Agevolazioni IMU per pensionato iscritto alla previdenza agricola #finsubitoagevolazioni

Terreni agricoli: il coltivatore diretto andato in pensione ha diritto agli sconti Imu?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 10876/2024 del 23 aprile, ha stabilito che, in caso di coltivatore diretto, il fatto di essere pensionato e iscritto alla previdenza agricola non preclude il diritto alle agevolazioni IMU per i terreni agricoli. Questa decisione ha riconosciuto le argomentazioni di un contribuente, al quale il Comune aveva inizialmente negato tale agevolazione.

La vicenda

Il caso riguardava un contribuente, un coltivatore diretto pensionato, che aveva impugnato un avviso di accertamento IMU relativo all’anno 2015. Egli sosteneva di avere diritto alle agevolazioni previste per i coltivatori diretti, nonostante percepisse una pensione. I giudici di primo grado avevano respinto il ricorso, argomentando che il reddito da pensione del contribuente era superiore a quello derivante dalla coltivazione dei terreni e che pertanto non poteva essere considerato un coltivatore diretto a tutti gli effetti.

Anche la Corte di Appello ha rigettato il ricorso: secondo i giudici di secondo grado, il fatto di percepire una pensione esclude a priori la qualifica di coltivatore diretto, indipendentemente dal fatto che la pensione derivi o meno dall’attività agricola. La Corte ha inoltre sottolineato che continuare a versare contributi volontari in agricoltura non influiva sulla decisione.

Cosa dice la Cassazione sulle agevolazioni Imu per coltivatori pensionati?

La Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, osservando che i recenti cambiamenti normativi hanno ridefinito i criteri per il riconoscimento delle agevolazioni IMU agli imprenditori agricoli. In particolare, la normativa non richiede più l’iscrizione nell’elenco comunale ma in quello regionale, e spetta alle Regioni verificare il possesso dei requisiti necessari per l’attribuzione della qualifica professionale all’imprenditore agricolo, da cui derivano le agevolazioni fiscali.

In particolare l’articolo 78-bis, comma 3, del Decreto legge n. 104 del 2020 ha introdotto una modifica significativa nella disciplina dell’IMU, con effetti retroattivi, favorendo i pensionati che continuano a esercitare attività agricole. Secondo tale disposizione, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali possono godere delle agevolazioni IMU anche se pensionati, a condizione che mantengano la loro iscrizione nella gestione previdenziale e assistenziale agricola.

Ciò implica che il pensionato deve continuare a svolgere attività agricola in maniera tale da garantire questa iscrizione.

La norma mira esplicitamente a sostenere l’esercizio delle attività imprenditoriali agricole, facilitando l’accesso alle agevolazioni fiscali previste per i terreni agricoli. Essa stabilisce che per un pensionato, mantenere l’iscrizione nella gestione previdenziale agricola (che implica il versamento dei contributi relativi all’attività agricola) è sufficiente per beneficiare delle agevolazioni IMU. Tale iscrizione attesta quindi che il pensionato continua a essere attivo nel settore agricolo.

Cosa ha deciso la Cassazione?

I giudici di legittimità hanno infine annullato la sentenza precedente, che negava le agevolazioni IMU al contribuente. Hanno accolto le motivazioni del pensionato, applicando retroattivamente le norme di interpretazione autentica previste dall’articolo 78-bis. Essi hanno confermato che la condizione di pensionato non rappresenta di per sé un ostacolo al riconoscimento delle agevolazioni IMU per i terreni agricoli posseduti. La cassazione della sentenza impugnata riafferma che la sola condizione richiesta per godere dei benefici fiscali è la permanenza dell’iscrizione alla previdenza agricola, indicativa di un’attività agricola continuativa e valutata anche in termini di reddito agrario rispetto ad altri redditi, secondo i criteri stabiliti a livello previdenziale.

Quali sono le conseguenze per i pensionati agricoltori

Questa interpretazione legislativa apre la porta a numerosi pensionati che, pur avendo cessato formalmente la loro carriera lavorativa principale, continuano a dedicarsi all’agricoltura, permettendo loro di beneficiare di sostegni economici significativi attraverso le agevolazioni fiscali. È una misura che riconosce e valorizza il contributo continuativo al settore agricolo, anche nella fase della pensione, sottolineando l’importanza di questa attività non solo come fonte di reddito, ma anche come impegno professionale e personale a lungo termine.