Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato lo schema del DM che aggiorna il meccanismo incentivante del cosiddetto Conto Termico: porte aperte all’autoconsumo collettivo e agli enti del terzo settore. Ecco le principali novità e su cosa si sta discutendo.
Il Conto Termico 2024, detto anche 3.0, ha tra gli interventi incentivabili anche Fv con accumulo e colonnine di ricarica. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul suo sito ufficiale il documento contenente gli aggiornamenti normativi attualmente in fase di studio, aprendo una sorta di consultazione pubblica sulle possibili novità da introdurre.
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Sono numerose le modifiche che potrebbero interessare gli incentivi oggi dedicati all’efficientamento energetico, con particolare attenzione ai piccoli impianti e all’uso di fonti rinnovabili.
La volontà alla base del provvedimento e delle sue successive modifiche è quella di andare ad allargare il più possibile la potenziale platea di beneficiari, ma in che modo?
La bozza della nuova versione del Decreto apre potenzialmente le porte anche a nuove configurazioni dell’autoconsumo “virtuale”, confermando in questo modo le anticipazioni che in buona parte erano già emerse nei mesi scorsi.
Crescono e si diversificano poi anche gli interventi ammissibili che ora includono il fotovoltaico con batterie, le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici e anche il teleriscaldamento.
Come dare il proprio contributo al Decreto Conto Termico
Il nuovo Decreto Conto Termico 2024 è in consultazione fino al 10 maggio, fino a quel momento i soggetti interessati, come spiegato dallo stesso MASE in una breve nota, potranno inviare le proprie osservazioni semplicemente scrivendo alla PEC [email protected] o utilizzando il modulo presente sul sito del Ministero.
Il MASE non si è infatti limitato a presentare il nuovo Decreto Conto Termico 3.0, ma l’operazione è di tipo partecipativo. Nello schema in consultazione fa riferimento poi anche ad nuovo provvedimento per gli interventi di grandi dimensioni, come quelli per la produzione di energia rinnovabile termica, anche nel settore industriale.
L’intento esplicito con questa iniziativa è quello di andare a fornire un concreto impulso e una maggiore efficacia rispetto al conseguimento degli ambiziosi obiettivi di de carbonizzazione che ci si è posti a livello nazionale ed europeo.
Conto Termico 2.0 e 3.0, principali differenze
Ci sono importanti differenze tra l’ultimo Decreto e il precedente. Il cosiddetto Conto Termico era nato per incentivare gli interventi di aumento dell’efficienza energetica e si concentrava in particolare sulla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, con un forte focus su impianti di piccole dimensioni, quelli ad uso domestico.
Attualmente lo strumento è riservato solo a PA e ai soggetti privati che possono fare richiesta da soli o tramite un’ESCO (Energy Service Company).
Con il nuovo Decreto o almeno stando allo schema del Conto Termico 2024, così come è stato condiviso dal Ministero, la platea di soggetti coinvolti si va potenzialmente ad ampliare e diversificare non poco. Si prevede infatti che al meccanismo incentivante possano ora partecipare anche le comunità energetiche rinnovabili, le configurazioni di autoconsumo diffuso e gli enti del terzo settore.
Per le Pubbliche Amministrazioni sarà invece possibile ricorrere a forme di cooperazione tra pubblico e privato (con contratti PPP – Partenariato Pubblico Privato) e quindi ci sarà la compartecipazione di privati alle spese di riqualificazione.
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