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La proroga della scadenza dei PEF dal 30 giugno al 30 aprile potrebbe arrivare con un emendamento alla legge di conversione del decreto n. 39/2024, attualmente in Senato. La richiesta dell’ANCI sulla TARI 2024, per evitare gli aumenti

Potrebbe arrivare una proroga al PEF, il piano economico finanziario, che deve essere approvato dai Comuni ed è necessario per l’approvazione delle tariffe.

La scadenza è fissata al 30 aprile 2024 ma il rinvio potrebbe arrivare con la legge di conversione del decreto 39/2024, il recente provvedimento del governo sui bonus edilizi che ha iniziato il suo iter di conversione parlamentare al Senato.

Potrebbe essere infatti inserito un emendamento al testo per spostare avanti la scadenza al prossimo 30 giugno per permettere agli enti di stabilire le nuove tariffe e non essere costretti a confermare quelle dell’anno precedente.

L’ANCI, associazione nazionale dei comuni italiani, chiede l’intervento del governo e del Parlamento per evitare contenziosi e aumenti della tassa sui rifiuti.

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TARI 2024: proroga al 30 giugno per i PEF e le tariffe?

Si avvicina la scadenza per l’approvazione dei PEF da parte dei Comuni. I piani economico finanziari, che rilevano i costi del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti, sono necessari per l’approvazione delle tariffe della TARI.

Il termine è fissato a fine mese, al 30 aprile 2024, ma potrebbe essere oggetto di proroga al 30 giugno.

A richiedere il rinvio, che potrebbe arrivare con un emendamento alla legge di conversione del DL 39/2024 che ha iniziato l’iter parlamentare al Senato, è l’ANCI.

L’associazione nazionale dei Comuni italiani ha pubblicato un comunicato per chiedere un intervento urgente da parte del governo e del Parlamento al fine di scongiurare contenziosi e incrementi della tassa sui rifiuti.

Nel testo del comunicato stampa dello scorso 18 aprile si legge quanto di seguito riportato:

“Le note vicissitudini che stanno interessando tantissimi Comuni da nord a sud e i gestori del servizio rifiuti rendono urgente un intervento del Governo per tutelare i cittadini e impedire un rialzo delle tariffe del servizio di gestione dei rifiuti urbani, dovuto a un intreccio di difficoltà legate all’applicazione delle regole ARERA e, principalmente, alla vicenda dei cd. “impianti minimi” innescata da alcune sentenze del Consiglio di Stato avverso le determinazioni dell’Autorità.”

Il Consiglio di Stato ha annullato la deliberazione ARERA n. 363/21, che definiva i criteri per l’individuazione degli impianti minimi.

Tale delibera ha permesso l’individuazione degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Con l’eliminazione, le annualità 2022 e 2023 sono rimaste senza regolazione.

In assenza di un intervento, come spiegato nel comunicato stampa dell’ANCI:

“(…) gli utenti delle stesse regioni si ritroverebbero costretti a dover restituire ai gestori degli impianti già definiti come “minimi” sulla base della precedente regolazione ARERA, la differenza di tariffa per le annualità 2022 e 2023 con un aggravio della Tari pur in presenza di una norma – il Piano nazionale di gestione dei rifiuti (PNGR) – che da giugno 2022 definisce la possibilità di applicare delle tariffe calmierate.”

La situazione di incertezza potrebbe provocare aumenti di tariffe e la difficoltà dell’approvazione dei PEF entro la scadenza il 30 aprile prossimo.

TARI: i rischi della conferma delle tariffe

L’aggiornamento del PEF, per il biennio 2024-2025, è necessario per l’approvazione delle tariffe entro il 30 aprile prossimo.

Nel caso in cui non venissero approvate, sarebbero in automatico riconfermate quelle dell’anno 2023, che però potrebbero essere insufficienti per coprire i costi effettivi del 2024.

Il mancato rispetto della scadenza del 30 aprile porterebbe i Comuni a una conferma delle tariffe provvisorie e all’approvazione di nuove tariffe entro il 31 luglio prossimo.

Come sottolineato nel comunicato stampa dell’ANCI, tuttavia:

“tale possibilità appare percorribile solo per la Tari e non per la tariffa rifiuti corrispettiva, sicché si verrà a creare un corto circuito tra le norme di riferimento e le prescrizioni di ARERA sulla redazione del PEF, con il rischio di non garantire la copertura integrale dei costi.”

Da tali osservazioni nasce la richiesta di rinvio della scadenza dei PEF e delle tariffe del prelievo sui rifiuti almeno al 30 giugno 2024.

Un rinvio che potrebbe arrivare per mezzo di un emendamento alla legge di conversione del DL n.39/2024.

Oltre all’intervento sul rinvio del termine l’ANCI chiede una “soluzione tampone” per le annualità che al momento sono senza una regolamentazione degli impianti minimi, ovvero il 2022 e il 2023.

L’intervento avrebbe lo scopo di limitare gli aumenti delle tariffe.

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