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Questa è la storia di un’azienda agricola e agrituristica all’avanguardia. Oltre un secolo di sacrifici di un’intera famiglia per raggiungere obiettivi di innovazione e sviluppo in un settore tra i più promettenti. Parliamo dell’azienda Montemurro a Grottole in provincia di Matera. Agriturismo, fattoria didattica, produzione artigianale di legumi e cereali, pasta, miele, un ristorante. Oliveti e frutteti. Ci lavorano, oltre i componenti della famiglia, 12 dipendenti. Una realtà tra le più originali e rinomate della Basilicata. Lo sviluppo dell’azienda, oltre l’impegno e la passione dei Montemurro, è stato possibile anche grazie a un intelligente utilizzo dei finanziamenti e contributi pubblici. Ora, questo fiore all’occhiello della regione, rischia la scomparsa. Perché?

“QUESTO TERRENO DEVE ESSERE MIO”

Sulla soglia dell’azienda si presenta un signore, si chiama Pietro Ninivaggi. “Devo acquistare una parte del terreno di vostra proprietà”. Quel terreno non è in vendita, è funzionale all’attività agrituristica. Eppure quel signore insiste e insisterà per mesi, anni, ancora oggi tra carte bollate, prove di forza e coperture importanti. In vista di diversi impianti fotovoltaici da realizzare nei dintorni in quel punto, a ridosso della fattoria, è prevista la costruzione di una centrale elettrica, sottostazione, a cui gli impianti devono connettersi. Una mega struttura che impatterebbe mortalmente sull’attività agricola, agrituristica, didattica e di ristorazione dell’azienda. Impatto ancora più drammatico se si immagina il paesaggio agricolo deturpato da decine di impianti fotovoltaici tra Grottole, Irsina e Tricarico tra quelli già realizzati e quelli in progetto. Impianti in buona compagnia con i parchi eolici che da tempo circondano e penetrano il territorio. Insomma, a un’invasione di corpi estranei che ha già superato ogni limite si aggiungono nuove operazioni di saccheggio. Ci facciamo subito una domanda: è possibile che la Regione e lo Stato incentivino con risorse pubbliche investimenti di sviluppo nel settore agricolo e contemporaneamente favoriscano interventi industriali che vanificano quegli investimenti? La metafora che usiamo è sempre la stessa: le istituzioni da un lato incentivano la produzione di farina e dall’altro disincentivano la produzione di grano. É possibile distruggere 12 posti di lavoro mantenuti da anni nell’azienda agricola in cambio di poche unità occupate a tempo determinato nella costruzione di un impianto eolico o fotovoltaico? Tra l’altro in presenza di un surplus di energia prodotta in Basilicata da fonti alternative e dai giacimenti petroliferi?

“Lavoriamo su 4 assets: living (sia edifici che modalità di “abitare”), agricoltura, impresa e turismo – facendoli incontrare con i “prodotti locali” – ceramica, miele, vino e olio – e valorizzando le peculiarità paesaggistiche – sistema cantine / grotte, agro rurale e Riserva Naturale di San Giuliano.” É quanto si legge nel Progetto Wonder Grottole. Un Progetto molto interessante che deve fare i conti con la devastazione del paesaggio di Grottole in atto da molti anni. E ci chiediamo: come si conciliano questi obiettivi con un paesaggio di pale eoliche e di impianti fotovoltaici? Il sole e il vento sono ormai diventati mezzi di produzione dei profitti privati.

“Noi non siamo contrari alla produzione di energia alternativa al fossile – ci dice Francesca Montemurro- ci opponiamo alla speculazione e al modo selvaggio di produrla”. E aggiunge: “Stiamo organizzando una resistenza collettiva che coinvolga gli altri agricoltori e allevatori della zona e i cittadini, perché la vicenda riguarda tutti, non soltanto la nostra azienda.”

