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L’obiettivo dichiarato della proprietà e del management è quello di trasformare il gruppo da make-up brand a beauty brand di respiro internazionale, con una crescita ancora maggiore a livello globale, a partire dagli Stati Uniti. Un obiettivo che, con l’ingresso nel capitale di un investitore del calibro di L Catterton, diventa sempre più a portata di mano. Il fondo di private equity partecipato dal gruppo Lvmh ha infatti ufficializzato ieri, con una mossa che conferma la fiducia nel potenziale di crescita del settore della bellezza da parte dei grandi nomi del lusso, l’acquisizione di una quota di maggioranza di Kiko Milano, il marchio italiano fondato nel 1997 da Antonio Percassi e dal figlio Stefano, che manterranno «una partecipazione significativa nella società».

Lo store Kiko Milano di Bergamo progettato da Kengo Kuma

Un fatturato 2023 che sfiora gli 800 milioni di euro

Il valore dell’operazione non è stato reso noto, ma, secondo milanofinanza.it, i Percassi avrebbero ceduto attorno al 70% della società, per circa 1,05 miliardi di euro.

Kiko Milano, che conta oltre 1.100 punti vendita ed è presente in 66 mercati, rappresenta, secondo uno studio di Pambianco, il terzo player italiano del settore beauty, con un fatturato 2023 che sfiora gli 800 milioni di euro, in crescita del 19% rispetto all’esercizio precedente.

Negli ultimi mesi la famiglia di imprenditori bergamaschi, azionista tra l’altro dell’Atalanta, aveva accelerato sull’apertura del capitale di Kiko Milano a un grande fondo internazionale. In lizza per l’acquisizione c’erano alcuni dei maggiori fondi di private equity attivi in Italia. Alla fine ha avuto la meglio L Catterton, che possiede la maison italiana Etro, ha recentemente chiuso con la famiglia Della Valle un accordo per il 36% del Gruppo Tod’s e, soprattutto, «vanta una significativa esperienza negli investimenti a livello globale in oltre trenta marchi nel settore beauty in tutto il mondo, tra cui Intercos, Elemis, Etvos, Maria Nilla e Oddity».

Antonio Percassi manterrà la carica di presidente

«Abbiamo fondato, alla fine degli anni ’90, un brand che è diventato un marchio internazionale, amato da tutte le generazioni di consumatori e cresciuto in modo esponenziale. Ci siamo aperti a una partnership con un investitore di rilevanza internazionale come L Catterton, che riteniamo potrà contribuire ad accelerare la crescita di Kiko a livello globale, mettendo a disposizione una vasta esperienza e un ampio network nel settore della cosmetica», ha affermato Antonio Percassi, che manterrà la carica di presidente della società.

Antonio Percassi

Simone Dominici continuerà a ricoprire il ruolo di a.d.

«Ammiriamo da tempo Kiko per il suo stile distintivo, i suoi prodotti di qualità e l’attrattività del brand su scala internazionale e siamo profondamente onorati di collaborare con Antonio e la famiglia Percassi per rafforzare ulteriormente il posizionamento globale di questo marchio iconico, insieme a John Demsey, grande esperto del settore e senior advisor di L Catterton», ha dichiarato Nik Thukral, managing partner del Flagship buyout fund di L Catterton.

Simone Dominici continuerà a ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Kiko Milano. «La qualità di prodotti innovativi, l’accessibilità, la consulenza personalizzata e un accattivante design del packaging costituiscono gli elementi distintivi del brand. Sono fiducioso che questa partnership con L Catterton ci possa aiutare a portare Kiko verso nuovi e ancora più ambiziosi traguardi», ha spiegato Dominici. «Con la loro profonda conoscenza del settore beauty a livello internazionale, saranno in grado di offrire un prezioso contributo per espandere ulteriormente il nostro marchio, attraverso strategie di omnicanalità e l’apertura di nuove e importanti geografie, come gli Usa, grazie anche al supporto di John Demsey».

Non solo make-up: ampliata la gamma di prodotti 

Una volontà di crescita che ha visto Kiko Milano ampliare via via la gamma di prodotti offerti, dopo aver tolto dal logo la parola «make-up», «perché non siamo solo un brand di trucco, ma entriamo anche in altre categorie come lo skincare, e magari un domani anche in altre categorie della bellezza», aveva dichiarato Dominici.

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