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(Agen Food) – Aosta, 19 apr. – di Olga Iembo – Della Valle D’Aosta, la più piccola regione d’Italia, tutti conoscono l’enorme vocazione turistica. Ma il suo incantevole territorio arrampicato sulle montagne rappresenta un patrimonio di risorse naturali su cui si fondano attività agro-pastorali che fanno parte del suo DNA e che sono gestite con la cura dovuta a un tesoro così prezioso, secondo quanto emerge dal racconto di Marco Carrel, assessore all’Agricoltura e risorse naturali della Regione autonoma.

Poco più che trentenne, e dunque il più giovane componente della Giunta, ma con idee e propositi chiarissimi, Carrel ha spiegato ad Agen Food le buone pratiche seguite nella regione, ispirate al principio che proprio sui giovani che desiderano puntare sull’agricoltura bisogna investire, anche valorizzando il territorio e le risorse naturali stesse.

Assessore, di recente il Ministero dell’Agricoltura, accogliendo una vostra richiesta, ha autorizzato l’impianto di 30 ettari di nuovi vigneti in Valle d’Aosta. Lei lo ha definito “un settore in piena espansione”, evidenziando “il contributo della viticoltura eroica alla salvaguardia e alla valorizzazione dei territori difficili”…

“Sì, sono molto soddisfatto di questo risultato, raggiunto dopo un articolato lavoro di concertazione che ho avviato con le altre Regioni, in particolare con quelle che, come la Valle d’Aosta, sono caratterizzate da una viticoltura eroica, praticata in montagna o su terreni a forte pendenza. Per noi il valore di questo traguardo è duplice. In primo luogo, siamo riusciti a rispondere alle richieste dei viticoltori valdostani. La qualità e la diversificazione delle produzioni enologiche sono cresciute molto negli ultimi anni, così come l’attenzione da parte dei consumatori e l’interesse dei turisti che soggiornano nella nostra regione. A ciò si è aggiunta la necessità di agevolare il ricambio generazionale e di offrire ai giovani la possibilità di investire e crescere in questo settore. Tutti aspetti che reclamavano un ampliamento delle aree vitate. Ma c’è un’altra considerazione altrettanto importante, di ordine ambientale e sociale. Coltivazione della vite per noi significa anche tutela del territorio: i viticoltori assicurano il presidio e le cura dell’ambiente, contribuiscono alla lotta al dissesto idrogeologico, fenomeno purtroppo sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici, e offrono un contributo indispensabile per contrastare l’abbandono e lo spopolamento della montagna”.

Agricoltura, allevamento e impatto sulle emissioni di gas serra, un tema sicuramente al centro del dibattito nel settore e all’attenzione dell’Unione Europea. Quale la situazione in Valle d’Aosta e l’impegno delle Istituzioni in tal senso?

“Il modello di allevamento praticato in Valle d’Aosta è l’esempio di perfetta integrazione tra uomo, animali e ambiente, un sistema dove coesistono sviluppo economico, produzione di alimenti buoni e sani, tutela delle risorse naturali e delle varietà genetiche. La nostra è una zootecnia di tipo estensivo, dove il sistema di gestione è ancora quello tradizionale: privilegia il benessere degli animali, valorizza le razze autoctone, l’alimentazione avviene con foraggi locali e permane la pratica della monticazione estiva in alpeggio, in ambienti incontaminati. Mi fa piacere ricordare che la Valle d’Aosta, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, è l’unica regione non vulnerabile ai nitrati di origine zootecnica: ciò significa che l’impatto delle deiezioni animali è al di sotto dei limiti di attenzione fissati dalle normative. A ciò si aggiunge il fatto che l’adesione della nostra regione alle pratiche agroambientali cofinanziate è fra le più alte in Italia, dato che le risorse destinate a questi interventi superano la quota minima fissata del 57% del piano finanziario totale. Tutto ciò ci permette di affermare che l’allevamento è per noi un importante alleato per sostenere le sfide ambientali ed alimentari e ai consumatori mi permetto di ricordare che le nostri produzioni di latte e carne, presenti sul mercato, sono alimenti sicuri e controllati, provenienti da una filiera sostenibile e del tutto priva di OGM”.

Un altro tema dominante è quello della scarsità delle risorse idriche. Il 2022 è stato un anno segnato dalla siccità. Come fronteggiare questo grave problema?

