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Quando nell’ormai lontano giugno 2022 il presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca annunciava un finanziamento da 12 milioni di euro per recuperare e riaprire al pubblico l’antichissima Crypta Neapolitana, in molti avevano creduto in una veloce conclusione della vicenda che si trascinava da decenni. I fondi c’erano, la volontà politica di intervenire – una volta tanto – pure. Eppure oggi il progetto di recupero di quel tunnel che ha accompagnato la storia di Napoli per oltre 2000 anni si è arenato e le speranze di veder riaprire al pubblico quel misterioso e storico “corridoio” tra Piedigrotta e l’area flegrea si sono spente. E a spegnere le speranze di cittadini, comitati civici, gruppi di lotta e associazioni l’ennesima diatriba scoppiata tra Comune di Napoli e Regione Campania, ferme al palo a causa della mancanza del progetto esecutivo per l’avvio dei lavori. Un paradosso.

Palazzo Santa Lucia accusa il Comune di Napoli, il Ministero della Cultura, e la Sovrintendenza di non aver mai presentato formale richiesta di finanziamento del progetto di messa in sicurezza e rifunzionalizzazione in chiave museale – la Crypta Neapolitana è di pertinenza comunale – mentre, invece, il Comune accusa la Regione di non aver mai effettivamente messo a bilancio il finanziamento dell’opera, rendendo così impossibile la stesura di quello stesso progetto senza il quale non si può dare il via ai lavori.

Un incredibile guazzabuglio di accuse e controaccuse che ha avuto solo il non invidiabile merito di far tramontare a tempo indeterminato la possibilità per i napoletani di riappropriarsi di un pezzo pregiato della propria storia.

«Ad oggi – si legge nei verbali del Question Time lanciato in Consiglio Regionale dalla consigliera Maria Muscarà a luglio 2023 – non è pervenuta alcuna richiesta formale di finanziamento da parte dei beneficiari, suffragata da una ipotesi progettuale con allegato quadro economico, necessario per avviare l’iter formale di finanziamento dell’intervento».

Da allora, salvo qualche “botta e risposta” social tra l’assessore Cosenza e i cittadini inferociti per l’accantonamento del progetto di riapertura della Crypta Neapolitana, sull’intera vicenda è calato un incomprensibile quanto rumoroso silenzio. «Regione e Comune continuano a fare il gioco delle tre carte – l’accusa della consigliera regionale Maria Muscarà – e intanto il piano per riaprire la Crypta Napoletana ai cittadini è naufragato. E’ veramente incredibile trovarsi in una situazione in cui ci sono soldi da investire e non si riesce a farlo perchè due amministrazioni non sono in grado di dialogare tra di loro. Ho chiesto spiegazioni per iscritto all’assessore Cosenza e l’unica risposta che mi è stata data è che quei fondi non sono mai stati messi nel bilancio. Dall’altra parte, in risposta ad un mio Question Time la Regione risponde che il Comune non presenta i progetti e pertanto non si può procedere al finanziamento. Uno scaricabarile disgustoso – continua – che si gioca sul destino di un importante pezzo di storia della nostra città».

E il tema della Crypta Neapolitana non è il solo a tenere banco in questi giorni. Il parco Vergiliano, che ospita le spoglie di Giacomo Leopardi e, secondo una leggenda popolare anche i resti del poeta Virgilio, da mesi giace in pessime condizioni. Il verde è poco curato, le panchine in moltissimi punti sono rese inservibili e i pochissimi turisti che arrivano da queste parti si trovano di fronte al “muro” di transenne sparse qui e la, installate per i cantieri di consolidamento di parte del costone tufaceo. Il desolante spettacolo del degrado, naturalmente, è uscito fuori dai confini della città e non sono poche le recensioni negative dei turisti delusi. 

Ed è un vero peccato. Il parco Vergiliano – che in molti confondono con il parco Virgiliano di Posillipo – per la sua posizione strategica, per il suo “carico” di storia – è proprio qui che si trova, tra l’altro, uno degli ingressi della Crypta Neapolitana – e per la sua vicinanza ad una stazione della Metropolitana potrebbe sicuramente essere tra le mete turistiche più gettonate di Napoli. Invece i pochi turisti che si avventurano da queste parti si trovano di fronte a lapidi semi-sbiadite o coperte da vegetazione, pochissimi cartelli d’indicazione e, in generale, di fronte alla sensazione di un parco semi-abbandonato. Unica nota positiva è legata ai bagni pubblici presenti nella struttura: ben puliti e correttamente manutenuti.

«Siamo veramente dispiaciuti – denuncia Agostino Ingenito, presidente del Comitato Leopardi e Napoli – che il cantiere sia ancora in queste condizioni, non consentendo così ai viaggiatori ed ai fruitori di turismo culturale della nostra città di poter godere appieno di questo eccezionale parco urbano. Un parco che, seppur aperto al pubblico come previsto dai regolamenti comunali, è in parte inagibile soprattutto per quanto riguarda la tomba di Virgilio e lascia a desiderare circa la manutenzione del verde. Non è possibile usufruire delle sedute, come pure sembrano in cattive condizioni le varie colture di piante aromatiche presenti nel parco. Auspichiamo – continua Ingenito, che è anche presidente di Abbac, l’associazione dei gestori di b&b campani – che Sovrintendenza e Comune diano al più presto chiarezza sui tempi di ripristino di un parco che rappresenza un eccezionale caposaldo del turismo culturale in città. Qui non solo c’è meno folla rispetto al centro storico, ma è anche un’altra grande occasione rispetto ai tanti siti museali che questa città patrimonio Unesco riesce ad offrire nonostante le storture e le difficoltà in termini di servizi, accoglienza e gestione». 



 

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