GLI IMPIANTI IN ATTESA DI AUTORIZZAIONE DEFINITIVA TRA GROTTOLE, IRSINA E TRICARICO

Le Società proponenti sono la Basilicata Solare Società Agricola a r.l. e Macchie Energie Società Agricola a r.l. Ambedue facenti capo alla famiglia di imprenditori di Altamura, Ninivaggi. Si tratta dunque di un unico centro di interessi, avendo entrambe la medesima proprietà: 25% Ninivaggi Gianfranco; 25% Ninivaggi Rosa; 50% Manicone Maria. Vogliono realizzare impianti da circa 20 MW nel territorio di Irsina; 15 MW nel territorio di Tricarico; 20 MW a Grottole. In tutto 55 MWp. Così frazionati in modo da evitare l’assoggettabilità alla VIA (Valutazione di impatto ambientale) che renderebbe più lungo, costoso e impervio il percorso autorizzativo. La Regione Basilicata, infatti, dispone un provvedimento di non assoggettabilità alla VIA per ciascuno degli impianti proposti. In aggiunta dispone tra maggio e novembre 2023 l’autorizzazione unica per i tre impianti e l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni. Ma i Montemurro si oppongono e inoltrano ricorso al Tar che dovrà esprimersi nei prossimi mesi (udienza prevista il 12 giugno prossimo).

Nel ricorso, tra l’altro, è scritto: “É stato posto in essere, un artificioso frazionamento degli impianti per evitare di far emergere le reali dimensioni dello stesso, talmente grande da interessare un territorio regionale molto esteso che ricomprende ben tre comuni limitrofi e, per l’effetto, sfruttare procedure autorizzative più snelle e semmai conseguire incentivi non spettanti o superiori a quelli spettanti; depone a conferma dell’artato frazionamento degli impianti: a) il sincronismo delle date di presentazione delle istanze (tutte tra il 30.04.2020 ed il 14.05.2020); b) la coincidenza temporale del rilascio dei provvedimenti di verifica di non assoggettabilità a VIA dell’impianto proposto da Macchie Energie e dei due impianti proposti da Basilicata Solare (tutti i provvedimenti hanno come data di adozione il 24.07.2022 ed il 26.09.2022), c) la circostanza che di tutti e tre gli impianti (quello di Macchie Energie e i due di Basilicata Solare) prevedano la realizzazione della medesima stazione elettrica della tensione nominale di 150 Kv (così grande perché serve invero un unico impianto della potenza nomina di 55,02 MWp); d) tutti gli impianti, pertanto, hanno un unico punto di connessione.”

Ma c’è di più. Le norme sono chiare: per gli impianti fotovoltaici il proponente deve dimostrare di avere la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto e senza di essa non può conseguirsi l’autorizzazione. Solo per gli impianti diversi da quelli fotovoltaici possono invece essere attivate le procedure espropriative. E sappiamo che ai Ninivaggi di Altamura, manca quell’ettaro di terra che i Montemurro non hanno mai concesso in disponibilità.

C’è ancora di più. “I Ninivaggi hanno provato in tutti i modi a comprare il nostro terreno – ci dice Francesca Montemurro – fino a proporre una cifra esorbitante. Evidentemente il giro d’affari intorno a quegli impianti è ultra milionario.

Emergerebbe, inoltre, dall’analisi degli elaborati progettuali una serie di ragioni ostative alla realizzabilità dell’impianto proposto dalla Basilicata Solare a Grottole, per la presenza di vincoli paesaggistici di impedimento, perché l’impianto e le opere connesse interessano aree non idonee e perché non sarebbero stati presentati i necessari studi preliminari. L’area di progetto delle opere connesse all’impianto (cavidotto esterno) interferirebbe anche con beni sottoposti a vincolo paesaggistico. In breve con il ricorso si chiede alla Regione Basilicata un provvedimento di diniego dell’Autorizzazioni Unica; l’annullamento dei provvedimenti di verifica di non assoggettabilità a VIA. Tra l’altro, fatto di non poco conto, siamo in presenza di un primo parere negativo della Direzione Ambiente. Qui il documento

Tutti gli impianti in questione, tra l’altro, ricadono su aree di proprietà dei Comuni e non risulterebbero esistere atti con i quali i Comuni concedono la disponibilità del proprio demanio a Macchie Energie S.r.l e Basilicata Solare S.r.l. Disponibilità che, peraltro, trattandosi di beni demaniali, deve seguire le regole dell’evidenza pubblica.

Con il ricorso sono bloccati tutti gli altri impianti, proposti da 7 società, che dovranno connettersi alla rete Terna attraverso la mega centrale da costruire a Grottole a ridosso dell’azienda Montemurro. E poi parlano di sviluppo del turismo, di beni paesaggistici, di sostegno ai settori nel campo dell’agricoltura. Solo per fare un esempio, per la costruzione di un impianto eolico tra i Comuni di Ferrandina, Salandra, Garaguso e San Mauro Forte sono stati espropriati vigneti, uliveti, frutteti, castagneti e via dicendo. Terreni agricoli e paesaggi completamente trasformati.