“Il 2022 è stato un anno pesantemente segnato dalla siccità, ma le previsioni evidenziano che questo scenario sarà sempre più frequente in futuro. Ciò richiede l’adozione urgente di misure di adattamento ai cambiamenti climatici e una gestione attenta della risorsa idrica. Sono obiettivi che devono essere perseguiti a breve, medio e lungo termine, con un approccio concreto. Da un lato, quindi, lavoriamo per rendere più efficiente l’attuale sistema idrico, riducendone le perdite e migliorando i sistemi di captazione. Dall’altro, stiamo pianificando il potenziamento di nuove fonti di approvvigionamento e la realizzazione di nuovi bacini di accumulo. In tutto ciò, è cruciale sostenere il lavoro dei Consorzi di miglioramento fondiario presenti nella regione. Per questo, siamo già intervenuti per modificare i criteri per la concessione degli aiuti a loro destinati, per incentivare la realizzazione di interventi urgenti di manutenzione straordinaria. È stata innalzata la spesa massima ammessa a contributo per il rifacimento e la costruzione ex novo di infrastrutture irrigue, compresi i manufatti di accumulo e l’installazione di nuove tecnologie. Inoltre, a livello normativo, abbiamo modificato la legge regionale di riferimento per il settore agricolo, introducendo la possibilità di finanziare, ai Consorzi locali, gli oneri progettuali per la realizzazione di opere che potranno accedere alle agevolazioni messe in campo a livello nazionale”.

Con la legge 194 del 1° dicembre 2015 il Governo italiano ha stabilito i princìpi per l’istituzione di un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Cosa sta facendo la Valle d’Aosta?

“Il tema della biodiversità mi sta particolarmente a cuore e proprio quest’anno contiamo di recepire la normativa nazionale con un disegno di legge regionale, al quale stiamo lavorando, e finalizzato a promuovere e salvaguardare gli ecosistemi, le varietà agricole e le razze locali. Tuttavia, mi sento di affermare che molte attività del nostro Assessorato vanno già in questa direzione. Penso per esempio agli interventi del CSR 23/27, e prima del PSR 14/22, che promuovono la conservazione dei tradizionali sistemi di allevamento, che preservano i prati e i pascoli permanenti quali principali risorse di biodiversità, ma anche al bando per il rifacimento dei muretti a secco e ai contributi che eroghiamo per le rassegne zootecniche e i concorsi genetici. Stiamo poi ponendo una forte attenzione all’apicoltura, promuovendo strumenti di finanziamento al settore e intensificando le iniziative di valorizzazione, in quanto crediamo che rappresenti un settore chiave per il nostro patrimonio agricolo. Sono anche fortemente convinto che in questo particolare contesto storico sia di fondamentale importanza insegnare ai nostri ragazzi un modello sostenibile di agricoltura e per questo ho chiesto agli uffici di intensificare l’attività didattica nelle scuole e nel nostro Centro agricolo dimostrativo di Saint-Marcel, dove sensibilizziamo alunni e scolaresche ad un’alimentazione sana e consapevole. Quando parliamo di produzioni locali e tradizionali, infine, penso all’impegno che stiamo dedicando alla difesa delle nostre produzioni di qualità, con una molteplicità di attività promozionali che coinvolgono il paniere di tutti i prodotti del territorio e sostenendo con contributi a fondo perduto le iniziative organizzate da enti locali, pro loco e altre associazioni, che valorizzano il settore agricolo e la cultura rurale”.

Parliamo di due questioni di stringente attualità: innovazione tecnologica e ricambio generazionale. Rispetto alla prima, il Governo della Valle d’Aosta ha appena approvato l’istituzione del Comitato regionale di coordinamento del sistema per la conoscenza e l’innovazione in Agricoltura. Quali le altre strategie, iniziative e novità previste per il futuro?

“Stiamo lavorando assiduamente alle nuove iniziative contenute nel sistema AKIS del CSR 23/27, volto a sostenere la formazione, la ricerca e l’innovazione, che rappresentano argomenti cruciali per il futuro del settore agricolo, tanto più in una regione marginale come la Valle d’Aosta. Il tema del ricambio generazionale è da tempo al centro della nostra azione, focalizzato su quei giovani che guardano all’agricoltura per i loro progetti di vita o che vogliono riprendere l’attività di famiglia. Credo che un aspetto attrattivo della nostra agricoltura risiede proprio nel profondo legame tra i savoir-faire ancestrali, la salvaguardia delle risorse naturali, la tutela della biodiversità e l’apporto che la ricerca e l’innovazione offrono alla modernizzazione e alla competitività delle nostre aziende agricole. Inoltre, sempre più l’attività agricola interagisce con il comparto turistico, al quale contribuisce offrendo autenticità, conoscenza del territorio e legame con le tradizioni. Ci sono tanti giovani che, accanto all’attività agricola, investono in accoglienza e attività di visita. Questo ci fa tanto più piacere in quanto sono mossi da un reale attaccamento al territorio, ad una volontà di essere attori della sua valorizzazione e parte attiva di una reale crescita culturale ed economica. Gli agricoltori del futuro saranno non solo attori economici di questa regione, ma anche ambasciatori delle sue peculiarità e delle sue tante potenzialità”.


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