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Secondo i dati del Registro delle Imprese al 31 dicembre 2023, in provincia di Rimini si contano 745 sedi di impresa attive del settore Finanziario e assicurativo (1.111 localizzazioni attive), che costituiscono il 2,2% delle imprese totali provinciali; nel confronto con il 2022 si registra un aumento del 2,3% delle imprese attive (+0,4% le localizzazioni), sostanzialmente in linea con l’incremento regionale (+2,2%) e nazionale (+2,1%).

Per ciò che riguarda la natura giuridica il 68,3% sono imprese individuali, il 20,3% società di capitale e il 10,9% società di persone; rispetto al 2022 si rileva una forte crescita delle società di capitale (+17,1%) e, in forma più attenuata, delle società di persone (+1,3%), mentre risultano in calo le imprese individuali (-1,2%).

Relativamente all’occupazione, gli addetti delle imprese attive dei Servizi finanziari (incluso le assicurazioni) sono l’1,4% del totale e la dimensione media aziendale complessiva è pari a 2,7 addetti per impresa (6,9 in Emilia-Romagna, 4,2 in Italia), che si alza a 7,0 addetti considerando le sole attività finanziarie; da tali dati si evince, quindi, che in provincia operano soprattutto microimprese (meno di 10 addetti).

Considerando in particolare le banche, si evidenzia il ridimensionamento strutturale in provincia, con un calo deciso e continuo degli sportelli bancari negli ultimi dieci anni: da 285 sportelli nel 2013, infatti, si è passati a 217 nel 2018 fino ad arrivare a 175 a fine 2023 (-38,6% la variazione nel lungo periodo, -19,4% quella di medio periodo).

Con riferimento al credito, sulla base dei dati provvisori della Banca d’Italia (Ufficio Ricerca Economica di Bologna), in provincia di Rimini, al 31 dicembre 2023 i prestiti totali ammontano a 8.545 milioni di euro (6,2% dell’Emilia-Romagna), così suddivisi: 56,2% alle imprese, 39,9% alle famiglie e 3,9% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 31 dicembre 2022 si registra una diminuzione dell’1,7% dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 2,4% (-0,1% alle medio-grandi, -8,3% alle piccole) e quelli alle famiglie dello 0,7%; riguardo ai prestiti alle imprese, risultano in flessione quelli verso i servizi nel complesso (-5,0%) e, in forma lieve, le costruzioni (-0,3%) mentre sono in crescita quelli verso il manifatturiero (+3,7%).

Per ciò che riguarda il risparmio finanziario, in provincia, al 31 dicembre 2023 l’ammontare risulta di 17.377 milioni di euro (6,2% dell’Emilia-Romagna): il 61,7% è costituito dai depositi bancari, il restante 38,3% dai titoli a custodia. Rispetto al 31 dicembre 2022 si rileva un calo del 4,8% dei depositi, a cui si contrappone l’aumento degli investimenti in titoli gestiti dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (+8,9%) e, soprattutto, degli investimenti in titoli di Stato (+98,4%).

Per ciò che concerne le sofferenze (110 milioni di euro al 31/12/23), queste registrano una flessione annua del 32,5%, nettamente superiore a quella sia regionale (-12,5%) sia nazionale (-12,4%); il relativo tasso di rischio del credito (rapporto sofferenze/prestiti) risulta pari a 1,3% (1,1% in Emilia-Romagna e Italia), in costante diminuzione.

In tale contesto, molto interessanti sono i dati relativi ai cosiddetti prestiti garantiti derivanti dal Fondo di Garanzia, che rappresenta lo strumento agevolativo del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) volto a sostenere, tramite una sorta di garanzia pubblica a copertura dei finanziamenti bancari e di altri intermediari finanziari, le PMI (imprese con meno di 250 addetti) che hanno difficoltà ad accedere al credito attraverso i normali canali, in quanto non dispongono di sufficienti garanzie.

Ciò detto, nel corso del 2023 in provincia di Rimini si sono rilevate 1.230 operazioni complessive, con una diminuzione, rispetto al 2022, del 26,4%; mediamente, si sono avute 36 operazioni ogni 1.000 imprese (40 in Emilia-Romagna, 46 in Italia). L’importo finanziato totale ammonta a 227 milioni di euro, con una variazione annua del -18,3%; l’importo finanziato medio (per singola operazione) è di 185mila euro, inferiore a quello regionale (222mila euro) e nazionale (196mila euro).

 “Il sistema finanziario è molto importante in quanto la sua efficienza è in grado di rendere particolarmente “produttivo” il risparmio privato trasformandolo, attraverso i mercati finanziari, in investimento in attività produttive e favorendo così crescita e sviluppo – dichiara Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. La salute delle imprese finanziarie assume quindi una doppia valenza: per le imprese e per le famiglie. In questa fase è poi particolarmente importante lavorare per accrescere la cultura finanziaria, supportare le Pmi negli investimenti mirati all’innovazione e allo sviluppo, facilitare il dialogo con il sistema bancario e agevolare l’accesso al credito con un’attenzione particolare anche al tema della finanza alternativa”.

“Il mercato finanziario sta conoscendo una profonda trasformazione determinata dalla transizione digitale e dai ripetuti shock di natura sistemica che hanno richiesto agli intermediari finanziari di modificare le proprie strategie di business e le modalità di offerta – commenta Giuseppe Genovese, Capo della Filiale di Forlì della Banca d’Italia–. Si è quindi ridotta negli ultimi anni la presenza sul territorio attraverso la rete degli sportelli bancari ma si sono di molto evoluti i prodotti offerti e le nuove modalità di interazione a distanza con la clientela. Il sistema bancario rimane peraltro centrale nell’attività di finanziamento alle imprese e alle famiglie, sostenendo in tale maniera la crescita e lo sviluppo economico sul territorio di insediamento. Nel corso del 2023 nelle due province di interesse i prestiti hanno seguito l’andamento nazionale e regionale, facendo rilevare una generalizzata diminuzione, più marcata per la provincia di Forlì-Cesena rispetto a quella di Rimini soprattutto per i finanziamenti concessi alle imprese. Rimane comunque soddisfacente la qualità dei finanziamenti erogati con sofferenze in deciso calo in entrambe le province”.

 

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