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Mettersi in proprio a volte è un desiderio, altre volte una necessità: qualunque sia la motivazione che spinge una donna a scegliere di essere il capo di sé stessa, ha a disposizione dei finanziamenti che possono rispondere a differenti esigenze

Soprattutto se si è alla pima esperienza in questo contesto, può essere utile una pre-valutazione e ricerca di fattibilità di accesso tra questi bandi che puntano ad agevolare le iniziative delle donne che vogliono entrare e affermarsi nel mondo dell’imprenditoria.

Tra questi quelli promossi attraverso le misure del Pnrr che ha previsto un fondo di 400 milioni di euro destinati all’occupazione femminile attraverso contributi a fondo perduto; finanziamenti agevolati e sostegno al credito.

Il 40% dei fondi è stato destinato a progetti da realizzare nelle regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Oltre a queste iniziative sono stati indetti anche altri bandi nazionali come il Fondo Impresa Femminile, per esempio, che sostiene tutte le attività condotte dalle donne.

I sostegni sono rivolti principalmente a:

  • società e cooperative in cui almeno il 60% di soci è femminile
  • società di capitali con quote composte per almeno due terzi da donne
  • imprese individuali con titolare una donna
  • lavoratrici autonome con una partita Iva

Sono stati destinati fino a 250mila euro per le nuove imprese, o per quelle costituite da meno di un anno. I contributi sono distribuiti tra: copertura dell’80% delle spese per finanziare progetti fino a 100.000 euro oppure copertura del 50% delle spese per finanziare progetti fino a 250.000 euro.

Per avere accesso a questi incentivi, che finora hanno contributo allo sviluppo di oltre 8.000 imprese gestite da donne, è necessario presentare una domanda telematica sul portale Invitalia.

Bisogna però prestare attenzione al contenuto delle Faq che vengono periodicamente aggiornate riguardo allo stanziamento e assegnazione di ulteriori nuovi fondi su questa misura e allo slittamento, quindi conseguente, dei periodi di scadenza.

Nel portale Incentivi.gov.it c’è una sezione dedicata all’imprenditoria femminile consultabile per farsi un’idea e avere una panoramica dei bandi attivi e di quelli chiusi, ma che potrebbero avere nuove finestre di accesso: il costante monitoraggio dei bandi non è mai un di più in una ricerca di finanziamenti, rientra invece tra gli step necessari.

Tra i bandi attivi per favorire l’imprenditoria ci sono anche On – Oltre Nuove imprese a tasso zero e Smart&Start: ma entriamo nel dettaglio analizzandone gli aspetti più importanti.

On – Oltre Nuove imprese a tasso zero

Si tratta di una misura prevista in attuazione del Titolo I, Capo 0I, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n.185 e il bando è attivo anche nel 2024 e privo di scadenze.

Si tratta di un incentivo che mira a sostenere la creazione di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile su tutto il territorio nazionale.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto con una spesa massima ammissibile fino a 3 milioni di euro. Il bando è destinato a micro e piccole imprese costituite da meno di 60 mesi dalla data di presentazione della domanda o a persone fisiche che vogliono costituire una nuova impresa.

Le spese ammissibili sono: costi di personale; formazione professionale; costi e spese generali; diritti di brevetto, licenze, marchi; immobili; impianti, macchinari, attrezzature; progettazione, studi, consulenze, materie prime, di consumo e merci, servizi.

La domanda deve essere inoltrata sulla piattaforma informatica di Invitalia e le agevolazioni vengono erogate per stati di avanzamento lavori (Sal) fino a 5 quote, comprendenti quella del saldo.

Smart&Start Italia

È uno strumento istituito con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico il 24 settembre 2014. Gli obiettivi dell’iniziativa sono: promuovere la diffusione di nuova imprenditorialità; sostenere le politiche di trasferimento tecnologico; sostenere la valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.

Sono finanziabili progetti del valore compreso tra 100mila e 1,5 milioni di euro e l’incentivo è a sportello e senza scadenza.