CHI SONO GLI IMPRENDITORI D’ASSALTO AL TERRITORIO MATERANO?

I protagonisti della vicenda che stiamo raccontando sono i Ninivaggi di Altamura. Capostipite Pietro, 75 anni, imprenditore eclettico, interessi in diversi settori, compreso il calcio, un vero uomo d’affari.

Nell’ottobre 2023 viene coinvolto in una presunta maxi-truffa da circa 100 milioni di euro nel settore del fotovoltaico in Basilicata. Fondi governativi ottenuti, secondo gli investigatori, attraverso un sistema di 49 società fittizie, nelle quali Ninivaggi deteneva quote, in realtà riconducibili tutte a un unico imprenditore, con la presenza nella lista dei presunti prestanome pure di un impresario russo. Sono queste le accuse che hanno portato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma a eseguire un sequestro nei confronti dell’uomo d’affari pugliese Pietro Ninivaggi e di altre 60 persone.

Il mese successivo, novembre 2023, la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Lazio, si pronuncia per la revoca del sequestro “ante causam”, dell’intero importo. Lo stesso Pietro Ninivaggi nei giorni dell’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza respingeva le accuse: “…Non c’è nessun trucco, tutti i parchi nascono singolarmente, sono autorizzati singolarmente e hanno ciascuno un punto di allaccio. Le norme della Regione e le linee guida del Gse sono state tutte rispettate, tanto che per quattro impianti la tariffa è stata ridotta per un problema di distanze. E la legge non prevede la VIA per gli impianti più piccoli. L’operazione è tutt’altro che una truffa”.

PIETRO NINIVAGGI BENEFATTORE CREATIVO

Nell’aprile 2020 in piena ondata Covid, Pietro Ninivaggi non fa mancare la sua benevolenza nei confronti dei Comuni di Altamura e Irsina, a cui dona rispettivamente 100mila e 20mila euro da destinare ai cittadini bisognosi. Somme da convertire in “Buoni acquisto di derrate alimentari” L’impeto di benevolenza è scattato per una motivazione abbastanza stravagante, legata a un ricordo che ci porta in Russia.

L’imprenditore di Altamura pochi mesi prima del sequestro dell’ottobre 2023, aveva dichiarato pubblicamente di essere disponibile a pagare la quota di debito pubblico italiano spettante a lui e alla sua famiglia per circa 281.400 euro. Una proposta creativa che chiamava in causa una sorta di patriottismo economico delle famiglie italiane in aiuto dello Stato. Impraticabile, naturalmente. Ma il magnate Pietro è maestro in certe trovate di marketing.

LA GALASSIA DELLE 100 SOCIETÀ

Da presidente dell’Ugl Coltivatori di Matera si è inventato la Agri Lucana Energy s.r.l. il cui presidente è sempre lui. É questa in sostanza la Società finita della vicenda della presunta truffa sul fotovoltaico. Già nel 2010 è attivo in Basilicata in iniziative di sensibilizzazione per lo sviluppo del fotovoltaico.

Appena prima aveva fondato la Agri Lucana Energy s.c.a.r.l. Leggiamo dal sito web: “Un’azienda giovane, costituita nell’anno 2009, con lo scopo di operare e contribuire allo sviluppo del settore delle energie rinnovabili, con particolare riferimento al fotovoltaico, sul territorio lucano e del mezzogiorno d’Italia. Il management aziendale, proveniente da una ventennale esperienza nella gestione aziendale e di soggetti agricoli, grazie ad una profonda conoscenza degli uomini e del territorio, promuove la realizzazione di un Progetto Etico per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Basilicata, coinvolgendo i propri operatori agricoli organizzati nella UGL Coltivatori di Matera.”  Interessante appare un’altra informazione contenuta nel sito: “L’azienda promuove la costituzione di circa n.100 NewCo denominate Soc. Agr. EN.FO, ognuna titolare di uno sviluppo autorizzativo ubicato in Basilicata.”

