fondi europei della coesione

Oltre al bonus tredicesime e al superbonus assunzioni, il governo approverà la riforma dei fondi europei della coesione: 43 miliardi di euro nel periodo 2021-27, che salgono a 75 con i cofinanziamenti nazionali. Un provvedimento richiesto dal Pnrr che elenca questa riforma tra gli obiettivi che l’Italia deve conseguire nel primo semestre del 2024 e che mira all’efficientamento della spesa, che vede il nostro Paese sempre agli ultimi posti in Europa, mutuando le procedure vincolanti dello stesso Piano di ripresa e resilienza: cronoprogramma da rispettare; poteri sostitutivi del governo verso le regioni inadempienti; revoca dei finanziamenti in caso di ritardi. Ma la riforma diventa per Meloni anche l’occasione per introdurre incentivi alle assunzioni, in particolare di giovani, donne e nella Zes (Zona economica speciale) del Mezzogiorno.

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