Nel 2024, la misura è ancora accessibile per tutte le startup in fase di avviamento o già avviate in ogni zona d’Italia, grazie ai due decreti firmati dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) a giugno 2023, per lo stanziamento di 108 milioni di euro per finanziare l’iniziativa.

Chi ne può beneficiare: startup innovative iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese costituite da non più di 60 mesi; imprese straniere che intendono istituire una sede operativa sul territorio italiano; persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa.

settori interessati dall’iniziativa sono: agroalimentare; moda e tessile; chimica e farmaceutica; metallurgia; elettronica; meccanica; autoveicoli e altri mezzi di trasporto; mobili, legno e carta; edilizia; fornitura di energia; acqua e gestione dei rifiuti; commercio; servizi di trasporto; alberghiero e ristorazione; Ict; cultura e turismo; salute; artigianato.

Le agevolazioni sono ammissibili per piani di impresa che hanno a oggetto la produzione di beni e l’erogazione di servizi per le seguenti spese ammissibili:

  • immobilizzazioni materiali: attrezzature e impianti in linea con l’impresa
  • immobilizzazioni immateriali: brevetti, marchi, certificazioni e conoscenze tecniche specifiche
  • servizi per la progettazione e lo sviluppo dei piani di impresa
  • costi per il personale dipendente e per le collaborazioni di diverso tipo
  • spese per le materie prime, con limite di liquidità al 20% dei costi totali

La misura prevede tre diverse agevolazioni: la prima di queste è un finanziamento agevolato senza interessi per importi fino all’80% delle spese ammissibili; la percentuale può arrivare al 90% se la startup è interamente costituita da donne o da giovani di età non superiore a 35 anni.

Il finanziamento prevede una durata massima di 10 anni. Per le startup innovative con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il finanziamento è restituito solo per il 70% dell’importo di finanziamento agevolato concesso.

La seconda agevolazione riguarda servizi di tutoraggio: le startup innovative costituite da meno di 12 mesi possono usufruire di servizi di tutoraggio tecnico-gestionale per un valore di 15mila euro nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e di 7.500 euro per le altre zone.

La terza agevolazione consiste nella conversione di una quota del finanziamento agevolato ottenuto attraverso un contributo a fondo perduto: le startup innovative destinatarie di investimenti nel proprio capitale di rischio da parte di investitori terzi possono richiedere la conversione del finanziamento agevolato in un contributo a fondo perduto, fino a un importo pari al 50% delle somme per le quali è prevista la concessione.

Il Fondo Garanzia Pari Opportunità

Si tratta di una sezione speciale attivata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità nell’ambito del Fondo centrale di garanzia per le Pmi.

Le risorse sono dedicate alla compartecipazione, a condizioni vantaggiose, della copertura del rischio sulle operazioni di garanzia concesse a favore delle imprese femminili e delle professioniste.

Per saperne di più sulle condizioni e sulla richiesta di accesso al Fondo è utile consultare il contenuto ministeriale.

Imprese innovative femminili montane

Sarà aperta fino al 30 aprile 2024, la misura Investimenti innovativi sostenuti da imprese femminili nei Comuni montani – Ifim che con un valore complessivo di circa 4 milioni di euro di investimento da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie, intende erogare delle agevolazioni alle startup innovative costituite prevalentemente da donne in forma di società di capitali, anche cooperative che hanno una sede operativa, o filiale, in uno dei Comuni montani indicati nell’Allegato I del bando di Invitalia.

Il Microcredito di libertà

Un finanziamento a tasso zero fino a 50mila euro è disponibile fino all’8 novembre 2024 per la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali delle donne che hanno subito violenza.

Si rivolge alle donne assistite dai Centri Anti-Violenza oppure ospiti delle Case Rifugio che hanno un’attività imprenditoriale o desiderano realizzare una propria idea imprenditoriale.

Il finanziamento serve per avviare o sviluppare attività d’impresa. La misura prevede l’assistenza gratuita di un tutor di microcredito sia nella fase di definizione del progetto imprenditoriale che in quella della restituzione del finanziamento.