Ebbene, En.Fo, Energia Fotovoltaica Società Agricola è il nome di una serie di Società create tra febbraio e marzo 2010, si chiamano En.Fo 1, En.Fo 2, En.Fo 3 e così via fino a En.Fo. 100. Alcune di queste società, oltre una trentina, con diverse numerazioni hanno realizzato impianti, tutti leggermente inferiori a 1MW di potenza in altrettanti Comuni nel Materano, compresa Matera.

Alcune di queste Società, la En.Fo 62, 63 e 89, sono sottoposte nel 2018, dalla Regione Basilicata a sanzioni pecuniarie per opere abusivamente realizzate perché senza rilascio di Compatibilità Paesaggistica. La sanzione riguarda impianti a Policoro e Nova Siri, in provincia di Matera.

Le En.Fo. sarebbero punti di una rete i cui nodi di attracco sono riconducibili alla famiglia Ninivaggi attraverso altre Società. Intanto, siamo andati a vedere una En.Fo a caso, la 88 e altre tre Società connesse alla rete En.Fo.

La En.fo 88, capitale sociale 10mila euro è di proprietà al 100% En.Fo Invest S.r.l., sede legale in via della Ferula int. 3, 46 Altamura. Amministratore Unico è Rosa Ninivaggi. Socio unico è En.Fo Service S.r.l. Socio unico nel 2012 è South Italy Solar S.r.l.; socio unico nel 2013 è Solaranlage Betielingungs, Società tedesca; socio unico nel 2015 Agri Lucana Energy S.r.l. Amministratore unico dal 2013 fino a revoca nel 2016, Gurski Ralf Bernhard, poi dal 2016 Pietro Ninivaggi e da ultimo Rosa Ninivaggi.

La ENFO Service S.r.l., 100mila euro di capitale, sede legale via della Ferula int.1-2, 46 Altamura. Socio unico e proprietario è la Enfo Invest S.r.l. Fatturato nel 2022, 6.407.459,00. Amministratore unico Gianfranco Ninivaggi, già assessore, nel 2014, al Comune di Altamura. ENFO Service, acronimo di ENergia FOtovoltaica, è un’azienda al servizio delle imprese che producono energia fotovoltaica. Presumiamo, dunque, al servizio della altre 100 ENFO e non solo. “ENFO Service ha cuore e mente ad Altamura, ma il 90% dei pannelli in Basilicata.”

La ENFO Invest S.r.l. , capitale sociale 150mila euro, è di proprietà al 50% della Rholding S.r.l. e al 50% dalla PSE Holding S.r.l. Amministratrice unica Manicone Maria. Procuratori Ninivaggi Gianfranco, Ninivaggi Rosa.

La Rholding S.r.l. è di proprietà di Rosa Ninivaggi che ne è anche amministratrice unica. La PSE Holding è di proprietà di Gianfranco Ninivaggi il quale ne è anche amministratore unico. Le due Holding vengono costituite entrambe nel luglio 2013.

ECCO CHE RITORNA LA RUSSIA, MA CON GLI IMPRENDITORI NULLATENENTI

Nel novembre 2023, con un articolo a firma di Stefano De Agostini, Il Fatto Quotidiano, ricostruisce una vicenda di incentivi sul fotovoltaico, chiamando in causa l’imprenditore russo Igor Akhmerov e il reticolo delle Società agricole EN.FO. riconducibili ai Ninivaggi. Allora fu la procura di Milano ad indagare su un presunto sistema per rastrellare incentivi. Igor Akhmerov venne completamente assolto in primo e secondo grado.

Nell’inchiesta che portò al sequestro nell’ottobre 2023 su una presunta maxi-truffa da circa 100 milioni di euro nel settore fotovoltaico ritroviamo coinvolto Igor Akhmerov, già legale rappresentante della Società Ens Solar Five Srl dal maggio 2010 ad agosto 2012. Igor Akhmerov, si legge negli atti, è risultato “responsabile del danno erariale” di circa 1 milione di euro (983.392 euro) ma alle verifiche della Gdf risulta nullatenente. L’altro cittadino russo coinvolto nella vicenda è Andrey Seleznev, anche lui “nullatenente”.

A Grottole non si tratta di una vicenda privata, ma di una battaglia per la salvaguardia del capitale naturalistico, agricolo, turistico, boschivo e paesaggistico della Basilicata. Un patrimonio che può parlare di futuro e di sviluppo. Tutto il resto è profitto che non aggiunge alcun valore al territorio.

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