Alla ricerca di incentivi regionali

Parliamo di iniziative che generalmente sono rivolte solo a persone residenti in una specifica regione oppure che intendono avviare un progetto di imprenditoria femminile in quella regione.

I bandi spesso vengono riattivati di anno in anno, in base alla dotazione finanziaria disponibile. In Friuli – Venezia Giulia per esempio, è operativo il Progetto S.I.S.S.I. 2.0 (www.sissi.fvg.it/) finanziato nell’ambito del Fondo Sociale Europeo – Fse Por 2014/2020, per il quale sono disponibili ancora risorse e che sostiene lo sviluppo delle capacità imprenditoriali soprattutto tra i giovani, in particolare donne, disoccupati, i neo-imprenditori e tra le categorie di lavoratori svantaggiati, anche in area montana.

Previsti percorsi di orientamento, coaching per il business plan fino all’accompagnamento alla formazione della startup.

La Regione Friuli – Venezia Giulia ha previsto anche un bando per le Pmi femminili con risorse del valore di oltre 1milione di euro, destinate alla concessione di contributi a fondo perduto in conto capitale a sostegno di progetti di imprenditoria femminile e le camere di commercio locali gestiscono amministrativamente le domande.

Possono beneficiare del sostegno, erogato a sportello, le Pmi femminili iscritte da meno di 36 mesi al registro delle imprese alla data di presentazione, che operano in Friuli – Venezia Giulia in una delle quattro province. Il contributo copre il 50% della spesa ammissibile, con un importo compreso tra un minimo di 2.500 euro e un massimo di 30mila euro.

Un roadshow per le imprese femminili

In altre regioni italiane le opportunità si sviluppano e strutturano anche attraverso incontri, networking e confronti tra esperti del settore e tessuto imprenditoriale locale.

Invitalia propone infatti in partnership con Unioncamere l’edizione 2024 del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa: partita a gennaio da Padova e poi Lucca e Oristano lo scorso 25 marzo, seguita poi dalle città di Reggio Calabria, Carrara, Viterbo, Messina, Pisa, Rieti, Cosenza e che vedrà la sua conclusione a Genova il prossimo 29 maggio.

11 tappe in 11 città italiane dove incontrare le imprenditrici, scambiare buone pratiche e conoscere le occasioni per fare impresa. Sempre a favore delle aziende che hanno un taglio femminile, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato istituito un apposito Comitato impresa donna, con il fine di monitorare l’andamento dell’imprenditoria femminile in Italia e contribuire alla partecipazione delle donne all’evoluzione del processo economico in corso, che tiene sempre più in considerazione gli aspetti ambientali della transizione green.

In un mondo in continua evoluzione, evolvono anche le opportunità per finanziare le imprese al femminile facilitandone l’accesso al credito: è quindi fondamentale, prima di tutto, avere un’idea concreta, magari averla anche già abbozzata su carta. Poi valutare il bando migliore, quello tailor made per il possibile progetto candidabile.

Secondo recenti dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere sono oltre 1 milione le imprese femminili registrate in Italia nel 2023, circa il 23% del totale del tessuto produttivo nazionale, in calo di oltre 10mila unità rispetto all’anno precedente.

In Italia, secondo le medesime stime, il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è pari al 48% contro quasi il 60% della media europea. E se in Italia si raggiungessero i livelli dell’Europa si avrebbero oltre 2 milioni di donne occupate in più, quindi un aumento del Pil, ma anche un aumento demografico.

Paesi come Danimarca, Svezia e Islanda hanno un indice di fertilità medio che si aggira intorno al 2% rispetto all’1,2% dell’Italia e hanno un tasso di partecipazione femminile alla vita economica che raggiunge quasi l’80%.

Dati che sottolineano chiaramente quanta strada ci sia da fare sul fronte dell’imprenditoria femminile nel nostro Paese e quanto sia ancora lontano l’obiettivo di colmare il divario di genere nel mondo dell’impresa.

Un modo per raggiungere questo obiettivo è rappresentato anche dal tenere d’occhio le varie forme di incentivi e finanziamenti a disposizione delle aziende.

Crediti immagine: Depositphotos



 

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